Nessuna traccia dell'atto e dei 24mila euro stanziati per spiegare ai cittadini il bilancio
Nel 2010 fu dato incarico per la la sua redazione ad una società esterna al Comune per fra comprendere alla gente in che modo vengono utilizzate le risorse economiche del comune. Il corrispettivo pattuito era di 24.000 euro. Ad oggi del bilancio sociale si sono perse le tracce
Il tema è quello della trasparenza e della comprensione dei dati di bilancio. Una materia ostica, in cui la gente normale ha difficoltà a districarsi, per cui sarebbe necessario renderla intellegibile alla gran parte dei cittadini. A questo scopo, in seguito all'approvazione in consiglio comunale di un ordine del giorno che dava mandato al sindaco e alla giunta di redigere un bilancio sociale, nel 2010 fu dato incarico per la la sua redazione ad una società esterna al Comune per fra comprendere alla gente in che modo vengono utilizzate le risorse economiche del Comune. Il corrispettivo pattuito era di 24.000 euro. Ad oggi del bilancio sociale si sono perse le tracce.
Mentre a palazzo di città si discute con grande fervore sul rendiconto del Comune di Brindisi relativo all’attività dell’anno 2013, sui rilievi, sulle raccomandazioni, sulle condizioni poste nel parere redatto dal collegio dei Revisori, sui crediti e debiti ereditati dalla precedente amministrazione, in città prevale il silenzio, l’indifferenza di molta parte dei cittadini brindisini.
Eppure si tratta di uno fra i documenti più importanti della città, perché racconta l’attività amministrativa compiuta nel corso dello scorso anno, quanto è stato realizzato o non realizzato, pur essendo stato programmato, le difficoltà, le emergenze, la capacità dell’Amministrazione di stare sui problemi, di risolverli, di creare le occasioni di sviluppo per il territorio.
In sintesi, la capacità dell’ Amministrazione di essere all’altezza del compito, che la comunità gli ha affidato. Anche la stampa, le televisioni locali si sono limitate a darne una parziale informazione, senza entrare nel merito della complessità di un documento, di cui moltissimi non riescono a penetrarne l’articolazione, proprio perché la sua lettura risulta faticosa, ostica e, comunque, di difficile comprensione.
Sembra essere stato pensato, cosi come accade per moltissimi documenti finanziari, per impedire alla gente normale di capire, di poterci mettere il naso, di poter controllare. Quasi fosse riservato a pochi addetti ai lavori. Niente è concretamente cambiato in questi ultimi anni, nonostante non ci sia stato politico locale, che non abbia assunto la trasparenza ed il coinvolgimento del cittadino come impegno ed obiettivo programmatico dell’azione amministrativa.
Una dichiarazione di principio che è rimasta sempre sulla carta, priva di ogni effetto pratico, considerata la mancata realizzazione di strumenti adeguati a dare una risposta concreta a questa esigenza. Molti Comuni stanno già da tempo sperimentando un nuovo terreno di confronto e di coinvolgimento dei cittadini, adottando un linguaggio semplice, comprensibile, per dare evidenza concreta delle azioni svolte e dei risultati conseguiti, riportando accanto alle cifre di bilancio, la descrizione del senso sociale dell’impegno dell’amministrazione.
Altri sono andati anche oltre, pianificando la partecipazione attiva dei cittadini e degli attori economici e sociali, addirittura nella fase della elaborazione dei bilanci e dei progetti, che è servita a ricomporre il rapporto di fiducia con le istituzioni e la rappresentanza politica, revocati in dubbio da tantissimi casi di inefficienza, di sprechi, di privilegi e di abusi, di questi ultimi anni, ma anche dalla mancanza di un effettivo controllo degli elettori sugli eletti.
Una ricerca nuova, risultata altrove vincente, perché si vanno ad esplorare i bisogni dall’interno del tessuto urbano, alla ricerca dei saperi, delle idee, delle speranze dei cittadini, che vivono da vicino i problemi e che finalmente possono non solo raccontarsi, ma proporsi anche nella fase di elaborazione dei progetti, individuando le priorità e gli obiettivi da incardinare nei bilanci della comunità.
Una nuova cultura dell’amministrare ancora estranea alla nostra amministrazione, che ripete negli atti il rituale di sempre, in cui non sembra aver trovato ancora effettiva cittadinanza lo stesso concetto di “trasparenza totale” elaborato recentemente dal decreto legislativo n.33 del 14 marzo 2013, che nell’art. 29 regolamenta la pubblicazione dei dati relativi al consuntivo, in forma sintetica, aggregata e semplificata, facendo anche ricorso a semplificazioni grafiche al fine di assicurare la piena accessibilità e comprensibilità, per consentire ai cittadini di potere misurare i risultati in termini di servizi forniti e di interventi realizzati.
In questo stesso contesto di trasparenza e di intelligibilità si inseriva il mandato , contenuto in quell’ordine del giorno del giugno 2007, presentato dalla consigliera Tiziana Brigante e da chi scrive, e votato all’unanimità dal consiglio comunale, con il quale si impegnava il sindaco e la giunta dell’epoca ad introdurre la redazione del “bilancio sociale” nell’amministrazione comunale di Brindisi.
Purtroppo ancora oggi, nonostante siano ormai trascorsi 7 anni, da quel mandato e 4 anni dall’affidamento ad una società esterna della elaborazione e redazione di un bilancio sociale al costo di 24.000 euro, non si ha notizia alcuna, sia della effettiva redazione e consegna al Comune dello schema di bilancio sociale, che nelle previsioni doveva essere completato in tre mesi, sia della somma effettivamente corrisposta dal Comune, che in base agli accordi doveva essere interamente corrisposta in 12 mesi dalla sottoscrizione del protocollo.
In molti c’è la convinzione, che si siamo sprecati 24.000 euro, che siano stati pagati totalmente, senza ricevere alcunché. Ma che sarebbe opportuno verificare e informare i cittadini, anche per fugare il dubbio, che nella circostanza si sia sottoscritto un contratto, senza vincolare il pagamento del corrispettivo alla consegna del progetto.
Credo che gli ultimi avvenimenti, anche elettorali, abbiano dimostrato che i brindisini, stanchi delle tante promesse non mantenute, hanno finito per smarrire il senso e la funzione della politica, dalla quale a grandissima maggioranza hanno voluto rimarcare la distanza attraverso il massiccio ricorso all’astensione ed al voto di protesta. Hanno voluto dire a chiare lettere che non accettano più di subire passivamente le inadeguatezze e le tante dimenticanze.
Proprio per questo, non credo che ci sia più molto tempo a disposizione per intervenire, né alibi sui quali aggrapparsi. Bisogna attrezzarsi diversamente per dare senso e spessore alla delega dei cittadini, cogliere e non sprecare la richiesta di cambiamento che viene dal paese, dando una risposta nuova, assicurando trasparenza, coinvolgendo i cittadini, lavorando insieme per assicurare un futuro a questa città, con un programma concreto di interventi, che definisca le priorità e tempi , per riportare tra la gente il vero senso e l’ indispensabilità della politica. Per dare un futuro a questa città.