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Il film sull'Ilva al "Via Emilia"

TARANTO – Il documentario di denuncia sull’Ilva di Taranto, “La svolta. Donne contro l’Ilva”, è stato selezionato per la seconda edizione del “Via Emilia Festival Doc”, primo festival italiano online del cinema documentario. Dal 15 settembre al 15 novembre il titolo più votato sarà premiato con il “Premio del Pubblico Web 2011″, mentre una giuria qualificata designerà il vincitore assegnandogli il “Premio della Giuria ViaEmiliaDocFest 2011″.

Il documentario di denuncia sull’Ilva di Taranto, “La svolta. Donne contro l’Ilva”, è stato selezionato per la seconda edizione del “Via Emilia Festival Doc”, primo festival italiano online del cinema documentario. Dal 15 settembre al 15 novembre il titolo più votato sarà premiato con il “Premio del Pubblico Web 2011″, mentre una giuria qualificata designerà il vincitore assegnandogli il “Premio della Giuria ViaEmiliaDocFest 2011″.

Il cortometraggio, insieme ad altri 28 selezionati potrà essere visto e votato sul sito del festival www.viaemiliadocfest.tv. Ma ecco la storia, di cui BrindisiReport si à già occupato. Da un lato, la più grande acciaieria d’Europa che con l’aumento annuale dei profitti vanta il primato nazionale di morti sul lavoro e d’inquinamento ambientale. Dall’altro, donne combattive (lavoratrici, mogli, madri) che vogliono spezzare il bastone dell’arroganza, dell’impunità che mortifica la propria dignità, uccide i propri mariti e figli, che mina la propria salute. Donne che si ribellano contro quella che a Taranto è stata sempre considerata una salvezza, oggi il peggiore dei mali. L’Ilva.

E’ questo il succo di chi ha visto andar via mariti, figli, nipoti e mai più tornati da quel grosso buco nero che si trova a Taranto. Le sei coraggiose donne, protagoniste dirette del documentario, hanno voluto denunciare le loro storie e insieme all’aiuto della regista – giornalista, salentina, Valentina D’Amico, hanno realizzato il corto “La svolta. Donne contro l’Ilva”.

Il documentario “La Svolta. Donne contro l’Ilva” racconta la battaglia di sei donne in particolare: Francesca e Patrizia, moglie di operai morti all’Ilva; Vita, mamma di un giovane operaio finito ammazzato sotto una gru nello stabilimento; Margherita, ex dipendete sottoposta a soprusi, mobbizzata, licenziata; Anna, finita sulla sedia a rotelle, e Caterina, mamma di un bambino autistico: malattie diverse, entrambe probabili conseguenze dell’inquinamento. In primo piano la loro storia umana, di lavoro, di sofferenza. La loro voglia e necessità di riscatto per sé e per gli altri: nelle aule dei tribunali, nelle manifestazioni di piazza, nelle denunce senza veli alle massime cariche dello Stato.

Sullo sfondo, al centro, sempre la fabbrica. Il lavoro degli operai raccontato da dipendenti ed ex dipendenti, e svelato attraverso la vicenda di Antonino, mesagnese, morto nello stabilimento. La sua storia, narrata nel testo “La Svolta” scritto dalla moglie Francesca, nel video è interpretata da un attore. L’ingresso all’Ilva, il lavoro all’Ilva, la morte all’Ilva.

Da qui si dipanano le esperienze personali delle sei donne, e con loro si ripercorrono decenni di sconvolgimenti socio-economici e ambientali di una città che forse oggi ha trovato il coraggio di reagire contro la fabbrica. Quella fabbrica che è amica se dà lavoro (oltre 20mila occupati fino agli anni 90, neanche 13mila oggi), ma che è nemica perché disprezza l’uomo e mortifica l’ambiente. Con la complicità delle istituzioni, dei sindacati, dei cittadini-lavoratori (per necessità, per paura).

Il documentario è stato realizzato nel 2010 grazie alle testimonianze di sei donne vittime di questo imponente sistema industriale quale la più grossa acciaieria d’Europa, l’Ilva.

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