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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Nella conferenza di fine anno Emiliano ripropone Tap a Cerano

Michele Emiliano insiste anche nel resoconto di fine anno sullo spostamento a Brindisi del punto di approdo del gasdotto Tap, che il governo ha stabilito invece sulla costa adriatica salentina, nei pressi di San Foca, e lo ha fatto nel contesto di un discorso contro l'impiego del carbone

BARI - Michele Emiliano insiste anche nel resoconto di fine anno sullo spostamento a Brindisi del punto di approdo del gasdotto Tap, che il governo ha stabilito invece sulla costa adriatica salentina, nei pressi di San Foca, e lo ha fatto nel contesto di un discorso contro l'impiego del carbone. Una posizione che il governatore della Puglia non ha discusso e confrontato con alcun esponente istituzionale o ente locale di Brindisi. Molti no sono già arrivati non solo da Brindisi, ma soprattutto dallo stesso governo, da Tap e da Enel, che dovrebbe essere il soggetto beneficiario dell'arrico del metano del Caspio sulla costa di Cerano.

"E' la civilta' del carbone che sta uccidendo la terra", ha detto Michele Emiliano proponendo la riconversione a gas dell'Ilva di Taranto e quella della centrale Federico II dell'Enel. "La civilta' del carbone e' finita anche perché il carbone uccide ed è difficile evitare che questo avvenga. Il gas consente, in un periodo di passaggio che puo' durare 20 o 30 anni, di evitare il collasso del sistema produttivo e di evitare la morte delle persone. Noi a Taranto - ha sottolineato Emiliano - stiamo lanciando una sfida sulla decarbonizzazione che, secondo me, se diventa patrimonio comune di tutti gli italiani e non solo dei tarantini, può portare a grandi benefici in termini di salute e a evitare un impatto occupazionale drammatico che potrebbe far collassare rapidamente l'Ilva".

"E' una risposta molto onerosa per il presidente della Regione perché è una sfida che abbiamo lanciato a tutti. Ho bisogno che i tarantini siano anche vicini a questa proposta. Molti in silenzio la stanno sostenendo, forse bisogna farlo in maniera piu' evidente", ha detto ancora Emiliano. Tap ha già scartato negli anni scorsi quattro opzioni di approdo del gasdotto a Brindisi, mentre Enel non ha alcuna intenzione di riconvertire a gas la termoelettrica di Cerano sia per il costo dell'operazione che per la bassa domanda di megawatt termoelettrici sul mercato. A Cerano, Enel raggiungerà nel 2019 il punto di ammortamento dell'investimento realizzato negli anni Ottanta per la costruzione della centrale.

Ma c'è di più. la Regione è anche decisa a passare sopra un parco regionale, quello delle Saline, pur di spostare a Brindisi il gasdotto Tap. Il FDipartimento Mobilità, Qualità Urbana, Opere Pubbliche e Paesaggio ha inviato alla Trans Adriatic Pipeline, ai competenti uffici del ministero dell’Ambiente e agli enti locali interessati, tra i quali il Comune di Brindisi e quello di Melendugno. La soluzione individuata dalla Regione porta in un tratto di litorale tra il grande stabilimento petrolchimico e la discarica di Micorosa dove stanno per partire gli interventi di messa in sicurezza e bonifica. Questa opzione, dicono a Bari, non era stata contemplata nell’analisi delle alternative e si inserisce tra la direttrice che portava al petrolchimico e quella che arrivava a Cerano.

Entrambe furono ritenute non praticabili interessando nel tratto marino un sito classificato secondo la direttiva europea Rete Natura 2000 e nel tratto terrestre un’area regionale protetta. Ma se l’opera è stata classificata come strategica, dicono dalla Regione, non si tratta più di un ostacolo insormontabile. Insomma, il peso strategico dell'opera varrebbe solo per Brindisi e non per San Foca, tanto da compromettere anche il parco della Saline di Punta della Contessa, per seguire il corridoio sino al punto di raccordo con la vicina bretella del gasdotto Snam. Chissà cosa ha da dire su questo pressing la politica brindisina, e soprattutto sul metodo prevaricatorio adottato.

Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/pages/LeccePrimait/112352998793334Emiliano, in un lungo documento, annuncia anche per gennaio la nuova legge sul ciclo dei rifiuti, dedica grande spazio alla sanità e al riordino ospedaliero, alla lotta alla Xylella, agli incentivi alle imprese e alla ricerca, e annuncia che nel terzo trimestre del 2015 la Puglia ha registrato 40mila occupati in più rispetto allo stesso periodo del 2014, superata solo dalla Sicilia con più 61mila posti di lavoro.
 

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