rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Sullo spartito di Leo resta la contesa. A supporto del dubbio una tavola comparativa

SAN VITO DEI NORMANNI – Si è concluso con un bilancio positivo il Barocco Festival. Anche la tredicesima edizione ha confermato un grande interesse da parte degli spettatori che hanno saputo apprezzare le proposte del direttore artistico Cosimo Prontera. Nei nove appuntamenti più di 3.000 le presenze complessive registrate, 15.000 contatti sul sito web, 78 sono i musicisti che si sono esibiti, 115 i brani eseguiti, 15000 le pagine cliccate del sito web dedicato all’evento. Il significativo consenso, ottenuto dal programma del Festival internazionale di musica antica, costituisce uno stimolo per tutti a proseguire nel progetto iniziato nel 1993.

SAN VITO DEI NORMANNI – Si è concluso con un bilancio positivo il Barocco Festival. Anche la tredicesima edizione ha confermato un grande interesse da parte degli spettatori che hanno saputo apprezzare le proposte del direttore artistico Cosimo Prontera. Nei nove appuntamenti più di 3.000 le presenze complessive registrate, 15.000 contatti sul sito web, 78 sono i musicisti che si sono esibiti, 115 i brani eseguiti, 15000 le pagine cliccate del sito web dedicato all’evento. Il significativo consenso, ottenuto dal programma del Festival internazionale di musica antica, costituisce uno stimolo per tutti a proseguire nel progetto iniziato nel 1993.

“I meriti di questo successo – afferma il maestro Prontera - non sono dovuti certo alla mia persona ma all’impegno di istituzioni e sponsor e alla loro capacità di creare significative sinergie finalizzate unicamente a dare lustro, come è giusto che sia, al Barocco Festival Leonardo Leo”. Ma al di là del bilancio di un’edizione senza dubbio positiva, resta ancora irrisolto il giallo dello spartito autografo attribuito a Leo, spartito che è diventato oggetto di una campagna necessaria per l’acquisto presso un noto antiquario francese al prezzo di 20mila euro. Il dubbio è partito dal maestro Domenico Morgante,  un importante esperto di musica rinascimentale e barocca, secondo il quale il manoscritto non fu firmato dall’autore, ma è solo il frutto del lavoro di uno dei tanti copisti dell’epoca. In sostanza, il valore economico dell’opera non potrebbe mai corrispondere a quello di un “originale”.

“Non capisco proprio come si possa mettere in dubbio l’autenticità dell’opera – spiega Prontera -, io stesso a seguito della segnalazione ho effettuato ulteriori verifiche e ho potuto accertare che stiamo parlando di un documento originale. E qualora non dovesse bastare la mia sicurezza, credo che possa abbondantemente far fede la competenza del noto antiquario francese Thierry Bodin, che mai si sarebbe esposto fino a questo punto se solo ci fosse stato anche il minimo dubbio sull’autenticità del documento”.

L’errore attribuito dal maestro Morgante a Prontera e al noto antiquario francese Thierry Bodin parte da un’interpretazione della firma apposta in calce al documento. “Nelle ultime pagine del catalogo (relativo a un dramma sacro in 3 atti dell’oratorio ‘Dalla morte alla vita di S. Maria Maddalena, ndr) – spiega Morgante - appaiono riprodotte la prima e l’ultima carta di un manoscritto settecentesco attribuito alla mano dell’illustre compositore, d’origine pugliese, Leonardo Leo. Mi permetto di segnalare - ha scritto Morgante allo stesso Prontera, ma anche alle istituzioni interessate - il grossolano errore di aver considerato la sigla finale come una doppia elle (“LL”), ritenendola la firma dell’autore. Più semplicemente si tratta invece di una doppia effe (“FF”), indicante la conclusione del lavoro (“F[ines]”), così come si può vedere su vari manoscritti della stessa epoca e della medesima fattura”.

Le considerazioni di Morgante sono meglio esplicitate in una tavola comparativa che pubblichiamo in testa all’articolo e che si riferisce ad altre firme di Leonardo Leo, autore di musica sacra nato a San Vito dei Normanni nel 1694 e morto a Napoli nel 1744. La sigla “incriminata” presenta una doppia angolazione in alto, mentre in tutti gli altri frangenti - Morgante propone altri spartiti autografi a comparazione - Leonardo Leo esegue la “L” maiuscola con un andamento costantemente rotondeggiante. "Basterebbe un esame grafologico a confermare ciò", sostiene l'esperto. Per Prontera invece non ci sono dubbi che i segni in calce allo spartito siano due "L", mentre la doppia "M" indicherebbe il punto in cui nel canti subentra chi ricopre il ruolo di Maria Maddalena, e non la sigla del copista.

"Io non difendo alcun interesse personale in questa vicenda - ha detto il maestro Morgante - ma ho solo inteso attirare l'attenzione degli enti pubblici interessati all'acquisto dello spartito su certe palesi incongruenze. Bodin è certamente un importante antiquario specializzato in catalogazione e vendita di documenti antichi, ma mi permetto di dire che non basta la sua certificazione per risolvere questo confronto sul manoscritto".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sullo spartito di Leo resta la contesa. A supporto del dubbio una tavola comparativa

BrindisiReport è in caricamento