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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

Riscoprire l'Acquedotto romano: il Comune di Brindisi propone un progetto da 100mila euro

BRINDISI – Un progetto da 100mila euro per salvaguardare una delle opere maggiormente conservate nel territorio pugliese: l'acquedotto romano di Brindisi. Il Comune di Brindisi, con una delibera del 29 ottobre, ha deciso di partecipare ad un bando promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia, che ogni anno accoglie proposte progettuali di enti e istituzioni pugliesi che non devono avere finalità di lucro e che devono perseguire gli stessi scopi di utilità della Fondazione.

BRINDISI – Un progetto da 100mila euro per salvaguardare una delle opere maggiormente conservate nel territorio pugliese: l'acquedotto romano di Brindisi (allegato all'articolo un saggio di Cesare Marangio). Il Comune di Brindisi, con una delibera del 29 ottobre, ha deciso di partecipare ad un bando promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Puglia, che ogni anno accoglie proposte progettuali di enti e istituzioni pugliesi che non devono avere finalità di lucro e che devono perseguire gli stessi scopi di utilità della Fondazione.

Il Comune di Brindisi, a tal proposito, ha redatto uno specifico programma di conoscenza e salvaguardia dell'Acquedotto romano. L'acquedotto nasceva a Pozzo di Vito, a circa 11 km a nord della città, dove si trovava la prima vasca di raccolta delle acque, dalla quale si dipartivano i canali che la indirizzavano verso l'abitato. L'acquedotto doveva avere uno sviluppo sotterraneo per tutto il percorso, lungo un percorso che seguiva la naturale pendenza del terreno sino alle vasche limarie di Porta Mesagne, e che ricade interamente nel territorio amministrativo del Comune di Brindisi. Si tratta di un sito che permette una serie di conoscenze dal punto di vista archeologico, architettonico, idrogeologico, e molto altro ancora.

Ma la realizzazione di studi approfonditi richiede però contributi economici e disponibilità di finanziatori che siano disposti a credere in questo tipo di iniziative. Il progetto punta all'esplorazione integrale del monumento sotterraneo al fine di valutare il suo reale sviluppo topografico, le caratteristiche architettoniche e il locale assetto idrogeologico che ha consentito la realizzazione dell'opera.

La ricerca prevederà il coinvolgimento di giovani professionisti, ai quali affidare le consulenze esterne necessarie al raggiungimento degli obiettivi progettuali. Per quanto riguarda, invece, le fasi della ricerca, è previsto: lo spoglio delle fonti letterarie ed epigrafiche, della bibliografia esistente e dei documenti d'archivio; il reperimento della cartografia digitale e di elementi tematici territoriali; lo studio geologico, morfologico ed idrogeologico; l'esecuzione di analisi indirette per l'individuazione dei tratti sotterranei dell'acquedotto; l'esplorazione speleologica dei tratti in sotterraneo; la redazione della documentazione grafica e fotografica relativa alle evidenze archeologiche e monumentali; l'allestimento di una mostra documentaria che illustri la storia dell'antico acquedotto, attraverso l'esposizione di pannelli illustrativi e di audiovisivi; la partecipazione a incontri e convegni di livello nazionale e internazionale per illustrare e diffondere i risultati del progetto.

La ricerca dovrebbe durare al massimo dodici mesi, mentre la richiesta economica è di 100mila euro. La quota di cofinanziamento da parte del Comune sarebbe di 25mila euro.

L'Acquedotto Romano di Pozzo di Vito attraverso i Rilievi Inediti del 1888

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