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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cultura

Premio Nabokov: menzione speciale per il libro sulla Xylella di Stefano Martella

Importante riconoscimento per il libro "La morte dei Giganti. Il batterio xylella e la strage degli ulivi millenari", che recentemente ha anche avuto un riadattamento cinematografico col docufilm "Il Tempo dei Giganti"

Menzione speciale della giuria al Premio Nabokov per "La morte dei Giganti. Il batterio xylella e la strage degli ulivi millenari", il libro scritto dal giornalista Stefano Martella, edito da Meltemi, che affronta il dramma della xylella, il batterio che sta uccidendo milioni di ulivi in Puglia, polverizzando un paesaggio secolare e distruggendo economia, agricoltura e cultura. Libro che recentemente ha anche avuto un riadattamento cinematografico col docufilm "Il Tempo dei Giganti", diretto da Davide Barletti e Lorenzo Conte, prodotto da Dinamo film e Fluid Produzioni (che sarà proiettato oggi alle 19.00 al cinema Impero di Brindisi e mercoledì a Francavilla Fontana, sempre alle ore 19.00, al cinema Italia).

L' intento del libro è dunque quello di approfondire il rapporto tra una pianta e il territorio in cui è insediata, attraverso una reportage giornalistico in cui si alternano personaggi eterogenei, contadini e imprenditori, scienziati e sciamani convinti di avere la pozione magica per curare l’albero. Attraverso quest’umanità variegata si ripercorrono le varie fasi che hanno portato alla quasi desertificazione del Salento e le motivazioni che hanno spinto la magistratura a indagare gli scienziati che per primi hanno individuato il batterio e la popolazione a spaccarsi in due fazioni contrapposte, fra chi è convinto che la pianta si può salvare e chi crede che sia spacciata. Fra chi crede che il batterio sia arrivato secondo le tesi spiegate dalla scienza e chi crede che sia stato ordito un complotto diabolico ai danni del Salento. L’umanizzazione dell’ulivo non è solo il frutto del substrato arcaico, denso di retaggi religiosi e pagani, di cui ancora è impregnata questa terra.

La storia di questa pianta è la storia di questa gente. Il sacrificio delle madri e delle nonne raccoglitrici di olive, le loro lotte per l’emancipazione. I frantoi bui, i vascelli carichi di olio e le narrazioni mitiche di questo mondo lontano. Gli sforzi per il sostentamento della famiglia, i figli mandati a scuola con i proventi dell’olio. Le feste nei campi. I primi baci all’ombra delle chiome. Gli scrittori e i poeti che hanno versato litri di inchiostro in onore di questa pianta. La tradizione orale che ha vissuto nel suo mito. Questa pianta si staglia al centro dello stemma regionale, su questa pianta è stata costruita la narrazione di un territorio accogliente, florido, denso di storia, una narrazione che ha portato la Puglia nei mercati internazionali e che ora, inesorabilmente, si sta sgretolando

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