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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cultura

Alla riscoperta dei giochi tradizionali: laboratori anche per scuole e famiglie a Brindisi

Iniziativa della Società di Storia Patria per la Puglia, in uno con History Digital Library. Un incontro si svolgerà venerdì 17 febbraio, alle ore 17, presso la Casal del turista

BRINDISI - Venerdì 17 febbraio, con inizio alle ore 17.00, presso la Casa del turista (lungomare Regina Margherita), a iniziativa della sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, in uno con History Digital Library, col patrocinio del comune di Brindisi e l’adesione di In_Chiostri e Medieval Fest, nella Casa del Turista si discuterà del gioco e dei suoi significati declinati, in particolare, di quella che è la tradizione locale. Dialogheranno e approfondiranno l’argomento Antonio Mario Caputo, Giuseppe Marella ed Emanuele Amoruso. Introduce e coordina i lavori Giacomo Carito. Nell'occasione si presenteranno i giochi prodotti dalla Compagnia Teste di Legno di Galatina acquisiti grazie al contributo di Rotary Club Brindisi Appia Antica, Titi Shipping, Carmelo Grassi, Sar Costruzioni e alla consulenza storica e divulgativa della Società di Storia Patria per la Puglia. La History Digital Library, biblioteca di comunità con sede sul lungomare di Brindisi, il 18 febbraio 2023 inaugurerà infatti il reimpostato percorso medievale arricchito con ventiquattro postazioni dedicate al gioco antico.

Il gioco esiste dalla notte dei tempi, attraversa tutta l’infanzia e accompagna ogni fase della crescita creando un ponte fra la realtà e la fantasia. Contribuisce a sviluppare l’emotività, la consapevolezza di sé e delle proprie capacità, la creatività, l’autostima e aiuta i bambini a crescere sotto il profilo cognitivo, relazionale, sociale e affettivo. In Homo Ludens, Johan Huizinga, uno degli storici più importanti del secolo scorso, divideva i giochi in due grandi gruppi: la lotta per qualcosa ossia la competizione e la gara fra chi rappresenta meglio qualcosa vale a dire la rappresentazione. Roger Caillois è ancora più sottile e ha diviso i giochi in quattro categorie corrispondenti ognuna a un preciso e proprio bisogno psicologico: Agon (competizione), Alea (caso), Mimicry (travestimento, mimica, finzione), Ilinx (vertigine e terrore).

Di sicuro, il gioco è un bisogno primario dell’uomo; come ancora rileva  Huizinga «Si possono negare quasi tutte le astrazioni: la giustizia, la bellezza, la verità, la bontà, lo spirito, Dio. Si può negare la serietà ma non si può negare il gioco». L’allestimento progettato vedrà una serie di giochi da tavolo e da strada e sarà fruibile da classi scolastiche, famiglie, cittadini e turisti.

Saranno organizzati laboratori con l’assistenza di istruttori interni ed esterni per stimolare l’inventiva, la manualità, l’ingegno. I ragazzi potranno coinvolgere scuole, associazioni e famiglie, sempre con particolare attenzione alle realtà territoriali che si occupano di disabilità. I partecipanti ai laboratori si confronteranno con diverse tipologie di fonti anche intervistando i rappresentanti di più generazioni iniziando dal loro nucleo familiare. Le testimonianze dirette fatte da chi queste abitudini le ha vissute consentirà uno scambio di informazioni che potranno incrementare la curiosità dei bambini nei riguardi del patrimonio locale. Per i ragazzi e le ragazze con bisogni educativi speciali sarà un'occasione per socializzare e potenziare le abilità cognitive e motorie in un contesto accogliente e inclusivo.

Verranno organizzati incontri di studio, laboratori, pubblicazione e mostra fotografica a cura della sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia.

Il gioco era attività diffusa, ovviamente, anche nel medioevo anche perché allora il vivere era ben spesso fatto di lunghe attese. Nobili e i mercanti resero taluni giochi da tavolo parte della propria identità e contribuirono grandemente alla loro diffusione. Tra i giochi preferiti sono da annoverare gli scacchi, rappresentazione di una battaglia che ha come esito cruento la cattura del re avversario; il 1008, il conte di Urgell in  Catalogna, lasciò in eredità a una chiesa locale i pezzi da lui posseduti. Alfonso X, re di Castiglia, volle la redazione di  un trattato sul gioco degli scacchi, sull’attuale backgammon e sui dadi. Lo stesso imperatore Federico II, suo contemporaneo, sfidava a scacchi i campioni musulmani a Palermo. Anche i giovani protagonisti del Decameron amano gli scacchi, insieme a un altro dei giochi da tavolo molto diffuso nel Medioevo,  oggi meno praticato ma altrettanto affascinante: la tavola reale, più nota come backgammon o tric-trac diffuso già nell’Antica Roma come ludus duodecim scriptorum, “gioco delle dodici linee”, lo stesso numero di punte che ci sono ancora oggi su ogni lato della tavola che si prestava a simboliche interpretazioni: le punte su ogni lato sono dodici, come i mesi dell’anno, per un totale di ventiquattro, come le ore del giorno; le pedine sono trenta, come i giorni del mese, le due facce opposte del dado sommate danno sette, i giorni della settimana. Del gioco, è memoria sia in Canterbury Tales che nel Decameron. L'Alquerque o Quirkat è un antichissimo gioco da tavolo; la prima descrizione delle regole appare nel Libro de los juegos commissionato da Alfonso X di Castiglia nel XIII secolo.

Nel piano superiore dedicato all’innovazione si sta invece progettando uno spazio denominato The game. Storie del mondo digitale. L’esposizione sarà un percorso didattico che prende spunto dal libro The game di Alessandro Baricco. In una sorta di caccia al tesoro, seguendo una linea temporale, il visitatore potrà orientarsi nel meraviglioso ma anche complesso mondo digitale.

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