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Giovedì, 25 Aprile 2024
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"Se il Comune non ha progetti, perderà i beni dello Stato opzionati"

Mauro D'Attis lancia l'allarme. C'è tempo solo fino al 31 dicembre, poi il rischio che l'Agenzia del Demanio metta tutto all'asta: da Forte a Mare, alla Batteria Brin, alle ex caserme Ederle e Carafa, e tanto altro ancora

BRINDISI - Chi sa cosa stia facendo per la città di Brindisi questa amministrazione comunale, alzi la mano, dicono dall'opposizione. Sul piano dell'acquisizione di aree, beni immobili e progettazione del loro riutilizzo l'esordio è stato negativo con la rinuncia alla presa in consegna dell'area strategica della ex Zona Pol della Marina Militare (lasciata all'Autorità Portuale), malgrado il Comune disponesse di una proposta inserita nella bozza del Pug sulla nuova destinazione da dare al sito.

LA SCADENZA - Ma ora incombe il rischio anche della perdita della prelazione sui beni richiesti nel 2011 all'Agenzia del Demanio, per i quali bisognava presentare progetti entro il 31 dicembre 2016. Lo ricorda il capogruppo di Forza Italia, Mauro D'Attis, in una interrogazione a risposta scritta indirizzata al sindaco Angela Carluccio, all'assessore con delega al patrimonio, e al presidente del consiglio comunale.

L'ex vicesindaco Mauro D'AttisIl richiamo di D'attis oggi è all'elenco dei beni richiesti alla fine del 2011 dall'amministrazione di Domenico Mennitti allo Stato. Il 2 giugno di quell'anno, peraltro, Legambiente scriveva al sindaco Mennitti: “Nelle scorse settimane l'Agenzia del Demanio dello Stato ha comunicato un aggiornato elenco di Beni di cui è possibile l'alienazione da parte di privati e, preliminarmente, l'assegnazione a pubbliche Amministrazioni che esercitino il diritto di prelazione entro il prossimo 26 giugno 2011".

LA STORIA - Nell'elenco, ricordava Legambiente, "compaiono beni di notevole valore storico, culturale, ambientale e paesaggistico e che è necessario sottrarre a rischi di speculazione edilizia, tanto più in un momento in cui la città di Brindisi ha avviato un processo di formazione partecipata del Piano Urbanistico Generale e, in funzione di esso, una revisione dei criteri fondanti la pianificazione, con l'obiettivo della riqualificazione ambientale e culturale, della sensibile riduzione del carico inquinante ed antropico e della conseguente sostenibilità territoriale", elencandone alcuni. 

Il 27 giugno 2011 l’allora vicesindaco Mauro D’Attis faceva sapere che "la giunta comunale di Brindisi ha approvato, in data odierna, una delibera riguardante la volontà di acquisire al patrimonio della città i beni resi disponibili dall'Agenzia del Demanio. Con lo stesso atto deliberativo si è stabilito di chiedere di poter acquisire alcuni beni culturali che appresenterebbero una concreta opportunità per il territorio".

La giunta ha quindi, proseguiva D'Attis, "predisposto la richiesta di attivazione del procedimento, illustrando le finalità e le linee strategiche generali che si intendono perseguire attraverso l'acquisizione del bene". D'Attis ha sottolineato che "è evidente che intendiamo fare tutto il possibile perché il Castello Alfonsino entri a far parte del patrimonio comunale, affinché lo stesso possa essere utilizzato anche per la promozione turistica della città di Brindisi".

Forte a mare-3

Si dovrà perciò verificare "se sussistano le condizioni affinché parte degli immobili appartenenti al patrimonio culturale statale presenti sul territorio comunale possano eventualmente rientrare in accordi di valorizzazione, nella prospettiva di un trasferimento a titolo non oneroso al patrimonio comunale", secondo quanto previsto dal D.Lgs. 28 maggio 2010, n. 85, "recante attribuzione a Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni di un proprio patrimonio in attuazione dell'art. 19 della legge n. 42/2009".

