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Premiato gruppo folk locale

SAN PIETRO VERNOTICO – E' il gruppo popolare sanpietrano “Santu Pietru cu tutte le chiai”, ad essersi aggiudicato il primo premio della categoria “musica etnica”.

SAN PIETRO VERNOTICO – E' il gruppo popolare sanpietrano “Santu Pietru cu tutte le chiai”, ad essersi aggiudicato il primo premio della categoria “musica etnica”, della rassegna di “Musiche di Canti Folklorici ed etnici” tenutasi ieri a San Gregorio Magno un paese in provincia di Salerno, organizzata dalla Federazione Italiana Tradizioni Popolari unitamente agli organi regionali e provinciali della federazione, e patrocinata dal Comune.

Il gruppo salentino, che ha gareggiato con band provenienti da tutta Italia che hanno proposto le musiche delle loro tradizioni popolari (c'erano, tra gli altri, anche gruppi sardi e del Bergamasco), si è aggiudicato il podio con la canzone Kalinikta, arrangiata, per l'occasione con nuovi accordi e coreografie.

Il gruppo vincitore era composto da: Sergio Mangia, seconda voce, 58 anni, presidente dell'associazione “Santu pietru cu tutte le chiai”, che suona il mandolino, Mimino Gianluisi, 63 anni, voce e direttore artistico alla fisarmonica, Antonio Carrieri, 49 anni, chitarrista, Francesco Gianluisi 27 anni, Gianmarco Lazoi 35 anni e Giorgio Calò 25 anni, tutti e tre tamburellisti. Lo stesso gruppo si era già aggiudicato il primo premio nell'edizione del 2011 e in quell'occasione Mimino Gianluisi, fu eletto “padre del folklore”.

"Santu Pietru cu tutte le Chiai" con il suo lavoro, rimarcando la musica etnica dell'Alto Salento, cerca di evidenziare la specificità della zona e del feudo di San Pietro Vernotico. Pur attenendosi ai canoni della musica popolare salentina (pizzichi, tarantelle, nenie, arie stise, serenate), propone anche un discorso musicale inedito di autori e artisti contemporanei, ritenendo esaurita e ipersfruttata la ricerca sul campo.

Ciò non toglie che le caratteristiche, i riferimenti e lo spirito, sono quelli della cultura popolare salentina: tristezza, allegria, paradossi, grida, pianti, risate e imprecazioni, facendo rivivere stati d'animo che la cosiddetta "modernizzazione" ha fatto dimenticare”, si legge in una nota descrittiva del gruppo.

 

 

 

 

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