Corsi massacrati dai veicoli: è ora di ridiscutere sulla mobilità urbana
L'immagine è quella ricorrente. Quasi familiare. Non costituisce certamente una novità la presenza di operai sul corso di Brindisi, intenti a cercare di mettere a posto le tante basole dissestate, frantumate, massacrate dal rivelante numero di veicoli di ogni tipo e peso, che si lasciano transitare giornalmente sui corsi
BRINDISI - L’immagine è quella ricorrente. Quasi familiare. Non costituisce certamente una novità la presenza di operai sul corso di Brindisi, intenti a cercare di mettere a posto le tante basole dissestate, frantumate, massacrate dal rivelante numero di veicoli di ogni tipo e peso, che si lasciano transitare giornalmente sui corsi. Un costoso sistema di rompi e ripara, senza soluzione di continuità. Quasi una catena di montaggio. Mentre da una parte si cerca di mettere a posto le tante basole danneggiate, moltissimi mezzi pesanti in transito provvedono a danneggiare tutte le altre situate sui corsi.
Una storia infinita, che si snoda nell’indifferenza di chi ha la responsabilità e il dovere di intervenire , per evitare di sprecare il denaro dei cittadini, ma anche per impedire che possano verificarsi situazioni di rischio per la loro incolumità fisica. Naturalmente, tutto il peso economico dei lavori di ripristino, del risarcimento dei danni e di immagine, viene posto a carico dei cittadini e della città. Non si può certamente dire che avviene per caso, per colpa del destino, che non ci siano responsabilità.
A palazzo è noto a tutti che quelle basole costituiscono un elemento di pregio architettonico, a destinazione prettamente pedonale. Non in grado di sopportare il peso delle automobili, meno che mai dei mezzi superiori a 35 quintali, senza subire danni rilevanti. Come sta accadendo. E’ anche noto che è stato consentito il permesso al transito dei mezzi superiori a 35 quintali, subordinandolo però al versamento di un ticket, un pedaggio, quasi una licenza a danneggiare, che nessuno ha mai pensato di riscuotere o verificarne il pagamento.
Siamo in presenza di un vero e proprio danno erariale continuato. Uno spreco di risorse economiche, che dovrebbe impegnare l’amministrazione comunale a riconsiderare i provvedimenti adottati negli anni scorsi, ma anche a segnalare la situazione e la quantificazione complessiva del danno alla Corte dei Conti.
Ma questa può essere l’occasione per riflettere finalmente sul sistema attuale di mobilità, accessibilità e di sosta nel centro storico o a servizio del centro storico, che mostra tutti i difetti di una mobilità urbana praticata in affanno, al costante inseguimento dei problemi, con un approccio disorganico, sperimentale, che non è mai riuscito a superare l’egoismo delle personali convinzioni del responsabile di turno, a penetrare la complessità della materia, a confrontarsi con il territorio, con l’ambiente, con l’urbanistica, con la sicurezza, con i tempi, le abitudini, il ritmo della città, ma, essenzialmente, con la vita della persone.
Questi sono i ritardi e le difficoltà su cui si deve misurare con urgenza la città, procedendo alla elaborazione di quei piani di traffico, di mobilità e di sosta, di cui si sente la mancanza da tempo e che vanno poi messi in pratica, realizzati e non fatti ammuffire nei cassetti delle scrivanie, funzionali solo a liquidare i rilevanti costi di progettazione, come purtroppo è accaduto in passato. Con i risultati e i problemi che sono giornalmente sotto gli occhi di tutti.