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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Salute Pubblica: "Per l'impianto di Css a Costa Morena valutare il danno sanitario"

In evidenza il potenziale danno sanitario, nelle osservazioni dell'associazione brindisina Salute Pubblica nell'ambito del procedimento di Valutazione di impatto ambientale del progetto di A2A per un impianto di produzione di Css (Combustibile Solido Secondario) da bruciare assieme al carbone nella centrale Edipower di Brindisi Nord

BRINDISI – In evidenza il potenziale danno sanitario, nelle osservazioni dell’associazione brindisina Salute Pubblica nell’ambito del procedimento di Valutazione di impatto ambientale del progetto di A2A per un impianto di produzione di Css (Combustibile Solido Secondario) da bruciare assieme al carbone nella centrale Edipower di Brindisi Nord. Le osservazioni sono state depositate presso la Provincia. “E' stato fornito un dettagliato quadro  epidemiologico dello stato di salute della popolazione nella città di Brindisi e delle sue numerose  criticità. Non ultima l’evidenza di una maggiore prevalenza nelle donne di bronchite cronica ostruttiva e di un incremento di mortalità nel tempo per bronchite cronica in entrambi i sessi”, scrivono gli autori delle osservazioni in un comunicato stampa

“Ciò è tanto più importante in quanto dalla documentazione descrittiva del processo industriale in esame si ricava che la principale sostanza emessa è l’ammoniaca (NH3), un irritante delle vie respiratorie. Accanto a questa le polveri derivanti dal processo. Ai fini della Valutazione del danno sanitario, che in Regione Puglia è procedura obbligatoria per ogni impianto industriale, andrebbe anche valutato l’entità dell’impatto delle emissioni dell’accresciuto traffico pesante per il trasporto dei rifiuti, in entrata ed in uscita, nonchè quello dei materiali di scarto che, potendo permanere nell’impianto fino ad un anno, andrebbero a costituire probabilmente delle vere e proprie discariche”, viene spiegato.

Il nuovo combustibile alternativoPassando alla situazione nota, Salute Pubblica ricorda che non bisogna farsi depistare dal dato delle emissioni se le stesse risultano al di sotto del limite di legge: “Dalla letteratura specifica per la popolazione di Brindisi risulta che effetti sanitari avversi si sono osservati anche per valori di macroinquinanti all'interno dei limiti di legge. E' evidente che i macroinquinanti testati sono proxy di altri microinquinanti con effetti sanitari avversi. Considerato il lungo periodo di esercizio della centrale elettrica accanto alla quale l’impianto in questione si intende collocare, sarebbe necessario preventivamente acquisire o effettuare indagini sui terreni circostanti per inquinanti tipici della combustione del carbone come i metalli pesanti, gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) e le diossine”.

Nota di rilievo, peraltro già alla base di molti “no” alla ripresa produttiva della centrale, la sua vicinanza al centro abitato: “L'impianto risulta inoltre estremamente vicino agli abitati della circoscrizione Perrino ed alla Contrada Materdomini (sulla sponda opposta dell'impianto nel porto medio). L'Istituto Superiore di Sanità nello studio Sentieri ha infatti richiesto studi sub comunali non ancora effettuati. Il Piano Regionale per la Qualità dell’Aria colloca la città di Brindisi tra quelle situazioni per le quali è necessario ridurre le emissioni inquinanti”. E va considerato che Brindisi – come rileviamo in un altro articolo – non dispone ancora di un registro tumori aggiornato.

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