rotate-mobile
Cultura

Il Banco di Napoli 80 anni fa

BRINDISI - Fu un giorno importante per Brindisi il 22 novembre 1931, il Re Vittorio Emanuele III inaugurò prima, nella piazzetta Engelberto Dionisi, giù al porto, dopo travagliate incomprensioni, il Monumento ai Caduti, opera dell’artista brindisino Edgardo Simone, “valoroso scultore, onore e vanto brindisino”, poi fu la volta dell’edificio del Banco di Napoli. Edificato in “puro stile liberty” era il palazzo più vistoso della città che si adagiava su un quadrilatero: Piazza Vittoria, via Matteotti, via Rubini, Corso Garibaldi; l’opera fu realizzata dalla ditta Giuseppe Minunni, con la direzione tecnica dell’ingegnere Antonio Ferdinando Cafiero.

BRINDISI -  Fu un giorno importante per Brindisi il 22 novembre 1931, il Re Vittorio Emanuele III inaugurò prima, nella piazzetta Engelberto Dionisi, giù al porto, dopo travagliate incomprensioni, il Monumento ai Caduti, opera dell’artista brindisino Edgardo Simone, “valoroso scultore, onore e vanto brindisino”, poi fu la volta dell’edificio del Banco di Napoli. Edificato in “puro stile liberty” era il palazzo più vistoso della città che si adagiava su un quadrilatero: Piazza Vittoria, via Matteotti, via Rubini, Corso Garibaldi; l’opera fu realizzata dalla ditta Giuseppe Minunni, con la direzione tecnica dell’ingegnere Antonio Ferdinando Cafiero.

Per fare un po’ di storia, c’è da dire che già dal 1903 il Banco aveva in Brindisi una dignitosa agenzia sita in Corso Garibaldi numero 45, in un palazzo di proprietà di Vincenzo Renis. In quel periodo nella nostra città vi erano tre istituti di credito: la Banca Operaia Cooperativa e già dal 1898 l’agenzia della Banca d’Italia, ubicata in una vecchia palazzina di via Regina Margherita al numero 46 e, quindi, il Banco di Napoli.

A reggere la nuova agenzia del Banco di Napoli, che dipendeva dalla succursale di Lecce, fu chiamato il direttore Francesco Saverio Salonna. Quel prestigioso edificio, tuttavia, restò in piedi solo per quarant’anni, infatti, nel 1970, chi aveva deciso l’abbrutimento e l’abbruttimento di Brindisi si prodigò proditoriamente di abbatterlo. In tale circostanza, nessuna voce locale si levò in favore di quella grandiosa fabbrica e al suo posto, il 31 luglio 1972, fu inaugurato un cubo di cemento armato e vetri che assolutamente nulla ha a che vedere con la bellezza di quello che fu il glorioso Istituto del Banco di Napoli vanto di Brindisi, per la cui operatività si scomodarono, con gran sfarzo cittadino, il Re, il Principe dignitario Umberto e i maggiorenti dell’epoca.

Ma che volete, così vanno le cose in questa città che spesso, purtroppo, è capace di distruggere le sue memorie storiche, in cambio di un processo e di un percorso poco virtuoso che non lascia tracce visibili del suo ineguagliabile passato.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il Banco di Napoli 80 anni fa

BrindisiReport è in caricamento