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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Vince Bruno: alla Provincia torna la coalizione che era "fuggita" nel 2012

Con il 62 per cento il sindaco Pd di Francavilla Fontana, Maurizio Bruno, renziano, diventa presidente della Provincia di Brindisi eletto dalla maggior parte dei consiglieri comunali e sindaci (domenica 12 ottobre hanno votato il 346 sui 359 aventi diritto), battendo l'avversario di centrodestra Gianfranco Coppola, sindaco di Ostuni

BRINDISI – Con il 62 per cento il sindaco Pd di Francavilla Fontana, Maurizio Bruno, renziano, diventa presidente della Provincia di Brindisi eletto dalla maggior parte dei consiglieri comunali e sindaci (domenica 12 ottobre hanno votato il 346 sui 359 aventi diritto), battendo l’avversario di centrodestra Gianfranco Coppola, sindaco di Ostuni.

Con Bruno, sostenuto da tutte le formazioni del centrosinistra, ma anche dal Nuovo Centro Destra di Massimo Ferrarese, torna alla Provincia – in attesa dello scioglimento definitivo di questo ente  che avverrà con legge costituzionale – la stessa coalizione che all’inizio di ottobre del 2012 l’aveva abbandonata precipitosamente armi e bagagli con le dimissioni del presidente in carica, proprio Ferrarese. Bruno era assessore di quella giunta. Nei due anni di gestione commissariale seguita all’abbandono dei Palazzo De Leo da parte dell’amministrazione Ferrarese, pur con un taglio di 14 milioni di euro sulle rimesse dello Stato alla Provincia di Brindisi, è stato posto rimedio al buco in bilancio del 2012, poi sistemato senza conti in rosso quello del 2013, ed ora anche per quello 2014 si spera di non sforare.

Nota a margine: alcuni consiglieri comunali che hanno partecipato al voto non sono migliori, nè dimostrano maggiore responsabilità, di chi imbratta le schede nel segreto della cabina elettorale. Stando alle notizie ufficiose, sono stati rilevati sulle schede durante lo spoglio anche alcuni simboli fallici.

In sostanza, il commissario straordinario Cesare Castelli, nel bene e nel male, ha seguito quella politica di tagli e riduzione delle spese che avrebbe reso impopolare una amministrazione “politica”. Ferrarese, nell’abbandonare la Provincia due anni fa, aveva sostenuto che non se la sentiva più di amministrare un ente condannato all’estinzione dalla spending review, e di far pesare sui cittadini i compensi dovuti ad egli stesso ed agli assessori. Ma aveva lasciato in carica tre suoi consiglieri arrivati con lo spoil system, con proroga dei contratti (poi cessati), e comunque le spese per la gestione commissariale sono state come è ovvio sempre a carico dell’ente, mentre è stata palese la rinuncia alla gestione politica di alcuni delicati settori come ambiente, trasporti e scuola.

Ora bisogna vedere da quale punto si ripartirà, che succederà per gli incarichi di competenza provinciale, e se le scelte politiche e amministrative andranno o meno in direzione di ciò che va fatto in questa fase di transizione prima dello scioglimento definitivo delle Province: si preparerà il terreno alla futura gestione del territorio fondata sul coordinamento strategico tra Comuni, oppure si assisterà al solito balletto di interessi particolari e di cordata come accade al Comune capoluogo e in altre realtà?

Anche a Bari vince il centrosinistra, dove il sindaco Antonio De Caro, diventa anche il sindaco di una Città metropolitana composta da 41 Comuni, che vedrà in funzione il nuovo consiglio di 18 membri dall’1 gennaio 2015. Al centrodestra invece la Provincia della Bat, con Francesco Spina che ha conquistato il 58,9 per cento battendo il candidato del centro sinistra, il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella; Lecce, dove viene riconfermato l’uscente Antonio Gabellone  che si è affermato con il 52,6 su Massimo Manera del centrosinistra. Scrutinio in corso per Foggia, mentre domenica 28 settembre anche la Provincia di Taranto era passata al centrodestra con la vittoria del sindaco di Massafra, Massimo Tamburano, Forza Italia, che ottenendo anche i voti di una parte del Pd aveva battuto con il 63,8 per cento il candidato del centrosinistra Gianfranco Lopane.

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