rotate-mobile
Cultura

"Storie Maledette", nuova serie al via con l'uccisione di Maria Geusa

ROMA - Il crimine, nelle sue varie manifestazioni, come specchio oscuro che riflette il malessere della società, di cui è espressione estrema: è qui che si innesta il lavoro lungo, paziente, appassionato, che “impegna l'anima” di Franca Leosini, autrice unica e conduttrice di 'Storie maledette’, cominciata ieri su Rai3 alle 23.30 con l'undicesima serie. Un'edizione tutta al femminile: in primo piano le storie di cinque donne che hanno amato, sofferto, ucciso, o forse anche no, come qualcuna di loro - malgrado la condanna - disperatamente sostiene.

ROMA - Il crimine, nelle sue varie manifestazioni, come specchio oscuro che riflette il malessere della società, di cui è espressione estrema: è qui che si innesta il lavoro lungo, paziente, appassionato, che “impegna l'anima” di Franca Leosini, autrice unica e conduttrice di 'Storie maledette’, cominciata ieri su Rai3 alle 23.30 con l'undicesima serie. Un'edizione tutta al femminile: in primo piano le storie di cinque donne che hanno amato, sofferto, ucciso, o forse anche no, come qualcuna di loro - malgrado la condanna - disperatamente sostiene.

“Non è facile addentrarsi nella psicologia della donna: è sempre molto complessa, che sia autrice, accusata o mandante di un delitto”, racconta Leosini, che ha scelto come storia di apertura una vicenda sconvolgente: quella della piccola Maria Geusa, morta a due anni e sette mesi a Città di Castello, in Umbria, il 6 aprile 2004.

A ucciderla Giorgio Giorni, imprenditore di 32 anni, condannato all'ergastolo con sentenza definitiva, con il quale la mamma della piccola, Tiziana Deserto, sognava di ricostruirsi un futuro. Leosini intervista in esclusiva la donna, alla quale la Corte d'assise d'appello di Perugia ha confermato lo scorso giugno la condanna a 15 anni di carcere, per aver affidato la bambina a Giorni pur consapevole degli abusi ai quali l'uomo l'avrebbe sottoposta. “Ho studiato, come sempre, tutto il processo dalla prima all'ultima parola”, ha raccontato Franca Leosini.

“Non mi permetto mai di giudicare, eppure in questo caso inizio la puntata dicendo che, a mio giudizio, se considerata colpevole questa donna avrebbe meritato l'ergastolo. È stata comunque un'esperienza durissima. Tiziana Deserto piange disperata la sua innocenza, sostiene che aveva affidato la piccola all'uomo, che tra l'altro era il datore di lavoro del marito, perchè voleva che si creasse affiatamento tra loro”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

"Storie Maledette", nuova serie al via con l'uccisione di Maria Geusa

BrindisiReport è in caricamento