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Oria, un calcetto all'archeologia

ORIA – Il sindaco di Oria, Cosimo Pomarico, sbaglia secchio e invece dell’acqua getta benzina sul fuoco delle polemiche che da tempo infuriano attorno alla necropoli messapica distrutta nel 2002 nel cortile del monastero di S. Vincenzo per far posto ad un campo di calcetto gestito dai religiosi, a tre euro e 50 l’ora per giocatore. Il sito de La Stampa di Torino riporta oggi un servizio a firma di Valentina Roberto, in cui sostanzialmente Pomarico difende la scelta di far fuori la necropoli a favore dell’impianto sportivo, dicendo che tanto ad Oria di siti archeologici ce ne sono tanti, e campi di gioco per i giovani invece quasi nessuno. Perciò lui vota per la scelta del campo di calcio.

ORIA – Il sindaco di Oria, Cosimo Pomarico, sbaglia secchio e invece dell’acqua getta benzina sul fuoco delle polemiche che da tempo infuriano attorno alla necropoli messapica distrutta nel 2002 nel cortile del monastero di S. Vincenzo per far posto ad un campo di calcetto gestito dai religiosi, a tre euro e 50 l’ora per giocatore. Il sito de La Stampa di Torino riporta oggi un servizio a firma di Valentina Roberto, in cui sostanzialmente Pomarico difende la scelta di far fuori la necropoli a favore dell’impianto sportivo, dicendo che tanto ad Oria di siti archeologici ce ne sono tanti, e campi di gioco per i giovani invece quasi nessuno. Perciò lui vota per la scelta del campo di calcio.

Ma la cosa è stata rilanciata anche dal giornale di Radio 3 Rai, per non parlare dei rimbalzi tra i blog locali attorno a quello di Franco Arpa, che da Oria conduce la battaglia per ottenere una commissione d’inchiesta – lanciando una petizione – oltre alle indagini richieste con un esposto già inoltrato da qualche tempo alla procura della Repubblica. Il punto è che la necropoli venuta alla luce (nuovamente, e vedremo perché) per l’ultima volta nel 2002 non esiste più, almeno nella porzione utilizzata per costruire il campo di calcio a cinque: lo strato roccioso con le tombe a fossa e a camera, risalenti all’ultimo periodo del IV secolo avanti Cristo, è stato sbancato, e non invece ricoperto come qualcuno sostiene. Insomma, sotto il campo di calcetto a pagamento la necropoli non esiste più.

Non è la prima manomissione. In precedenza, hanno stabilito saggi di scavo e studi effettuati nel 2002 quando i lavori per il campo di calcetto erano cominciati, si notò come lo strato roccioso fosse stato utilizzato due o tre secoli addietro per ricavare blocchi utilizzati poi per lavori nel monastero. Insomma, da una lato la Chiesa può vantare importanti ed assidui studiosi di archeologia locale, dall’altro distruzioni come quella avvenuta ad Oria. Resta da vedere se autorizzata. Non esiste infatti alcuna documentazione che dimostri che nel 2002, terminata la perizia sullo scavo, l’archeologa Grazia Angela Maruggi – poi deceduta prematuramente – abbia mai dichiarato non necessaria una misura di tutela della necropoli, dando di fatto il via libera alla Curia locale. Anzi, dalle carte si evince il contrario.

E il blogger Franco Arpa è intenzionato ad andare avanti. Tanto lui i voti delle parrocchie non li ha presi l’anno scorso con la sua lista provocatoriamente collegata al partito di Cetto Laqualunque, né – a questo punto - li prenderà mai.

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