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Giovedì, 28 Marzo 2024
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I Normanni, Federico II e le politiche per i porti e traffici marittimi

Il volume è stato presentato nell’ambito del convegno organizzato dall’International Propeller Club Port of Brindisi con la sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia

BRINDISI - È stato presentato giovedì sera il libro dell’avvocato salernitano Alfonso Mignone “La riforma portuale di Federico II” (Ed. La Nuova Mezzina, Molfetta 2017). Il volume è stato presentato nell’ambito del convegno organizzato dall’International Propeller Club Port of Brindisi con la sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, il Centro ricerche etnografiche, storiche, antropologiche Puglia di Bari (Cresta) e il Comune di Brindisi. I lavori del convegno sono stati aperti e coordinati dal presidente del Propeller Club Port of Brindisi, Donato Caiulo.  Al tavolo dei relatori, il presidente della sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, professor Giacomo Carito, il responsabile del Centro Ricerche “Cresat”, Claudio Masciopinto e l’autore del libro.  

I saluti del Comandante Carbonara-2

Il convegno è stato aperto dall’ingegnere Donato Caiulo, che ha parlato del fitto programma previsto per il 2018 per il Propeller Club di Brindisi, un programma che inizia con Federico II e la sua riforma portuale: “Ci interessa conoscere la nostra storia anche per orientare il futuro, perché nella storia abbiamo appunto le basi per il futuro”, afferma Caiulo, che prosegue ricordando la pubblicazione del decreto sulle Zes (che si avrà nei prossimi giorni) per soffermarsi poi sulle nuove vie della seta. Nei suoi saluti il commissario straordinario del Comune di Brindisi, dottor Santi Giuffrè, ha evidenziato come le infrastrutture naturali di Brindisi siano certamente un punto da cui non si possa prescindere per un rilancio reale del Mezzogiorno d’Italia. I saluti della Guardia costiera sono stati portati invece dal Comandante Carbonara, in rappresentanza del Comandante Minervino.

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I lavori del convegno sulla riforma portuale di Federico II e la portualità meridionale sono stati aperti dalla relazione del presidente della sezione di Brindisi della Società di Storia Patria per la Puglia, professor Giacomo Carito, che ha esordito parlando della situazione della portualità meridionale partendo dalla politica normanna e dalla preesistente presenza di mercanti pugliesi in tutte le principali piazze del Medio Oriente. Carito ha ricordato che la conquista normanna cambiò moltissime cose perché i Normanni individuarono come area di espansione i Balcani e la loro meta divenne da subito Costantinopoli.

Quindi dal commercio si passò al conflitto e la Puglia doveva essere la grande base logistica per questa espansione. Il professore ha ricordato quindi la grande rivolta pugliese del 1156, che mosse dalle esigenze dei mercanti pugliesi che vedevano preclusi i traffici con l’Oriente a vantaggio di Venezia, Genova e Pisa. Di seguito il professore si è soffermato sul cambio di politica dei Normanni che si ebbe con l’ultimo re, Tancredi, conte di Lecce, una nuova politica di apertura commerciale, e sulla politica di Federico II, contrassegnata da numerosi accordi con chi controllava le coste dell’Asia Minore. “Quindi questo apre alla flotta siciliana grandi spazi, grandi opportunità. Da qui l’attenzione di Federico verso la portualità”.

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Il professore parla poi dei presidi cristiani in Terrasanta, presidi che dovevano essere continuamente riforniti di derrate agricole. Ciò comportò una radicale ristrutturazione del comparto agricolo. Allo sfruttamento feudale del territorio si sostituì un sistema di tipo capitalistico con operai salariati: le masserie, un modulo di organizzazione territoriale che arrivò sino al tardo Ottocento, quando le produzioni saranno spostate dalla campagna lungo le strade ferrate. Carito aggiunge, infine, che le navi in primavera salpavano per i presidi cristiani trasportando olio, vino e grano. “È questo il contesto in cui si sviluppa la vicenda federiciana. C’è un grande ruolo, all’interno del Mediterraneo, del Regno di Sicilia”. Claudio Masciopinto, responsabile del Centro Ricerche “Cresta” ha aperto il suo intervento rivolgendo un pensiero a Giulio Regeni, scomparso due anni fa: “Penso che non ci sia miglior tributo che promuovere e continuare a valorizzare il discorso scientifico e la libertà della ricerca”, afferma Masciopinto.

Latiano. Carabinieri incontrano studenti (2)-3

L’antropologo ha quindi messo in risalto il lavoro dell’avvocato Mignone, un’analisi storica molto accurata però strettamente legata al contemporaneo. Di seguito ha parlato di uno studio che sta conducendo da alcuni anni, una ricerca sulle comunità portuali, che lo ha portato a visitare molti porti, a osservarne le caratteristiche geografiche, sociali, amministrative, intervistando e coinvolgendo molti agenti portuali, cittadini, per comprendere le dinamiche che animano i porti. Infine, la parola è passata all’autore del libro, l’avvocato Alfonso Mignone, presidente del Propeller Club di Salerno, che ha raccontato qualche aneddoto del libro per poi dare una sua personale visione su quella che è la portualità meridionale del XXI secolo. Un dibattito ha concluso l’interessante presentazione del volume. 

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