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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

Premio letterario "Beata Maria Cristina": ecco le cinque opere finaliste

Sono state presentate presso l'Hotel Palazzo Virgilio di Brindisi le cinque opere finaliste del "Premio Letterario Beata Maria Cristina di Savoia", giunto alla sua ventiseiesima edizione

BRINDISI - Sono state presentate presso l’Hotel Palazzo Virgilio di Brindisi le cinque opere finaliste del “Premio Letterario Beata Maria Cristina di Savoia”, giunto alla sua ventiseiesima edizione e creato dall’Associazione Convegni di Cultura Maria Cristina di Savoia. Le opere finaliste sono: “Luce perfetta” (ediz. Einaudi) di Marcello Fois; “Ti seguirò fuori dall’acqua” (ediz. Salani) di Dario Fani; “Scritto sulla mia pelle” (ediz. Salani) di Pietro Vaghi; “Niente è come te” (ediz. Garzanti) di Sara Rattaro; “La strada dell’albero cavo” (ediz. Araba Fenice) di Vittorio Quattrocchio. Carmen Liuzzi-2

Ad introdurre l’evento è stata Carmen Liuzzi, presidente della sezione locale dell’Associazione Convegni di Cultura  Maria Cristina di Savoia, che ha ricordato la storia dell’associazione. 

“La nostra associazione è nata a Roma nel 1937 a seguito della dichiarazione di Venerabile, da parte di Papa Pio XI, attribuita alla regina delle Due Sicilie, Maria Cristina di Savoia, sposa di Ferdinando II di Borbone, vissuta dal 1812 al 1836. Maria Cristina”, prosegue la presidente, “è stata poi proclamata beata il 25 gennaio del 2014”. “L’associazione”, ricorda ancora, “conta oggi circa 3500 iscritte e più di ottanta Convegni in tutta Italia e ha una connotazione religioso-culturale, ispirandosi alla figura della beata Maria Cristina, che per noi rappresenta un esempio di donna, regina, moglie e madre che ha dato la vita per sostenere e soccorrere gli altri: sudditi, poveri, carcerati, parenti, marito, figlio”. La Liuzzi ha concluso la sua introduzione ricordando che la beata morì a soli ventiquattro anni, dando alla luce l’unico figlio, che alla morte del padre diventerà re Francesco II di Borbone, ultimo re delle Due Sicilie.  

Franca Miglietta-2La professoressa Tina Monaco, presidente del premio letterario e delegata regionale dei Convegni di Cultura, ha spiegato invece come è strutturato il premio. “Il Premio Letterario è stato creato nel 1963 dai Convegni di Cultura Maria Cristina, allo scopo di premiare gli scrittori che nella loro opera, in piena libertà di espressione artistica, si dimostrino sensibili ai valori umani e cristiani. È un premio indipendente, perché finanziato esclusivamente dai Convegni ed è democratico perché nasce dalla base e ritorna alla base.” La presidente del premio letterario prosegue spiegando che all’interno di ogni Convegno ci sono le Giurie di base costituite da tre a sette persone il cui compito è quello di cercare, leggere e segnalare alla Giuria Centrale, composta da persone di elevata professionalità, le opere che sembrano loro più rispondenti al bando di concorso. 

“La Giuria Centrale”, prosegue, “ ne prende in esame cinque e le rimanda alla lettura delle Giurie Locali cui spetta la scelta definitiva. Ed èLe copertine dei cinque libri finalisti-2 quello che stiamo facendo oggi. Il nostro compito, come anche Convegno, è quello di far conoscere questi cinque scrittori alla cittadinanza. In tal modo”, conclude, “la selezione parte dalla base e dopo l’intermedia valutazione di esperti ritorna alla base”. 

A relazionare sulle opere finaliste, cinque membri della giuria di base. L’opera di Marcello Fois, “Luce perfetta”, incentrata sulla dinastia dei Chironi e ambientata nella Sardegna degli anni Ottanta, è stata presentata da Franca Miglietta, secondo la quale “la narrazione dell’autore Marcello Fois, attrae con la sua trama fitta di avvenimenti complicati, dimostra competenza linguistica, raffinatezza e simbolismo. I personaggi evidenziano inoltre sentimenti, passioni, ricchezza, tradimenti, con i quali l’uomo resiste alle difficoltà della vita.” E conclude: “Infine, appare sullo sfondo una Sardegna che, nonostante il progresso e l’evolversi dei costumi, resta arcaica per la violenza con cui le dinamiche urbane si ripercuotono nelle relazioni”. 

Gianna Pettinau Sapiente-2Sull’opera “Ti seguirò fuori dall’acqua” di Dario Fani, ha relazionato Giulia Cesaria. L’opera racconta l’esperienza di un padre che scopre di avere un figlio disabile, Francesco, nato prematuro e con la sindrome di Down. 

L’opera “Scritto sulla mia pelle”, di Pietro Vaghi, è invece stata presentata da Teresa Turo Maddalena. Protagonista del libro è Stefano, un ragazzo di sedici anni. “Questo romanzo”, rileva Teresa Turo Maddalena, “con leggerezza, ma anche con profondità, racconta il dramma della separazione, oggi diventato una cosa tristemente normale, in cui sono i figli spesso a farsi carico dei genitori”. 

“Niente è come te”, opera di Sara Rattaro, è stata presentata da Gianna Pettinau Sapiente. “Margherita è un’adolescente di quindici anni che non solo ha perso la madre in un incidente stradale, ma è costretta a partire per una terra a lei lontana, l’Italia”, racconta Gianna Pettinau Sapiente. “ La storia, raccontata a due voci, quella del padre e quella della figlia, narra un dramma che oggi è sempre più comune a tanti genitori e tanti figli.

Francesco, padre di Margherita, non ha potuto fare molto quando la madre, dopo alcuni anni dalla nascita, ha deciso di togliergli la figlia, Giulia Cesaria-2portandola con sé in Danimarca, il paese natale.” “Quando la madre di Margherita è morta, la ragazza non ha avuto altra scelta: quella di essere affidata al padre italiano, di cui non ricordava nulla”. “Ci vorrà tempo e tanta pazienza e ancora molta sofferenza prima che tra i due inizi ad esserci un dialogo”. 

Il libro “La strada dell’albero cavo”, di Vittorio Quattrocchio, è stato presentato dalla professoressa Tina Monaco che sul romanzo ha affermato: “è autobiografico. Il libro di cinquecento pagine narra il suo grande amore giovanile proibito e osteggiato per questioni di rango e di classe sociale. La storia che fa da sfondo all’intera narrazione, va dal fascismo fino al dopoguerra, tra la vita contadina e la nascita dell’industria.” Tina Monaco conclude rilevando che “ogni vita è un romanzo da raccontare e Vittorio Quattrocchio lo ha fatto raccontando di lui e dei suoi tempi, facendo emergere in modo vivido la cornice della storia quotidiana del mondo contadino e cittadino”. 

La cerimonia di premiazione della ventiseiesima edizione del premio letterario si terrà a Roma il prossimo 12 Maggio alle ore 18.00, presso Palazzo Barberini. 

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