“Ghetto Italia”, l’inchiesta di Palmisano e Sagnet sullo sfruttamento dei lavoratori presentata al liceo “A.Calamo”
OSTUNI - Palmisano e Sagnet presentano la loro inchiesta sabato 6 febbraio prossimo, alle ore 11.00, presso il Liceo Classico “Antonio Calamo”, per la prima volta in provincia di Brindisi, che, pure, è uno dei centri più floridi del caporalato in epoca 2.0. «Nell’estate del 2015, di campagna si muore ancora. E pur se sono cambiati i modi del morire, la sostanza resta. Tredici i lavoratori che non sono sopravvissuti a un’estate impietosa. Un’estate di brusii, di indignazione affidata allo scirocco, di posizioni ufficiali, editoriali e comunicati stampa. Poi il turismo, poi il mercato, poi il ritorno a lavoro, la voce si affievolisce, i mal di pancia scompaiono e nelle terre, per le strade, restano sempre loro: gli sfruttati». E’ uno dei passaggi forti di “Ghetto Italia. I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento” (Fandango editore), libro scritto a quattro mani da Leonardo Palmisano, sociologo ed etnologo, assieme a Yvan Sagnet, sindacalista e protagonista della rivolta dei braccianti di Nardò nell’estate del 2011.
“Ghetto Italia” è una narrazione impietosa e cupa, dall’interno di quel girone dantesco che è il sistema della concentrazione dei braccianti stranieri in Italia, un’organizzazione tentacolare e piramidale al tempo stesso. Il libro affronta con rigore il tema del lavoro, del caporalato, dello sfruttamento, dando voce a chi ha perso anche le parole, ai braccianti stranieri, africani e dell’Est Europa, fantasmi senza nome e senza volto, “deportati” lungo le strade di una moderna tratta degli schiavi e poi stipati nei “ghetti” sparsi per le campagne della Penisola. Il punto di vista degli autori si mescola, così, con quello di queste “anime morte”, durante un percorso che dalla Puglia giunge, passando per la Lucania, la Calabria, la Campania e il Lazio, fino alla Lombardia e al Piemonte. Pagine dense, che presentano la mappa di un Paese, il nostro, ridisegnato da razzismo, ingiustizia e indifferenza. Enormi sono i guadagni che questo sistema riesce ad accumulare offrendo servizi a pagamento: il trasporto, il cibo, il sesso e un posto letto in baracche fatiscenti; senza contare la montagna di danaro sottratto alle casse dello Stato con l’evasione fiscale. Un’organizzazione criminale che si radica grazie al silenzio, o alla connivenza, del sistema agricolo italiano, della piccola e media distribuzione e delle multinazionali dell’industria agroalimentare, che si servono di questa forma coatta di sfruttamento, imponendo il ribasso progressivo dei prezzi dei prodotti. “Ghetto Italia” è il racconto del feroce incancrenirsi di un fenomeno spesso negato dalle istituzioni pubbliche locali, generalmente taciuto dai mezzi di comunicazione e per lo più ignorato dall’opinione pubblica: «Si preferisce parlare di massimi sistemi, dei richiedenti asilo, delle invasioni dei profughi e dei campi rom, ma si sceglie di non raccontare la vita spossante dei campi e l’internamento nei ghetti. Nessuno deve conoscere la nostra piccola, normale apartheid nazionale». Significativo, dunque, che la presentazione del libro avvenga in una scuola superiore, il cui compito è anche quello di informare e dare consapevolezza sulla realtà, seppur drammatica, del territorio: «Direi si tratti soprattutto di un dovere – sottolinea la Dirigente Scolastica del Liceo “Calamo”, Annunziata Ferrara – cui la scuola non può sottrarsi. Questo incontro si inserisce in un percorso di educazione alla legalità ed alla cittadinanza attiva e consapevole che, da sempre, caratterizza l’offerta formativa del nostro liceo e che conduce gli studenti ad acquisire autonomia di giudizio e spirito critico, strumenti mentali indispensabili per abbattere l’indifferenza».