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"Infermieri sempre di meno e reparti sempre più affollati: va cambiata la rotta"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di BrindisiReport

Il sistema sanità si sta dimostrando ormai pericolosamente e sempre più 'malato terminale', perché è amministrato in meri termini 'ragionieristici', con tagli sconsiderati e crescenti costi aggiuntivi per il cittadino, perfino del meno abbiente e dello stesso malato grave a cui vengono ridotti sempre più servizi essenziali.

Il sindacato delle Professioni Infermieristiche, entrato di recente nel panorama sindacale della provincia di Brindisi con lo specifico intento di tutelare i diritti di una professione importante, delicata e bistrattata, vuole allo stesso tempo combattere in ogni modo possibile a fianco del proprio assistito, perché l'assistenza sanitaria sia la migliore possibile, la dignità del malato sempre rispettata.

La percezione che hanno i cittadini della sanità brindisina è probabilmente, anzi sicuramente, quella di un servizio che non funziona con la dovuta efficienza. Tutti gli anni si parla e si discute il modo per superare il problema , poi, sistematicamente, il tutto viene lasciato nel dimenticatoio, poichè si trascura spesso una cultura del "servizio", che ponga il paziente, il cittadino ammalato, al centro del processo di cura. Purtroppo ogni anno la storia si ripete, stavolta come sempre, ma mai tanto clamorosamente ed esplosivamente come in questi ultimi tempi. La disponibilità di posti letto negli ospedali della provincia è praticamente inesistente e così si bloccano le ambulanze grazie anche al taglio dei posti letto e delle finanziarie che ogni anno tagliano i fondi alla sanità.

E' un fenomeno che si sta ripetendo sempre con maggiore frequenza, tanto che all'arrivo nei pronto soccorso i pazienti trasportati dal 118, in assenza negli ospedali di barelle, si trattengono i malati sulle lettighe del 118 stesso. Nascono cosi situazioni spesso imbarazzanti. Da un lato l'ambulanza che dovrebbe essere deputata alle emergenze e che ha la necessità di rientrare alla base,dall'altra i medici degli ospedali che sprovvisti di posti letto, sono costretti a trattenere i pazienti con la stessa barella con la quale erano arrivati. A quel punto da una parte c'è chi spinge perché possa riavere il proprio mezzo e tornare indietro, magari perché alla Centrale Operativa è già arrivata una nuova segnalazione, da un'altra si tratta per prendere tempo e trovare nel frattempo una sistemazione per il bene del paziente.

Gli spazi nei pronto soccorso spazi sono ormai inadeguati, il personale è limitato rispetto alla domanda di soccorso, c'è carenza di risorse e di mezzi, per cui l'emergenza è costretta a rapportarsi con l'esigenza di un'utenza che, nella maggior parte dei casi, a ragione, è oramai esasperata. Addirittura in alcuni casi un medico del pronto soccorso deve allontanarsi dal proprio servizio per l'accompagnamento di pazienti abbisognevoli di trasferimento presso altre strutture sanitarie con evidenti ricadute sul servizio stesso.

E' giunto allora il momento di avere il coraggio di dire, da parte di tutti, che è stata sbagliata, in questi anni, la pianificazione, è stata sbagliata la programmazione, sono state sbagliate le scelte fatte, che sono stati ridotti in modo eccessivo e sopratutto errato i posti letto di degenza, penalizzando proprio i reparti che invece avrebbero dovuto essere potenziati facendo pagare lo scotto di scelte sbagliate ai cittadini in primo luogo ed agli operatori, che con abnegazione ogni giorno cercano di garantire l'efficacia e la qualità delle strutture sanitarie della nostra provincia. Un esempio su tutti può essere la riduzione dei posti letto nei reparti di Medicina e Geriatria che ha portato, negli anni, a un progressivo ridimensionamento della principale specialità ospedaliera in grado di curare proprio i pazienti fragili e complessi e che ha portato ad una vera e propria emergenza sanitaria. Questo è anche, a nostro modo di vedere, una delle principali cause dell'affollamento attuale nei pronto soccorso: i tantissimi pazienti che devono essere ricoverati. Sono pazienti gravi, gravissimi, anziani, non anziani e molto complessi. Questo è il punto cruciale: più dell'80% dei pazienti che richiedono il ricovero stazionano al Pronto Soccorso perché non trovano un letto disponibile nei reparti. Di qui la ricerca di soluzioni estemporanee come il ricovero "in appoggio" in altri reparti o addirittura "in barella", mettendo così a rischio sia i pazienti, sia il personale di assistenza.

Ma non solo Medicina e Geriatria. In ogni servizio, unità operativa della ASL Brindisi gli infermieri della sono sempre di meno, hanno carichi di lavoro sempre più pesanti, lavorano senza personale di supporto, vi è scarsa valorizzazione delle professioni, una riduzione della motivazione. Un dato importante vogliamo inoltre evidenziare in riferimento alla recente denuncia della CGIL sul demansionamento: dal 26 febbraio 1999, giorno in cui la legge 42 decreta il definitivo superamento del concetto di. "professione sanitaria ausiliaria" nulla è cambiato. Il demansionamento era ed è imperante in ogni struttura ospedaliera, in ogni servizio ed unità operativa. In ogni struttura ospedaliera, servizio ed unità operativa della ASL Brindisi impera una sottoutilizzazione dell'infermiere, una utilizzazione distorta della sua professionalità, un impiego improprio, in pratica un "tappabuchi", nei fatti snaturamento della professione, sfruttamento della professione, lesione dei diritti della professione. Dal 1999 ad oggi vuol dire, quindi, che poco o nulla è stato fatto da parte di tutti, sopratutto da parte di chi i diritti lesi doveva difendere. Non di può dare torto, d'altra parte, alla FIALS, pur con le sue innegabili responsabilità, quando afferma che "ci vuole coraggio, tanto coraggio a denunciare che nell'Ospedale brindisino vi è una situazione insostenibile per cui deve intervenire la nuova Direzione Generale. C'è da meravigliarsi poi se si pensa che tale denuncia arriva dagli stessi sindacati che hanno favorito il depauperamento del personale infermieristico dell'Ospedale "Perrino" di Brindisi. Una fuga di infermieri con imboscamenti sui servizi territoriali o in altri ospedali senza alcuna motivazione organizzativa e contro gli stessi atti aziendali sulla mobilità."

