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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cultura

"Saint-Louis College of Music, addio"

"Anche il Saint-Louis College of Music saluta definitivamente Brindisi. Non sto qui ad esaminare i motivi per cui anche questa realtà culturale, nella nostra città, muore".

BRINDISI - Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una lettrice, firmata, che ci ha chiesto di restare anonima, e che segnala la chiusura dell'esperienza del Saint-Louis College of Music a Brindisi, a suo avviso positiva ma, come tante altre cose in questa città, giunta troppo presto al capolinea.

"Anche il Saint-Louis College of Music saluta definitivamente Brindisi. Non sto qui ad esaminare i motivi per cui anche questa realtà culturale,nella nostra città, muore. Non conosco esattamente i fatti per cui non posso attribuire responsabilità per questo fallimento. In questo momento mi sento solo di fare dei ringraziamenti

Grazie a chi ha creduto, a suo tempo, di regalare un sogno ai nostri ragazzi. Grazie ai docenti, di Roma e di Brindisi, che si sono spesi in questi anni per avvicinare centinaia di ragazzi alla buona musica. Professionisti che hanno messo a disposizione dei nostri figli la loro esperienza, che hanno offerto loro l’opportunità di confrontarsi con i nomi più autorevoli del panorama musicale mondiale.

Grazie ai tanti ragazzi che da tutta la Puglia,con enormi sacrifici,hanno frequentato in questi anni i corsi accademici offerti da questa scuola.

Grazie ai docenti di Brindisi che hanno creduto per primi nella realizzazione di questo sogno, sperando forse che finalmente, in questa città, si potesse affrontare un percorso culturale di questo tipo. Grazie, sempre a loro, per aver deciso di non abbandonare i nostri ragazzi e deciso, anzi, di continuare a seguirli preparandoli agli esami per il conseguimento del diploma a Roma.

Grazie a Stefano Mastruzzi (direttore della sede di Roma) che si è speso tanto per regalare ai nostri ragazzi un esperienza così costruttiva. “Grazie” anche alle Istituzioni di questa città, che forse, non hanno inteso esattamente l’importanza,anche economica, che questa realtà avrebbe potuto diventare, considerando che sarebbe stata l’unica sede per il Sud Italia. Un'altra occasione sprecata per la nostra città.

Purtroppo non tutti si rendono conto, che una grande fetta della nostra popolazione giovanile, ama queste iniziative. Le politiche giovanili non possono pensare che l’unico interesse dei ragazzi siano le discoteche, che la loro più grande aspirazione sia quella di partecipare al G.F., a Miss Italia o concorrere come tronisti. Tantissimi nostri ragazzi pensano seriamente a costruirsi un futuro possibilmente nella loro città.

Quindi a noi genitori che resta da fare, se non incoraggiare i nostri figli a realizzarsi, anche inseguendo i loro sogni? (sogna ragazzo sogna recita una canzone di Vecchioni) ma per carità, non qui, non in questa città vuota, priva di contenuti culturali, di centri di aggregazione giovanile. La città della resa! Abbiamo un bellissimo Museo. Peccato sia quasi sempre chiuso. Il Castello Alfonsino…chiuso anche quello. I vari palazzi storici: restaurati, aperti e poi chiusi anche quelli.

Che ne sarà per esempio di tutte le sale del bellissimo Convento Santa Chiara, fino a pochi  giorni fa animate dalla gioiosa presenza degli allievi del Saint Louis? Chiuderanno anche quello? Ma non ci si rende conto che queste strutture devono essere vissute per non cadere in malora? Sembra quasi che questa nostra città sia vittima inconsapevole di un disegno malefico per cui ogni bella iniziativa, ogni sforzo per migliorarla si dissolvano irrimediabilmente. Di chi la colpa?

Forse di tutti noi. Non sappiamo venderci. Non sappiamo apprezzare nulla di bello ci può offrire il nostro territorio. Siamo bravi a piangerci addosso e rimaniamo a guardare quello che riescono a realizzare in città vicine a noi. Magari perché gli altri sono più bravi a vendere una pagliuzza per diamante. Forse se si lasciasse veramente spazio e fiducia ai nostri giovani,questa città cambierebbe. Non si può più accettare passivamente che i nostri giovani vadano altrove per vedere realizzati i loro progetti che, magari, farebbero crescere Brindisi. Una mamma delusa".

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