L'ELENCO DEI BENI - La lista era lunga. Ex Caserma Ederle di piazza Castello; il Castello Alfonsino o Aragonese; terreno e fabbricati rurali costituenti l'ex Batteria 512 e 521 "Menga" Santa Teresa, della strada Santa Teresa che costeggia il lato dell'aeroporto che si affaccia sul mare (ampi locali voltati, scale elicoidali sistemi di collegamento esterno con gradini in pietra calcarea su aperture con archi a tutto sesto e strutture in cemento armato, destinati ad alloggi, uffici, servizi e locali accessori, con muri perimetrali che raggiungono spessori anche di nove metri e coperture, sempre in calcestruzzo, con spessori di circa tre metri).

L'ex caserma Ederle (foto Google Map)-2

Ex Polveriera Cillarese - Minnuta (posizione strategica rispetto all'area del Seno di Ponente e del Parco del Cillarese); ex Ricovero antiaereo via Colonna (con un muro perimetrale di età compresa tra l'epoca romana ed il XV secolo); ex Ricovero antiaereo Bastioni del Cristo - Porta Lecce (Il bene fa parte del complesso monumentale di Porta Lecce e dell'attiguo bastione); ex Polveriera del Cillarese - Cillarese (stessa funzione della parte che interessa la Minnuta).

Ex Caserma della Guardia di Finanza - Torre Cavallo (posizione è strategica, all'interno delle aree di bonifica della area industriale e vicino all'area ambientale e storico delle isole delle Pedagne, individuate quali beni di interesse culturale); ex Batteria R/636 di Punta del Serrone (si trova in una area densamente interessata da attività ricettivo - turistico ed edilizia di carattere stagionale, oggetto di una pianificazione di recupero e riqualificazione).

La ex Caserma Carafa-2

Ex Batteria Benedetto Brin (opera di difesa costiera, come per le altre citate, realizzata a partire dal primo conflitto mondiale, in epoca recente in qualche modo inglobata entro strutture ricettivo - turistiche ed attualmente in stato di non utilizzo); ex Caserma Carafa (nell'area del Castello Svevo di terra, ex convento benedettino, data la contiguità con un bene di interesse nazionale, quale la Chiesa di San Benedetto, il recupero e la rifunzionalizzazione del monastero costituirebbe un intervento strategico per la costruzione di un nuovo polo museale, con finalità anche di accoglienza e sosta per i tanti turisti e visitatori). Parco Bove o "Campo Paradiso", area di intervento del "Programma di riqualificazione urbana per alloggi a canone sostenibile" (Schema_richiesta_trasferimento beni , Elenco Beni Trasferibili al 25.6.2011 ).

LE DOMANDE AL SINDACO - Oggi, sulla base di quello stesso elenco, D'Attis segnala che "le amministrazioni locali, fino al termine del 31 dicembre 2016, potranno presentare domande di trasferimento di beni presenti sul proprio territorio, da valorizzare con progetti di recupero in linea con i programmi di rigenerazione urbana e con le esigenze dei cittadini", ma anche che "che allo stato non risultano essere stati prodotti atti da codesta amministrazione relativi alla valorizzazione dei beni già acquisiti al patrimonio della stessa".

Angela Carluccio e Francesco Silvestre-2

La preoccupazione, legata alla vicinissima scadenza, considera anche che "l’Agenzia del Demanio sta svolgendo parallelamente un’attività di monitoraggio sugli utilizzi dei beni acquisiti dagli Enti locali dopo tre anni dal termine della prima fase del Federalismo Demaniale", e che pertanto sono ipotizzabili provvedimenti come la revoca del trasferimento nel caso, a seguito di questa verifica, si scoprisse che i beni acquisiti dal Comune di Brindisi non sono stati valorizzati. In altre parole, il timore è che Brindisi perda la priorità sull'acquisizione dei beni, che andrebbero di conseguenza all'asta.

Mauro D'Attis chiede allora se sindaco e assessore "sono a conoscenza della riapertura dei termini per la richiesta di beni di proprietà dello Stato, come definito nell’art 56-bis del Dl 69/2013 sul Federalismo Demaniale; quali sono le concrete azioni che l’Amministrazione prevede di porre in essere ai fini della partecipazione all’avviso della Agenzia del Demanio e quali sono, eventualmente i beni che ritiene la stessa di voler richiedere entro il 31/ dicembre 2016; cosa ha fatto nel frattempo e cosa intende fare l’Amministrazione per la valorizzazione (da non confondere con la manutenzione di tutti i beni acquisiti al patrimonio comunale (come la ex Caserma Ederle)".

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