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Il De Marco-Valzani adotta una vittima di mafia: Giancarlo Siani

Una storia di “vittime di mafia” che gli studenti dell’IISS “De Marco-Valzani” racconteranno sabato 03 febbraio alle ore 10,00, presso la sede centrale in via N. Brandi a Brindisi

BRINDISI - Gincarlo Siani, un giovane giornalista ucciso dalla camorra a 26 anni, un ragazzo come tanti, pieno di sogni e di speranze, ma con la ferma volontà di voler “smascherare” la verità che si annidava tra le fila di una politica corrotta e perversa. Siamo al 23 settembre 1985 e il corpo di Giancarlo Siani viene ritrovato nella sua Mehari verde crivellato di colpi di pistola: assassinato.

Una storia di “vittime di mafia” che gli studenti dell’IISS “De Marco-Valzani” racconteranno sabato 03 febbraio alle ore 10,00, presso la sede centrale in via N. Brandi a Brindisi, alla presenza di Paolo Siani, fratello della vittima che dialogherà con i ragazzi su quella linea sottile tra lecito e illecito, tra trasgressione e perbenismo, tra mediazione e compromesso, nel tentativo di stimolare riflessioni sulle responsabilità personali di scelta e senso critico verso la realtà spesso ingannevole e fatua, in cui la “conquista facile”, in un’epoca di precariato e incertezze, annichilisce principi etici e valori morali.

L’incontro costituisce un punto di arrivo del progetto “La Scuola dotta una vittima di mafia” promosso dalla Scuola di Formazione “Antonino Caponnetto”, che ha visto gli studenti del “De Marco-Valzani di Brindisi impegnati in attività di ricerca sulla figura del giornalista scomparso, nella realizzazione di un video-memoria, in un’intervista al Questore di Brindisi Dott. Maurizio Masciopinto ed al Commissario Prefettizio Santi Giuffrè, che a Napoli in quegli anni colsero e vissero il dramma di una giovane vita annientata dal potere incontrastato della camorra.

Momento clou della mattina, allietata dal Coro degli alunni dell’IC “Casale” di Brindisi, sarà il dono alla città di un murales realizzato dai ragazzi all’ingresso della scuola, per non dimenticare che “la mafia uccide”, il coraggio alimenta la speranza, la memoria storica è maestra di vita.

E proprio dalla memoria storica che i ragazzi ripartono, per dire NO alla silente rassegnazione di un presente lacerato dal malcostume, dal particolarismo, dalla mancanza di bellezza e poesia nell’accezione più alta del termine, che la scuola si ostina fortemente ancora a celebrare, questa volta attraverso l’arte, l’immagine, la parola, per una Scuola che […] vuole “costruire una nuova Italia, rispettosa della memoria, fondata sui valori della Costituzione, della pace, della democrazia, della libera informazione, della giustizia, della solidarietà, della legalità, dell'antimafia, dell'etica pubblica” (dallo Statuto costitutivo della Scuola Antonino Caponnetto)

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