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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

La storia di Lea, donna coraggiosa

BRINDISI - La città si è colorata di rosa in ricordo di Lea Garofalo. Nel pomeriggio di ieri, presso l’Auditorium del Museo Provinciale “F. Ribezzo”, è stato presentato il libro “ La scelta di Lea” di Marika Demaria, Melampo editore. Un’iniziativa promossa dalla Scuola di Formazione Politica, “Antonio Caponnetto”.

BRINDISI - La città si è colorata di rosa in ricordo di Lea Garofalo. Nel pomeriggio di ieri, presso l’Auditorium del Museo Provinciale “F. Ribezzo”, è stato presentato il libro “ La scelta di Lea” di Marika Demaria, Melampo editore. Un’iniziativa promossa dalla Scuola di Formazione Politica, “Antonio Caponnetto”, dall’associazione “Proteo Fare Sapere e dal costituendo comitato per la legalità.

Un libro particolare che racconta una storia vera molto forte, quella di una donna, Lea Garofalo che per amore della figlia Denise e per amore di se stessa, diventa testimone di giustizia e si ribella alla logica, alle regole e al clima asfissiante che la sua famiglia e quella del suo convivente, entrambe ndranghetiste, esercitano sugli affetti familiari. Per questo Lea ha perso la vita, ma il suo percorso è stato ripreso dalla figlia Denise che ha denunciato tutta la famiglia, affrontando prima il processo e poi la condanna all’ergastolo dei suoi parenti.

Una scelta coraggiosa che l’ha portata a dover vivere sotto un programma di protezione che ancora oggi non le consente di essere libera a tutti gli effetti. Ad avviare i lavori è stata Raffaella Argentieri, coordinatrice del dibattito che dopo una breve introduzione ha passato la parola alla giornalista Pamela Spinelli che ha ripercorso in maniera lineare e precisa la storia di Lea, soffermandosi in particolare su alcune parti del libro, analizzando questa drammatica storia dal suo punto di vista.

“Ringrazio prima di tutto il professore Nando Benigno – ha affermato la giornalista brindisina – per avermi coinvolta in questa iniziativa. Devo dire che ho letto il libro in due giorni, l’ho praticamente divorato perché oltre al fatto che è scritto molto bene, racconta una storia particolare e tratta un argomento di grande attualità. Nel leggere ho percepito una sensibilità singolare. Questa è una storia drammatica che ti porta a riflettere su due fronti: da un lato c’è tanta cattiveria e disprezzo, dall’altro c’è la forza di Lea e il coraggio di Denise che lottano per raggiungere lo stesso obiettivo. E poi è bellissimo soffermarsi sul rapporto madre-figlia che nonostante tanto dolore è destinato a esistere per sempre”.

“Insomma – conclude la Spinelli - , il libro è un misto di indignazione, sofferenza e speranza. Lea e Denise hanno fatto la loro scelta per avere una vita migliore, pulita. Io chiedo a tutti voi: noi cosa scegliamo di fare? Come indirizziamo i nostri ragazzi verso la strada della legalità?”. Una bella domanda, alla quale ha risposto Clara Bianco, dirigente scolastico dell’Istituto Nautico “Carnaro” nel suo intervento successivo.

“Dal mio punto di vista – ha affermato – dico che una scuola con le luci accese significa legalità. In merito a questo discorso, oltre che parlare credo sia fondamentale agire. Cerco sempre, tutti i giorni, di costruire un rapporto con i ragazzi che sia basato sul confronto sulla sincerità e sul rispetto reciproco perché sono convinta che non sia importante uscire da scuola con il massimo dei voti, ma è fondamentale acquisire la capacità di saper scegliere per poter affrontare la propria vita”.

Successivamente ha preso la parola il magistrato Daniela Chimienti che ripercorrendo in maniera esaustiva tutta la storia di Lea Garofalo e di sua figlia, si è soffermata ad analizzare questo processo complesso, spiegando tecnicamente ai lettori tutte le varie fasi di svolgimento. Infine, l’intervento conclusivo è stato quello dell’autrice, Marika Demaria che ha raccontato a tutti i presenti la sua esperienza, avendo preso parte al processo udienza per udienza, decidendo, poi di scrivere li libro.

“E’ una storia drammatica, forte - ha spiegato - , ma piena di significato che credo mi abbia toccato in maniera profonda non solo professionalmente, ma anche umanamente, dal punto di vista delle emozioni e dei sentimenti. Ho seguito un processo di enormi dimensioni che mi ha coinvolta completamente tanto da decidere di scrivere un libro per raccontare una storia davvero unica”.

“Ho incontrato Denise in maniera del tutto fortuita, ho chiesto a lei, poi, anche un’intervista da pubblicare alla fine del mio lavoro, ma non ha voluto e ho rispettato la sua scelta perché credo fortemente nel giornalismo etico. Nonostante questo – ha concluso la scrittrice - nel libro ho scritto di lei, ma l’ho fatto pensando a quello che ci siamo dette che non aveva nulla a che fare con tutta questa storia e con sua madre, riflettendo sui suoi occhi e sul suo sguardo che ha incrociato il mio e che non dimenticherò mai. Uno sguardo provato, di una ragazza coraggiosa che ha solo 22 anni e che oggi ha bisogno di riprendere in mano la sua vita”.

Nella mattinata di oggi il libro è stato presentato anche agli studenti del liceo “Monticelli”. (Fotoservizio Gianni Di Campi)

 

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