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Rinasce la Fontana di Tancredi

BRINDISI – E’ forse solo poco meno nota delle Colonne romane, e certamente è uno dei monumenti più importanti e significativi della città, da iscrivere certamente nella sua carta di identità alla voce “segni particolari”. E’ la fonte dei Crociati, la Fontana di Tancredi, che torna a svolgere pienamente questo ruolo di sito attrattivo di interesse turistico e culturale. L’evento è fissato per martedì 19 febbraio alle ore 11, alla presenza del sindaco Mimmo Consales: la Fontana sarà ufficialmente riaperta al pubblico, a conclusione degli ultimi lavori di restauro.

BRINDISI – E’ forse solo poco meno nota delle Colonne romane, e certamente è uno dei monumenti più importanti e significativi della città, da iscrivere certamente nella sua carta di identità alla voce “segni particolari”. E’ la fonte dei Crociati, la Fontana di Tancredi, che torna  a svolgere pienamente questo ruolo di sito attrattivo di interesse turistico e culturale. L’evento è fissato per martedì 19 febbraio alle ore 11, alla presenza del sindaco Mimmo Consales: la Fontana sarà ufficialmente riaperta al pubblico, a conclusione degli ultimi lavori di restauro.

I lavori, “progettati e diretti dall’arch. Paolo Tagliamento e coordinati, quale responsabile del procedimento, dall’arch. Maurizio Marinazzo – ricorda una nota del Comune - sono stati eseguiti, a seguito di procedura concorsuale, dall’impresa Acca Costruzioni di Oria, sotto la direzione scientifica e l’alta sorveglianza delle Soprintendenze per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Brindisi, Lecce e Taranto per i Beni Artistici e Storici della Puglia”.

Gli interventi sulle superfici decorate sono stati eseguiti dalla ditta Vincenzo Caiulo, brindisino, specializzato nei restauri in pietra. “Ma i lavori non si sono limitati all’urgente e necessario restauro della Fonte; si sono, infatti, consolidate le murature di contenimento, si è bonificato il giardino, con l’inserimento, consistente, di nuove piantumazioni, si sono collocate panchine per creare una nuova area verde di sosta, si è predisposto un nuovo e più opportuno impianto illuminotecnico”, fa sapere il Comune.

Il comunicato offre anche un po’ di storia. “La fontana Tancredi o Grande, addossata su di una collinetta prospiciente il Seno di Ponente, di certo risale, nella sua impostazione originaria, all’età romana, allorché la zona in cui era posta segnava, come ora, l’accesso in città da nord, alla confluenza di arterie viarie importanti. Il restauro o la ricostruzione del monumento si deve, attorno al 1192, al re normanno Tancredi, in occasione del matrimonio del figlio Ruggero con Irene, la figlia dell'imperatore di Costantinopoli. Un'iscrizione, infatti, riporta i nomi di Tancredi e Ruggero”.

Dai Romani ai Normanni, dunque, poi gli Aragonesi. “Un'altra epigrafe ricorda un secondo restauro, attuato attorno al 1549, su commissione di Ferrante Loffredo, governatore di Otranto, allorché vennero aggiunti gli stemmi della Città, di Loffredo e di Carlo V, e si rivolge direttamente al viandante ed al viaggiatore. L’epigrafe ne ricorda le note qualità, addirittura curative, oltre che l’abbondanza, accertata ancora nel corso dell’ultimo restauro, destinata in primo luogo agli uomini ed ai cavalli che da qui transitavano per entrare in città e imbarcarsi (pensiamo ai soldati e ai pellegrini in viaggio per la Terra Santa) o per irrigare orti e giardini in una area ricca, peraltro, di sorgenti d’acqua”.

Poi il degrado, lunghissimo. “Nell'Ottocento la fontana, ridotta quasi in macerie, venne ricostruita ed ampliata ad opera de Decurionato brindisino e vennero sistemati, come ci appaiono oggi, gli stemmi della Città, di Loffredo e l’arme di Carlo V sul fronte centrale. A questo periodo si riferisce la bella immagine del Castellan, nelle Lettre sur l’Italie, pubblicata a Parigi nel 1819.  Di rilievo i due mascheroni presenti all’interno delle nicchie laterali con archi a tutto sesto, coperte da piccole cupole di tradizione araba, elementi certo di reimpiego e risalenti probabilmente al XII secolo”. Insomma, da lì di storia ne è passata davvero tanta. Quanto l’acqua sgorgata dalle canalette dell’antichissimo monumento.

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