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Sabato, 20 Aprile 2024
Cultura

"Una storia poco onorevole", noir politico di Luciano Sardelli

BRINDISI – Luciano Sardelli, 55 anni, pediatra, rieletto alla Camera dei Deputati nell’aprile del 2008 nelle liste dell’Mpa, è al suo primo romanzo dopo un consolidato cimento con la poesia. Ci ha confidato di avere impiegato cinque anni buoni per consegnare all’editore KOINè (Nuove Edizioni, 12 euro) le bozze di “Una storia poco onorevole”, da qualche settimana in edicola e libreria. Basta la prima pagina per capire che “Una storia poco onorevole” è una fiction politica.

BRINDISI – Luciano Sardelli, 55 anni, pediatra, rieletto alla Camera dei Deputati nell’aprile del 2008 nelle liste dell’Mpa, è al suo primo romanzo dopo un consolidato cimento con la poesia. Ci ha confidato di avere impiegato quattro anni buoni per consegnare all’editore KOINè  (Nuove Edizioni, 12 euro) le bozze di “Una storia poco onorevole”, da qualche settimana in edicola e libreria. Il segno di un lavoro lasciato e ripreso più volte si nota, ma il deputato di San Vito dei Normanni è riuscito a mantenere ben teso il filo della narrazione, tanto da consentire di giungere all’epilogo del suo libro in un giorno solo, magari uno di quelli dove il maestrale è tanto forte da conciliare una lunga lettura sotto la veranda o sotto un ombrellone, rinunciando al bagno.

Basta la prima pagina per capire che “Una storia poco onorevole” è una fiction politica con molti, moltissimi addentellati con la vita e i personaggi reali della dimensione in cui Luciano Sardelli, politico navigato (assessore regionale al Turismo con Raffaele Fitto, due legislature alla Camera, trascorsi nella sinistra socialista poi il passaggio a Forza Italia) si muove. Il nome del protagonista, Alfredo Di Gregorio, è quello di un suo carissimo cugino scomparso prematuramente, e la breve descrizione dell’arresto in famiglia che fa parte del background di Alfredo è il richiamo ad un episodio vero, avvenuto a S.Vito negli anni Sessanta che coinvolse lo zio di Sardelli, allora sindaco Dc.

Ma è il mondo descritto minuziosamente dal deputato, quello della Roma dei “replicanti” (i politici che assimilano gestualità e persino torni di voce dei loro leader) e dei collaboratori parlamentari, della Buvette e degli intrighi, dei negozi di lusso e dei locali sulla cresta dell’onda, ad attirare i profani. E’ in questo scenario che Luciano Sardelli ambienta ciò che inizialmente sembra una storia d’amore all’ombra dei palazzi del potere, e che invece si trasforma in un thriller dal finale a sorpresa, in cui il cattivo è manco a dirlo un  magistrato, forse sempre per ragioni di background o semplicemente perché serviva alla struttura del racconto. Giudichi il lettore.

Sardelli tiene a sottolineare che c’è però sempre un Sud in primo piano. Le origini di quasi tutti i protagonisti, i ritorni a casa, il punto di ricongiungimento di tutti i fili. Ma è, secondo noi, un Sud soprattutto scenografico, che accetta di ospitare l’intreccio del romanzo nella parte culminante. Una quinta che non lascia trasparire null’altro che i legami familiari e culturali. Ma forse dopo questa storia di servizi segreti e trame oscure, di protagonisti che scompaiono e ricompaiono (la fidanzata di Alfredo, Paola, e l’amico d’infanzia e coinquilino a Roma, entrambi con una doppia vita), nel nuovo romanzo cui Luciano Sardelli ci ha detto di aver messo già mano, le parti si invertiranno: Roma sullo sfondo, e Sud cuore della storia.

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