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La Rai ai tempi della crisi e dell'innovazione, un dibattito a Palazzo Nervegna

BRINDISI – Misurarsi con il tema della crisi e delle trasformazioni del mezzo televisivo, recuperare a ritroso un bandolo della matassa ormai lontano ma necessario per non perdere di vista il punto della questione, il futuro della tv pubblica, e nel contempo arricchirlo di dati scientifici e statistici, è impresa da far tremare i polsi, ma Mihaela Gravila, professore aggregato presso la Facoltà di Scienze della comunicazione alla Sapienza, ha portato a termine la missione prefissata e il risultato è un libro che non dovrebbe mancare sul tavolo di chi fa dell’informazione e della comunicazione un mestiere, oltre che materia di studio.

BRINDISI ? Misurarsi con il tema della crisi e delle trasformazioni del mezzo televisivo, recuperare a ritroso un bandolo della matassa ormai lontano ma necessario per non perdere di vista il punto della questione, il futuro della tv pubblica, e nel contempo arricchirlo di dati scientifici e statistici, è impresa da far tremare i polsi, ma Mihaela Gravila, professore aggregato presso la Facoltà di Scienze della comunicazione alla Sapienza, ha portato a termine la missione prefissata e il risultato è un libro che non dovrebbe mancare sul tavolo di chi fa dell?informazione e della comunicazione un  mestiere, oltre che materia di studio.

Per discutere dei cento argomenti che questo lavoro racchiude  e dello stesso libro, ?La crisi della tv. La tv della crisi ? Televisione e Public Service nell?eterna transizione italiana?, editore FrancoAngeli,  ecco un incontro della serie Quando la ricerca incontra il territorio, organizzato per sabato 16 aprile alle 18 a Palazzo Nervegna da Università del salento, Facoltà di Scienze sociali, politiche e del territorio e Dipartimento di Scienze sociali e della comunicazione.

Il gruppo dei protagonisti della discussione, incentrata sull?interrogativo ?Quale tv per uscire dalla crisi? è allettante: il sindaco Domenico Mennitti, che è un giornalista, il preside di Scienze sociali, Marcello Strazzeri, il direttore del Dipartimento di Scienze sociali, Vitantonio Gioia, Maurizio Giovanni Foderaro, giornalista e responsabile della programmazione musicale di Radio 1 Rai, Pietro Grignani, dello staff del vice direttore generale della Rai, e ovviamente l?autrice del libro, che ha una prefazione di Sergio Zavoli e una postfazione del vice direttore generale della Rai, Lorenza Lei.

Il passaggio di questi anni è critico, perché le nuove tecnologie, il digitale terrestre, obbligano il servizio pubblico, ?la più grande industria culturale del Paese?, nella ricostruzione ? come dice Lorenza Lei ? di una diversa mappatura dei pubblici, delle loro aspettative. Qui, sottolinea sempre il vice direttore generale, peccare di autoreferenzialità sarebbe fatale. Occorrono idee, innovazione, nuove strategie per confrontarsi con la domanda della parte più giovane del pubblico, quella catturata oggi dalle reti private, e da Mediaset soprattutto. Su una cosa Lorenza Lei non è d?accordo con l?autrice: sul fatto che debba essere l?Università principalmente a formare i nuovi operatori della comunicazione, e questo nell?era dei content provider dalle produzioni a costi irrisori, che vanno guadagnando rapidamente terreno sfornando anche talenti.

Zavoli, in un passaggio della prefazione, indica un tema cruciale per il servizio pubblico del futuro e del presente, che certamente sarà al centro della discussione a Palazzo Nervegna. Ed è quello del carattere democratico dell?assetto della programmazione con il digitale terrestre: tutto ciò che la Rai era, è e sarà riunito in un unico telecomando ma collocato su diverse piattaforme, dai contenuti generalisti a quelli specifici, tutti a portata di mano, nessuno nascosto, disponibili secondo la volontà del telespettatore. Finisce così la schiavitù della prima serata, la dittatura dell?audience e si afferma il primato del gradimento personale di ognuno. La Rai non può perdere questa grande opportunità

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