
Intervento/ Chiarezza su crediti e debiti del Comune: i cittadini devono sapere
Credo che si possa agevolmente convenire, che le cattive abitudini sono dure a morire. Si insiste, in questo, come in altri campi, a replicare le pratiche del passato, che sottende la considerazione, che i cittadini non contano, o almeno contano solo quando devono pagare le tasse
Credo che si possa agevolmente convenire, che le cattive abitudini sono dure a morire. Si insiste, in questo, come in altri campi, a replicare le pratiche del passato, che sottende la considerazione, che i cittadini non contano, o almeno contano solo quando devono pagare le tasse. Infatti, nonostante quanto disposto dalla legge, si continua a non pubblicare, allegate al bilancio consuntivo, le determinazioni dei dirigenti contenenti l’elenco dei crediti e dei debiti del Comune di Brindisi.
Dalla delibera di giunta n. 146 del 19 maggio 2014, si rileva solo che il bilancio del Comune di Brindisi, si trascina crediti per 234.696.591,38 euro ( 455 miliardi di vecchie lire), molti dei quali, considerata la deriva negativa degli anni scorsi, sicuramente anteriori al limite della prescrizione e debiti per 213.018.420,09 euro ( 412 miliardi di lire) . Una situazione che oltretutto attesta un notevole incremento rispetto a quella dello scorso anno, che aveva registrato 201 milioni di euro di crediti e 191 milioni di euro circa di debiti.
Si tratta di cifre considerevoli, che nessuna azienda votata all’efficienza potrebbe sostenere e che dovrebbe determinare l’amministrazione comunale a incrementare il fondo di svalutazione crediti e quindi l’entità dei fondi vincolati. Periodicamente in questi ultimi anni ho posto all’attenzione della amministrazione comunale la questione dell’ eccessivo volume di residui attivi ( crediti) presenti in bilancio, perché possono condizionare o meglio alterare gli equilibri di bilancio, in quanto, concorrendo a determinare l’avanzo di amministrazione, possono alimentare la spesa sulla base di un credito, che potrebbe rilevarsi inesigibile.
Somme che per tante ragioni, non ultima la prescrizione, il Comune potrebbe non incassare, ma comunque spendere. La stessa Corte dei Conti ha più volte sottolineato, che il mantenimento di un certo volume di residui attivi (crediti) può costituire un grave rischio per il bilancio dell’ente comunale, che può essere esposto a forti tensioni finanziarie. Proprio per la loro rilevanza il legislatore ha stabilito, che al rendiconto debba essere allegato l’elenco dei residui attivi e passivi, distinti per anno di provenienza ( punto 5c dell’art. 227 del testo unico degli enti locali ), ma anche l’obbligo di accantonare in bilancio un fondo di svalutazione crediti non inferiore al 25% dei crediti risalenti a più di 5 anni.
Ma allo stesso rendiconto va allegato anche l’elenco di quelli annualmente eliminati. Spetta sicuramente ai dirigenti comunali la responsabilità del recupero di quelle somme, dell’ accertamento della esigibilità di quella entrata o la ragione del mantenimento di quella spesa in rimanenza. Possono procedere alla loro cancellazione quando ne ricorrano le condizioni giuridiche, dandone però adeguata motivazione, come è necessario per ogni atto amministrativo, ma come anche stabilisce il principio contabile n. 2 dell’osservatorio per la contabilità degli enti locali del Ministero dell’interno.
E’ proprio l’elenco dei residui in rimanenza, quelli cancellati, ma anche il motivo della loro cancellazione, ripropone il tema della trasparenza elaborato dal Dlgs n. 33/2013, inteso come accessibilità totale alle informazioni concernenti l’attività della pubbliche amministrazioni, allo scopo di eliminare le aree di opacità nel loro operato, consentendo ai cittadini di poter verificare, in termini di efficacia ed efficienza, il buon andamento della pubblica amministrazione, gli eventuali sprechi, il corretto utilizzo delle risorse pubbliche.
Non credo che un’operazione così delicata come lo stato dei crediti e debiti di un’amministrazione comunale, ma anche il motivo della cancellazione di alcuni di essi, non debba essere conosciuta dai cittadini o possa degradare a dato meramente contabile o statistico, per cui sia sufficiente farne una semplice quantificazione complessiva. Dal mio punto di vista risulta una procedura inaccettabile, non esprimere forti perplessità sulla cancellazione dei crediti senza indicazione alcuna del motivo, ma anche sulla presenza in bilancio di crediti datati, senza avere cognizione alcuna sull’attività effettivamente esercitata per recuperare quelle somme.
Ritengo che, come me, tutti i cittadini, in applicazione delle loro funzioni di controllo, per una questione di trasparenza, così come viene intesa dal Dlgs n. 33/2013, abbiano il diritto di conoscere la natura dei debiti e crediti del Comune, la loro anzianità, comprendere perché non sono stati incassati e cancellati, ma anche se eventualmente ci sono state eventuali responsabilità che abbiano determinato il mancato introito di queste somme.
A questo faccio riferimento per chiedere, in applicazione della funzione di controllo democratico riveniente dalla legge, l’elenco dei residui attivi e passivi (crediti e debiti ) in rimanenza, distinti per anno, compresi quelli eliminati con l’indicazione dei motivi della loro cancellazione.