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Giovedì, 25 Aprile 2024
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I misteri del bilancio comunale: 163mila euro di sponsorizzazioni Enel mai incassati

I sindaci revisori del Comune di Brindisi, nella loro relazione al rendiconto dello scorso anno, eseguendo una verifica a campione sui alcuni residui datati hanno rilevato una inefficiente, approssimativa e superficiale gestione dei crediti e debiti del Comune

BRINDISI - I sindaci revisori del Comune di Brindisi, nella loro relazione al  rendiconto dello scorso anno, eseguendo una verifica a campione sui alcuni residui datati   hanno  rilevato una inefficiente, approssimativa e superficiale  gestione dei crediti e debiti del Comune, capace di influire sul risultato di gestione. Una circostanza  che ritengono di dover porre all’attenzione dei competenti organismi giurisdizionali. E per questo hanno condizionato il loro parere favorevole, fra l’altro,  al vincolo totale dell’avanzo di amministrazione. Non si devono spendere quei 5 milioni di euro perché potrebbero essere necessari per evitare tensioni finanziarie.

A titolo di esempio, prendendo in esame un numero limitato di situazioni di credito riportate  in quella relazione,  hanno evidenziato che risultavano iscritti  in bilancio: un credito di 50.000 euro, datato 2005,  dichiarato dai revisori  di dubbia esigibilità, riveniente dalla sponsorizzazione dell’Enel al convegno su “Brindisi città d’acqua” , per il quale al di là dell’invio di una mail il 5 marzo 2014, a nove anni di distanza, non risulta attivata alcuna azione di recupero del credito; un credito residuo di  63.146,27 euro, dichiarato dai revisori  di dubbia esigibilità, riveniente dalla sponsorizzazione dell’Enel  della “Settimana della cultura”, per il quale non risulta alcuna evidenza dell’accordo di sponsorizzazione e attivata  alcuna azione di recupero del credito.

Il municipio di BrindisiE poi ancora un credito residuo 50.000 euro, riveniente dalla sponsorizzazione del secondo convegno su Brindisi città d’acqua. Non  risulta attivata alcuna azione di recupero. Inoltre il funzionario che ha curato l’istruttoria di riaccertamento del credito, ha riferito di non essere riuscito in alcun modo a contattare il creditore (?); un credito per complessivi 2.501.715 euro, dichiarati da revisori parzialmente esigibili, in quanto, oltre ad essere in parte molto datati e perciò prescritti, sono vantati anche nei confronti di soggetti giuridici estinti.

Un piccolo spaccato di quella montagna di crediti  alcuni dei quali risalenti a molti anni addietro, al di là della prescrizione quinquennale, che pesa sul bilancio comunale e desta non poche perplessità sulla possibilità di poter effettivamente incassare molti di quei crediti. Non  si sa anche  se nel frattempo, fra un parere e l’altro, quei crediti siano stati cancellati e/o si sia attivata una indagine interna per comprendere  i motivi di quella che appare quantomeno trascuratezza nel  recupero di quei crediti e sull’  eventuale accertamento della responsabilità.

Non di meno emerge un quadro complessivamente difficile, preoccupante, soffocato dalla rimanenza di  224.606.137,69  euro di  residui attivi ( crediti) e 202.282.934,82 di residui passivi ( debiti ). Anche se  si è provveduto a cancellare 33.327.166,02 euro di crediti  e 28.542.102,99 euro di debiti. Un terzo dei quali cancellati in fretta e furia negli ultimi giorni, fra un parere e l’altro dei revisori.

E i cittadini in questa storia non c’entrano niente? Non devono sapere in che modo si amministra l’ente comunale, perché non si incassano i crediti, perché si lasciano dormire per tanto tempo? Devono accettare e/o subire in silenzio e limitarsi solo a pagare le tasse? Mi chiedo se in questa città ha qualche valore il decreto legislativo 33/2013 sulla trasparenza,  che nella  funzione di controllo assegnata ai cittadini,   consente loro l’accessibilità totale alle informazioni concernenti  l’attività della pubbliche amministrazioni,  compreso il diritto di  conoscere la natura dei debiti e crediti del comune, la loro anzianità,   ma anche  i motivi e le eventuali responsabilità per cui quel credito non è stato incassato e cancellato e quell’impegno non è stato speso.

La ex Corte d'Assise di BrindisiMa anche se in quelle circostanze si siano determinate situazioni di danno erariale, che andrebbero segnalate alla  Corte dei Conti. Sembrerebbe proprio no considerato, che  le determinazioni dirigenziali pubblicate sul sito web del Comune, nelle quali sono rendicontati i debiti e i crediti in rimanenza e quelli cancellati, non contengono in gran parte  l’elenco di questi crediti e debiti, ma anche le ragioni, la causale giuridica  per cui  62 milioni di euro di essi sono stati cancellati.

Quasi fosse un fatto interno, riservato, che fa ritornare alla mente altre epoche e altri regimi. La stessa richiesta di accesso civico avanzata il 29 maggio scorso , contenente la richiesta dell’elenco completo dei residui attivi, dei residui passivi e di quelli cancellati con la motivazione della cancellazione, non è stata ancora soddisfatta.

Si insiste ad adottare questo sistema poco trasparente, nonostante la legge disponga che al rendiconto debba essere allegato l’elenco dei residui attivi e passivi, distinti per anno di provenienza, che per gli atti amministrativi di cancellazione, come per tutti gli atti dello stesso tipo, esiste l’obbligo della motivazione, che ne costituisce l’elemento essenziale, come stabilisce anche il principio contabile numero 2 dell’Osservatorio per la contabilità degli enti locali del Ministero dell’interno.

Il Comune di Brindisi-2Così si fa degradare un atto cosi importante, a dato meramente  contabile o statistico, per cui è  sufficiente farne una semplice quantificazione complessiva. E’ chiaro che persistendo questa situazione di assoluto silenzio, di riluttanza alla trasparenza, attestata oltre che  dalla mancata risposta all’istanza di accesso civico, dal mancato adeguamento  del regolamento  comunale per la disciplina dell’albo pretorio on line alle disposizioni di legge, non  rimane che adire, il responsabile del potere sostitutivo e il  Ministro  per la pubblica amministrazione e la semplificazione, ma anche, e non ultimo, seguire l’esempio dei revisori per chiedere la copia dell’elenco complessivo dei residui attivi e dei residui passivi e di quelli cancellati, con  la causa giuridica   che ha autorizzato  la cancellazione.                             

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