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Arriva anche a Brindisi una delle torri misura-vento di un progetto europeo

E' collegato a al programma Ipa Adriatico 2007-2013 dell'Unione Europea la creazione di un circuito di torri misura-vento che coinvolgerà sette località nell'area del Mare Adriatico: Caorle (Veneto), Interporto di Ancona (Marche), Campomarino (Molise), Ortona (Abruzzo), Brindisi (Puglia), Lehza (Albania), Ulcinj (Montenegro)

E’ collegato a al programma Ipa Adriatico 2007-2013 dell’Unione Europea la creazione di un circuito di torri misura-vento che coinvolgerà sette località nell'area del Mare Adriatico: Caorle (Veneto), Interporto di Ancona (Marche), Campomarino (Molise), Ortona (Abruzzo), Brindisi (Puglia), Lehza (Albania), Ulcinj (Montenegro). Dopo l'installazione delle prime a Ravenna (Emilia Romagna) l'anno scorso, entra cosi' nel vivo il progetto Powered (Project of Offshore Wind Energy:  Research, Experimentation, Development), partito nel 2011 e con un costo di tre milioni e seicentomila euro, in gran parte (85%) fondi europei di cooperazione transfrontaliera, il resto stanziato da sponsor. Si tratta di 8 torri di 45 metri e una di 100 metri, con anemometri collocati a varie quote. Il programma prevede anche una decima torre, da collocare però off-shore.

Questa rete di torri consentirà di migliorare “e qualificare al meglio” la mappa del vento dell’Adriatico, e implementare un sistema di previsione meteorologica di breve durata (a 24-48 ore) utile alla stima della produzione di energia elettrica di parchi eolici offshore. Powered è il  più importante progetto finanziato dal Programma Transfrontaliero Ipa Adriatico con un finanziamento europeo di circa 4 milioni e 400 mila euro. L’analisi dei dati raccolti, che verranno pubblicati sul sito di progetto, https://www.powered-ipa.it, permetterà quindi di verificare con accuratezza se vi siano aree dell’euroregione adriatica con condizioni climatiche favorevoli allo sviluppo della tecnologia eolica per la produzione di energia elettrica.

Non si tratta tuttavia di un progetto basato sui “fatturati” dei futuri campi eolici in mare aperto, dato che gli studi progettati saranno usati come base di partenza per la stesura di buone pratiche, di linee guida da usare nella progettazione dei parchi eolici offshore, identificando le aree vietate all’installazione, e stabilendo le procedure autorizzative necessarie alla presentazione di un progetto eolico offshore.

"L'obiettivo finale del progetto, che si chiuderà a febbraio dell'anno prossimo, è quello di misurare l'intensità del vento sul Mare Adriatico per definire le linee guida per sapere se, dove e come installare impianti eolici off-shore", conferma Ercole Cauti, manager del progetto Powered. "Incroceremo i nostri dati forniti dalle torri eoliche con quelli delle varie banche dati già esistenti e su questa base faremo una mappa del vento a maglia strettissima, fino a un chilometro per chilometro".

Come già detto, il progetto Powered sta valutando anche la collocazione di una torre anemometrica in mare. Powered include infine una "ricognizione puntuale di aree con vincoli ambientali, per la pesca, inopportune per pregi paesaggistici, quella sull'idoneità di aree portuali per installare cantieri per pale eoliche e uno studio sulle infrastrutture di trasporto dell'energia esistenti e su dove collocare le nuove" aggiunge il manager del progetto.

Tra i partner italiani e internazionali (Croazia, Montenegro, Albania), ci sono anche la Regione Puglia e il Consorzio Cetma che ha sede in Cittadella della Ricerca a Brindisi. Il progetto Powered “è finalizzato alla definizione di strategie e metodi condivisi per lo sviluppo dell’energia eolica offshore in tutti i paesi che si affacciano sul mare Adriatico. Tale scelta energetica – si spiega nella sintesi del progetto - consentirebbe un rapido incremento di installazioni, grazie alla riduzione delle problematiche di inserimento paesaggistico che frequentemente sono l’ostacolo principale all’inserimento di parchi eolici in territori ad alta densità abitativa o in aree ad alto valore storico e paesaggistico”.

Ci può essere un interesse industriale di Brindisi? Indubbiamente: “Oltre ciò anche le problematiche connesse al trasporto delle turbine eoliche di grandi dimensioni che, soprattutto in paesi come l’Italia è particolarmente sentita a causa delle ridotte dimensioni delle strade che collegano le vie principali con le aree interne, verrebbero ridotte. I porti industriali che si affacciano sull’Adriatico potrebbero assumere un ruolo decisivo nel processo di sviluppo, diventando veri e propri hub di smistamento ma anche centri di produzione delle componenti tecnologiche”.

Insomma, la carta che Brindisi deve giocarsi è questa, piuttosto che subire l’impatto anche di un parco eolico offshore come quello cui la Regione Puglia ha già detto no, che si intende realizzare tra Torre Mattarelle e Lendinuso, e su cui decideranno tuttavia – in base alle norme vigenti – solo i ministeri competenti. Powered ha già attuato lo scorso anno l’installazione di una torre e di una mini-torre eolica a Porto Corsini (Ravenna).

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