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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cultura

"La Svolta - Donne contro l'Ilva" alla Facoltà di Scienze sociali

BRINDISI - Continua a raccogliere giudizi positivi, e soprattutto continua a circolare in tutta Italia, il film reportage della giornalista e regista brindisina Valentina D'Amico sulle storie di vita e di morte che si intrecciano attorno alla grande acciaieria di Taranto, "La svolta - Donne contro l'Ilva". Il 27 gennaio alle 9,30 il film sarà proiettato e poi discusso dagli studenti di uno dei corsi della Facoltà di Scienze sociali di Brindisi, in Cittadella della Ricerca.

BRINDISI - Continua a raccogliere giudizi positivi, e soprattutto continua a circolare in tutta Italia, il film reportage della giornalista e regista brindisina Valentina D'Amico sulle storie di vita e di morte che si intrecciano attorno alla grande acciaieria di Taranto, "La svolta - Donne contro l'Ilva". Il 27 gennaio alle 9,30 il film sarà proiettato e poi discusso dagli studenti di uno dei corsi della Facoltà di Scienze sociali di Brindisi, in Cittadella della Ricerca.

Un analogo passaggio ha ottenuto un grande impatto all'Università di Verona, perchè si tratta di un documento spietato sui guasti provocati dalla politica dell'industrializzazione al Sud all'inizio degli anni Sessanta, che rivaluta l'immagine degli operai meridionali mettendone in chiaro la condizione. Dal 1961 ad oggi nell'acciaieria di Taranto sono morti 180 lavoratori.

"La Svolta" è la lettera scritta da Francesca Caliolo di Mesagne immaginando i pensieri nelle ultime ore di vita del marito Antonino Mingolla, vice capo cantiere di una impresa appaltatrice morto asfissiato mentre la sua squadra lavorava su una condotta dove non avrebbe dovuto esserci gas. E ci sono i racconti di altre donne che hanno perso figli e mariti, o si sono ammalate a loro volta, o hanno subito mobbing. C'è la denuncia di un sindacalista Fiom libero dalle pastoie di un'accondiscendenza evidente nei confronti dell'azienda, e quella degli impiegati relegati in una palazzina per mesi, senza incarichi di lavoro, per indurli a licenziarsi. C'è la mal'aria del rione Tamburi, ci sono le arroganze e le coperture politiche all'Ilva.

La proiezione avverrà in un'aula della Facoltà alla presenza della regista, per scelta precisa perchè il lavoro di Valentina D'Amico sia a tutti gli effetti una lezione sulla realtà del territorio ionico-salentino che confluisce verso la Grande Fabbrica, un viaggio quotidiano rivissuto assieme ai pendolari che partono dalle province di Lecce e Brindisi prima dell'alba.

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