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"Puglia in fiamme, i Comuni predispongano il 'Catasto degli incendi'"

Spiegano i Verdi che questo strumento protegge il territorio dalle speculazioni, spesso causa di roghi dolosi, e prevede una serie di deterrenti

BRINDISI - Nei primi otto mesi di quest'anno anche la Regione Puglia ha segnato un record negativo di territorio in fiamme: ben 3.670 ettari. Dall’inizio del 2021 ai primi di agosto sono oltre 5.000 gli interventi effettuati in Puglia per spegnere altrettanti incendi, un record negativo se si pensa che in tutto il 2020 furono 5.568 e nel 2019 invece 4.181 (fonti regionali). Il territorio Brindisino non è stato risparmiato. Solo pochi giorni fa diversi ettari di macchia mediterranea sono stati inceneriti presso la zona umida di “Giancola”, sulla litoranea nord in zona Apani e Acque Chiare a Brindisi. Tantissimi sono stati i focolai meno estesi, ma ugualmente dannosi, in tutta la provincia. Con l'emergenza climatica mondiale - che è solo all'inizio - e il problema della desertificazione del nostro territorio, l'emergenza incendi si farà sempre più grave nei prossimi anni.

Europa Verde della Provincia di Brindisi chiede a tutti i sindaci, assessori e consiglieri di "farsi portavoce/garanti presso gli uffici preposti nei propri Comuni dell'aggiornamento o della predisposizione e invio del 'Catasto degli incendi'. Ciò sulla base della legge numero 353 del 21 novembre 2000, 'legge-quadro in materia di incendi boschivi' (in particolare articolo 10 commi 1 e 2) e sulla base della proroga al 31/12/2021 del 'Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2018 – 2020'”.

Spiegano i Verdi che il “Catasto degli incendi” (L. 353/2000) protegge il territorio dalle speculazioni, spesso causa di incendi dolosi, e prevede una serie di deterrenti. In sintesi: le zone percorse dal fuoco non possono avere una destinazione diversa da quella preesistente all'incendio per almeno quindici anni e questo vincolo deve essere espressamente richiamato in tutti gli atti di compravendita pena la nullità dell’atto; è inoltre vietata per dieci anni, sui predetti soprassuoli, la realizzazione di edifici nonché di strutture e infrastrutture finalizzate a insediamenti civili e attività produttive; sono vietate per cinque anni le attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale sostenute con risorse finanziarie pubbliche, salvo specifiche autorizzazioni concesse dal Ministro dell’ambiente; sono altresì vietati per dieci anni, limitatamente ai soprassuoli delle zone boscate percorsi dal fuoco, il pascolo e la caccia".

Europa Verde nazionale ha inoltrato al Governo quattro proposte: rimediare allo smembramento del Corpo Forestale dello Stato; che si esercitino poteri sostitutivi a quei comuni inadempienti (il 44 per cento solo nel 2020) che non presentano la richiesta del catasto degli incendi; politiche di mitigazione e di adattamento al cambiamento climatico e alla desertificazione (che sta raggiungendo picchi elevatissimi specie al sud Italia); richiamare l’attenzione sull’enorme rischio di movimenti franosi e alluvionali che le piogge provocheranno nei prossimi mesi nelle aree andate a fuoco.

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