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Pd, Bruno azzera la segreteria provinciale: “Espulsioni frettolose”

"Non mi hanno avvisato e hanno messo alla porta anche chi non si è candidato in altre liste come Sante Livrano, persona per bene: ora se hanno i numeri mandassero me a casa". Sul caso Brindisi, niente dire neanche su Vito Camassa vicino a Ribezzi, sostenitore della Carluccio. Congressi tra novembre e dicembre

BRINDISI – Il Pd da questa mattina non ha più una segreteria provinciale, eccezione fatta per lui, il segretario Maurizio Bruno, anche presidente della Provincia nonché sindaco di Francavilla Fontana, il quale (ovviamente) non poteva depennare se stesso nel momento in cui ha deciso l’azzeramento della segreteria per far posto a un ufficio politico in attesa dei congressi.

Sandra Antonica-4Non si è dimesso. Anzi. Intende restare al “suo” posto, ma non poteva andare avanti con i componenti della segreteria, peraltro già claudicante da tempo, in seguito alle dimissioni del vice Daniela Faggiano, che da qualche ora sono diventati ex a tutti gli effetti. Fuori Sandro Anelli e Corrado Tarantino, solo per fare qualche nome. Esattamente come ex del Pd sono diventanti coloro i quali si sono candidati in liste alternative o hanno sostenuto altri candidati sindaco. Vendetta? Nei fatti, la considerazione ci sta tutta. Così sembrerebbe.

Bruno, nella conferenza stampa lampo tenuta in mattinata davanti al portone di ingresso della sede del Pd, in via Osanna, dopo essere stato raggiunto dai lavoratori della Santa Teresa, fa riferimento solo e soltanto alla sua voglia di ricostruire il partito guardando al futuro dopo le elezioni che in terra di Brindisi, con riferimento a quanto avvenuto nel capoluogo, fanno riflettere. Impongono una riflessione sulla caduta del Partito democratico, costretto alla resa davanti al Movimento Cinque stelle, diventato la prima forza politica, nonché alla resa di fronte agli ex Consales che hanno trainato la candidatura della centrista Angela Carluccio.

Ma il punto non è questo per Bruno. Non è questa la vera motivazione dell’azzeramento della segreteria. Cos’è successo allora? “E’ accaduto che quando sono state decise le espulsioni dal Pd nessuno mi ha informato”, dice. Com’è possibile? Se ne parlava da tempo. Tempestive non solo state, fermo restando che gli organi del partito seguono regole e iter precisi. “Possibile, dopo un lavoro elettorale non  collegiale”, va avanti. Eppure Bruno durante la campagna elettorale parlava di allineamento tra la segreteria provinciale, quella regionale di Michele Emiliano (all’epoca) e il commissario cittadino di Brindisi Sandra Antonica, così come di intesa perfetta si raccontava quando si chiedeva la sostituzione dei due assessori di Consales, Pasquale Luperti e Antonio Monetti, per l’Urbanistica e i Rifiuti.

Acqua passata, si dirà, che però Bruno rivanga per poi arrivare al casus belli. Tornando al presente, ecco la versione del segretario provinciale: “L’espulsione dal Pd è stata a mio avviso frettolosa, scorretta e per niente improntata al buon senso”, dice. “Non solo non mi hanno informato, eppure sarebbe bastata un telefonata, ma per di più hanno cacciato una persona per bene come Sante Livrano di Fasano, per un motivo che non riesco a capire. Ecco questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, potete anche scriverlo, perché è giusta l’espulsione di chi ha tradito il nostro partito candidandosi altrove, ma non è ammissibile che lo stesso metro sia usato per chi invece non ha accettato l’ingresso in altre liste”.

Ovviamente i giornalisti non hanno bisogno del permesso di Bruno nel riportare dichiarazioni che lui stesso rilascia in conferenza stampa, sia pure in versione “stradale”. Ad ogni modo, il concetto è chiaro: il Pd ha decretato il divorzio, Bruno è passato all’attacco. “Non si possono consumare vendette personali e ripicche usando il partito che si spende e deve farlo per la soluzione di problemi che interessano la gente comune. E la Santa Teresa è uno di questi, solo per far un esempio”, continua Bruno.

“Chi pensa che il Pd possa essere usato a proprio piacimento, si sbaglia e pure di grosso: non è un comitato elettorale. Non lo è e io resto al mio posto, ora se hanno i numeri per mandarmi via, che lo facciano pure”. Tutto questo per il caso Fasano.

Luciano Loiacono e Salvatore Brigante-2Ma il Pd non è solo Fasano. C’è anche Brindisi, ma sul capoluogo a quanto pare il segretario provinciale non sembra essere preparato: “So che hanno deciso espulsioni”, si limita a dire. Tra quanti sono stati messi alla porta,  ci sono Luciano Loiacono, Salvatore Brigante, Umberto Ribezzi, tutti dei Democratici per Brindisi, Marika Rollo, Pasquale Luperti e Antonio Monetti transitati in Impegno sociale. Espulsione tardiva perché arrivata solo ora. Ci sono poi, il notaio Michele Errico garante della legalità e della trasparenza dell’Amministrazione di Angela Carluccio e ancora Vito Camassa e Raffaele Mauro.

Camassa, Ribezzi e Mauro questa mattina si sono trovati a passare davanti alla sede del Pd di via Osanna: sono fuori dal partito avendo sostenuto in maniera indiretta Carluccio sindaca. Qualche giorno fa, il nome di Camassa si dice sia stato avanzato da Ribezzi come possibile assessore alle Attività produttive. “Non lo so”, taglia corto Bruno. “Io stavo cercando solo di rilanciare il partito e pretendevo condivisione per dare la giusta considerazione alle differenti sensibilità. invece questo è il risultato. Per quanto mi riguarda si va avanti con un ufficio politico nel quale ci sono parlamentari, consiglieri regionali, anche Antonella Vincenti,  e la stessa commissaria Antonica”.

I congressi provinciale e cittadino sono all’orizzonte: probabilmente fra novembre e dicembre. Nel frattempo il Pd di Brindisi è costretto a fare i conti con sceneggiature che raccontano di tensioni, se non proprio incendi estivi.

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