Il Nursind vuole dire anche la sua sulla questione dei volontari 118. Era il 25/04/2014 quando l'allora assessore regionale alla Salute Elena Gentile così affermava: "il 118 non sarà più gestito da associazioni di volontariato". Il 24/06/2014 dovette però affermare che "il volontario non è un lavoratore. Il volontario è un cittadino che volontariamente offre il suo lavoro, parte del suo tempo, per contribuire all'organizzazione del servizio. Per cui questi cittadini volontari non possono godere della clausola sociale, non avendo un contratto di lavoro alle spalle". Anni prima di allora e da allora, sistematicamente, in particolare in coincidenza di competizioni elettorali, si ripropone la questione internalizzazione volontari 118. Sappiamo benissimo e sa benissimo la CISL che la questione e ben più complessa di come vuole prospettarla e si può evitare di creare facili illusioni a persone che quotidianamente offrono il proprio servizio con abnegazione e professionalità.

Il Nursind fa, quindi, un appello e delle proposte concrete al futuro Governatore della Regione Puglia e al Management della ASL Brindisi: in attesa di una riprogrammazione della sanità regionale e provinciale, molti sono i modelli organizzativi che si potrebbero implementare mutuandoli da alcune realtà dove hanno avuto successo

Fra questi, oltre all'attivazione, nei pronto soccorso della provincia, della Osservazione Breve Intensiva e della Medicina d'Urgenza con almeno 8 posti letto come deliberato dalla Giunta regionale il 28/10/2014

  • Il Bed manager figura che crea le condizioni per usare al meglio tutti i posti letto disponibili nella struttura attraverso la programmazione di tutta l'attività di ricovero (chirurgica e medica), l'attività chirurgica, l'attività ambulatoriale e pianificando in modo dinamico la logistica dei paziente in base alle fasi della degenza e cercando di creare anche una appropriata e sufficiente disponibilità di posti letto per tutta la domanda proveniente dal DEA

  • Le "discharge room" o camere delle dimissioni nate per facilitare lo scorrere del flusso dei pazienti in uscita dall'ospedale e quindi per ridurre l'attesa di coloro che, entrati dal pronto soccorso, vengono destinati ai vari reparti

  • I repartI a gestione infermieristica dedicati ai pazienti che hanno superato la fase acuta della malattia e a quelli con patologie croniche presi in carico e assistiti fino alle dimissioni, con un programma personalizzato di recupero

  • Il modello "see and treat" nei pronto soccorso, protocollo che deriva da un modello organizzativo inglese "Vedi e Cura" dove gli stessi infermieri accuratamente formati e in base alle loro competenze scientifiche sono in grado di gestire e dare una risposta a delle problematiche cliniche di natura minore e che quindi non richiedono accertamenti diagnostici e strumentali

  • Il "Fast track" nei pronto soccorso, modello organizzativo consistente in percorsi veloci a gestione infermieristica, già attuato e consolidato in alcune realtà regionali, e la possibilità di individuare con le competenze esercitate dall'Infermiere di triage l'invio diretto allo specialista e/o alla diagnostica in presenza di protocolli, procedure, istruzioni operative validate dall'azienda bypassando la fase di inquadramento e valutazione clinica del medico di Pronto Soccorso

  • L'Infermiere di famiglia che può avere un ruolo fondamentale lungo tutto l'iter assistenziale dalla promozione della salute, alla prevenzione della malattia, alla riabilitazione, all'assistenza dei malati terminali e non

Nursind vuole inoltre richiamare l'attenzione del Management della ASL Brindisi sul tema dei precari della sanità anche alla luce del recente DPCM PRECARI e della mobilità negata al fine di trovare soluzioni giuste ed uniformi su tutto il territorio regionale.

Un invito quindi ci sentiamo di rivolgere a tutti: un tavolo comune, una cabina di regia, l'impegno di tutti in quanto gli errori fatti e i problemi sono tanti. Le speranze del NurSind nell'arrivo del nuovo Management nella ASL Brindisi sono ancora vive, ma speriamo di vedere presto risultati concreti in una gestione davvero nuova, nella quale il paziente torna ad essere la principale preoccupazione della nostra sanità, mettendo fine ad un assurdo modo di agire che ha portato a questa situazione inaccettabile

Come organizzazione sindacale di categoria possiamo affermare che gli infermieri non vogliono più restare a guardare, a subire le scelte di politica sociosanitaria regionali e aziendale. Ogni giorno rischiamo sempre di più imponendoci di omettere attività fondamentali per i pazienti. Gli infermieri ci sono e vogliono dare il loro contributo a tutela non solo della professione ma anche e sopratutto a tutela del cittadino malato

Brindisi 22/04/2015

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