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Intervento del rappresentante al senato accademico sul nuovo ddl Meloni

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BrindisiReport

Immaginate un sistema universitario in cui la qualità sia subordinata alla quantità. Immaginate un sistema universitario in cui non conta la formazione didattica, ma il nome dell'Università o dell'ente di ricerca di provenienza. Immaginate un sistema universitario in cui lo Stato ceda il suo ruolo di garante costituzionale a non precisati soggetti privati. Immaginate un sistema universitario che incentivi lo sviluppo di Università di serie A e di serie B, dove i territori economicamente svantaggiati saranno le principali vittime (soprattutto il Mezzogiorno, vedi rapporto Svimez).

Immaginate un sistema universitario sganciato dai principi dell'Unione Europea. Bene se dovesse passare l'emendamento Meloni al Ddl di Riforma della Pubblica Amministrazione c'è il serio rischio che l'immaginario che potrebbe prendere forma sia proprio questo. Non si può permettere la creazione e la legittimazione di atenei di serie A​, meritevoli, da finanziare, che ti garantiscono un determinato riconoscimento e Atenei di s​erie B, con sempre maggiori tagli e problemi di sopravvivenza, che incentivino le differenze sociali e territoriale. Non si può permettere che il sistema universitario divenga esclusivamente un "mercato" di titoli in cui si dia la precedenza a chi più possiede e non a chi più merita, puntando ad un sistema qualitativo universitario al ribasso

Un sistema universitario impoverito del valore legale del titolo di studio non sarebbe altro che un mercato di titoli accademici che non rispecchierebbero la qualità della didattica e della ricerca, da sempre simbolo dell'eccellenza italiana nel mondo Lo sviluppo della discussione non può fare a meno di considerare l'attuale sistema del diritto allo studio in Italia. Il nostro Paese è l'unico, tra i principali Stati Europei, dove esiste la figura dello studente "idoneo non beneficiario".

L'"idoneo non beneficiario" è colui che rientra a tutti gli effetti nei requisiti di reddito e di merito per ricevere sostegno da parte dello Stato (sotto forma di borse di studio, alloggi, servizio mensa gratuito e contributi relativi a materiale didattico e trasporti) ma per via dei numerosi ammanchi finanziari del Ministero competente, non ha diritto a tali incentivi. Inoltre bisogna considerare il quadro comunitario del quale l'Italia è da sempre parte integrante. Da quest'ultimo si desumono una serie di vincoli, riconosciuti dall'art. 117 1° comma della Costituzione, che fondano la loro esistenza in primis sul principio della libera circolazione dei servizi e delle persone. Per rendere possibile tutto ciò nel corso degli ultimi decenni si è intrapreso un percorso finalizzato ad armonizzare i sistemi di istruzione dei vari Paesi per creare uno spazio europeo dell'Istruzione superiore e della ricerca.

Con la creazione dell'European Credit Transfer System, La Convenzione di Lisbona, il Processo di Bologna i Paesi aderenti mirano a semplificare il riconoscimento reciproco del valore dei vari titoli di studio nazionali affinchè gli studenti abbiano la possibilità di entrare nei diversi circuiti universitari in qualsiasi momento della loro vita e favorire la loro occupabilità.

Il valore legale, di conseguenza, rappresenta la garanzia del possesso dei requisiti minimi di conoscenza e competenza, necessari per ricoprire una serie di ruoli professionali. E' infatti palese che con un'eventuale liberalizzazione del valore dei titoli di studio, questi ultimi non avranno fra loro lo stesso peso e ciò porterebbe a creare una forte disomogeneità in merito al riconoscimento dei percorsi di formazione conseguiti da alcuni cittadini rispetto ad altri. L'abolizione del valore legale del titolo di studio determina il venir meno del ruolo dello Stato di garante della formazione della persona a tutti i livelli di istruzione, sia di base che superiore, sancito dai principi costituzionali.

Alberto Liaci

Rappresentante al Senato Accademico

Università del Salento

- Link Lecce - Coordinamento Università

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