Marcello Veneziani ricorda Dante nell’ultimo evento commemorativo a San Pietro
SAN PIETRO VERNOTICO - Si concluderanno il prossimo 31 ottobre alle 18,30 in piazza del Popolo gli eventi commemorativi in onore di Dante Alighieri, a settecento anni dalla morte del sommo poeta. La locale associazione “Caffè Letterario” con il patrocinio del comune organizzano l’incontro conclusivo presenziato dallo scrittore e filosofo Marcello Veneziani. Con una lectio magistralis Marcello Veneziani studioso e autore del libro “Dante nostro padre”, celebrerà il sommo poeta nella chiesa Matrice di San Pietro.
“Abbiamo sin dall’età scolare inconsapevolmente atteso questo anno celebrativo quasi a riscattare quel distacco che avevamo avuto da studenti verso il Sommo Poeta – scrivono dal Caffè Letterario - unico personaggio storico che chiamiamo per nome, con affettuoso rispetto, invocandolo come “Padre Dante”, o come Padre della Patria e della nostra lingua italiana”.
“Il bel Paese dove il sì sona” (Inferno XXXIII,80) evoca una visione nuova della Patria Italia, “come spazio della lingua letteraria e più esattamente della lingua della poesia illustre e della canzone”(De vulgari eloquentia) .
“Oggi lo sentiamo particolarmente vivo, nell’oceano nichilista che ha improntato l’inizio del terzo millennio nel mondo e siamo fieri e lieti di dedicare al Sommo Poeta e Immenso Padre una giornata di ricordo a conclusione della ricorrenza dei 700 anni dalla morte. Egli, a nostra insaputa forse, ha improntato la coscienza di noi italiani con una traccia spirituale, con un pensiero teologico e profetico, mai clericale ben al di sopra delle umane miserie, ma nel profondo delle vicende umane.
Oggi più che mai gli italiani che amano la Patria riconoscono nell’opera di Dante una ragione civile per celebrarlo. Egli ha infatti incitato a riunire le sparse e riottose membra di una Nazione divisa, frammentata, affaccendata a futili cose, dimentica della sua storia, figlia dell’incancellabile romanità e cristianità.
Dante ha amato l’Italia, quasi presago del suo futuro di terra che avrebbe dimenticato la sua storia, i suoi eroi, i suoi santi e navigatori, in una parola la sua identità fondamento di quello Stato unitario, di cui Dante è stato il primo Re. Sempre consapevole della diversità delle genti italiche, egli credette comunque nella sua indivisibile unità di cuori e di menti, dal Tirreno all’Adriatico, dalle Alpi a Scilla e Cariddi, dal nord al sud. La Divina Commedia è stata, è e resterà la zattera di salvamento della cultura italiana fra i flutti dell’indifferenza e del nichilismo proni al degrado sociale e culturale. Unica Patria, unico cuore, unico sommo condottiero delle menti, il Sommo Dante”.