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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cultura

Migrazioni: "Nuova visione del mondo"

LECCE - Si è tenuta martedì 4 ottobre , a Lecce presso l’aula Ferrari dell’edificio Codacci Pisanelli dell’Università del Salento, la presentazione dell’ Icismi, il Centro Interdisciplinare di Studi Internazionali sulle Migrazioni costituito presso il “Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali” ed il “Dipartimento di Scienze Sociali e della Comunicazione” dell’Università. Il Centro è nato – e ne eredita l’esperienza - dall’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione (Opi) di Lecce e Brindisi che dal 1995 conduce delle ricerche sul fenomeno migratorio nel territorio salentino attraverso rilevamenti periodici delle presenze immigrate sul territorio e indagini sul processo di adattamento delle comunità.

LECCE -  Si è tenuta martedì 4 ottobre , a Lecce presso l’aula Ferrari dell’edificio Codacci Pisanelli dell’Università del Salento, la presentazione dell’ Icismi,  il Centro Interdisciplinare di Studi Internazionali sulle Migrazioni costituito presso il “Dipartimento di Filosofia e Scienze Sociali” ed il “Dipartimento di Scienze Sociali e della Comunicazione” dell’Università. Il Centro è nato – e ne eredita l’esperienza - dall’Osservatorio Provinciale sull’Immigrazione (Opi)  di Lecce e Brindisi che dal 1995 conduce delle ricerche sul fenomeno migratorio nel territorio salentino attraverso  rilevamenti periodici delle presenze immigrate sul territorio e indagini sul processo di adattamento delle comunità.

A presentare il progetto c’erano il prof. Domenico Laforgia, magnifico rettore dell’Università del Salento, il prof. Vitantonio Gioia, direttore del Dipartimento di Scienze Sociali e della Comunicazione e il prof. Luigi Perrone , docente di Sociologia delle Migrazioni e  Direttore dell’Icismi.  Per l’occasione l’Università del Salento ha ospitato Franco Ferrarotti professore onorario dell’Università “La Sapienza” di Roma nonché sociologo di fama internazionale che si è occupato dei temi più diversi che vanno dall’economia, alla religione, alle migrazioni, fino ai giovani e alla musica; accompagnato dalla prof.ssa Maria I. Macioti amica e collega, docente di “Istituzioni di Sociologia” e “Sociologia della Religione” presso l’Università “La Sapienza” di Roma.

L’incontro-dibattito è iniziato con l’intervento del direttore del centro, Luigi Perrone, che ha spiegato le metodologie messe in campo, tra cui la più importante,la ricerca-azione, che consiste nel sollecitare il reale e richiamare i soggetti attori ad eliminare gli ostacoli all’azione, in cui  “risulta fondamentale” dice il direttore “coinvolgere i migranti per comprendere quelli che sono i loro bisogni invece di pensare di sapere quali siano senza nemmeno averglielo chiesto, e continuando a prendere decisioni sui migranti senza nemmeno interpellarli”.

La prof.ssa Macioti  ha messo invece in evidenza come, mentre nell’antichità esisteva la volontà di comprendere il fenomeno, oggi la tendenza sia diversa, come le cose siano più complicate, come l’ingresso nei vari Paesi sia consentito con più difficoltà se non si conosce bene la lingua o se si viene da lontano. In particolare  l’Italia ha fatto passi indietro su questo tema soprattutto con la legge Bossi/Fini che ha trasformato i centri di permanenza temporanea  in centri di identificazione ed espulsione, verso una cultura del respingimento, i migranti visti come i responsabili dell’insicurezza delle città italiane ed estere, con una destra che ha basato la propria campagna elettorale sui migranti, promettendo protezione. L’essere clandestino è diventato, grazie a questa legge ,un reato penale. Secondo la prof.ssa Macioti gli unici segnali positivi vengono dalla ricerca,dai giovani che avendo studiato riescono a comprendere meglio le ragioni, e dal cinema: un esempio recente è stato l’ultimo Festival di Venezia dove sono stati presentati molti film sul tema della migrazione.

L’intervento del prof. Franco Ferrarotti, messo a punto con l’entusiasmo e l’ironia che lo contraddistinguono, si è focalizzato soprattutto sull’importanza della ricerca che deve superare finalmente quelle categorie di pensiero vecchie, che non servono più: “Siamo obbligati ad allargare la visione ad una dimensione planetaria” dice  “ invece siamo costretti a passare ad una visione diacronica. Tutte le culture hanno  la stessa valenza. Siamo tutti migranti. Le frontiere esistono perché esistono gli Stati. Lo Stato nazionale è un’invenzione tardo settecentesca nata per garantire la protezione dei beni dalla violenza. Ma questo Stato non funziona più. […]Abbiamo il problema della rappresentanza che non è rappresentativa perché non è in sintonia con il vissuto delle  persone. Le categorie vanno ripensate e ridefinite. Ci muoviamo verso il non ancora sconosciuto. Questi flussi sono delle occasioni per far esplorare queste categorie di pensiero. […]Ci troviamo di fronte ad un grande problema: viviamo in un mondo acentrico e in un mondo che va cercando un suo equilibrio. […] Si è cittadini o non si è. Si è o si è extra. Si deve passare da un concetto esclusivo ad uno inclusivo. Ogni essere è un essere umano e come tale va accettato e riconosciuto.”

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