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Mozione di sfiducia alla sindaca: le firme raccolte salgono a 16

L'appello delle opposizioni continua: incontro con D'Attis che propone il rinvio a fine febbraio, d'accordo con lui Flores. Messaggio a qualcuno della maggioranza che non crede più nel progetto Carluccio. Palazzo: "Marcello Rollo e Massimo Ferrarese si sono appropriati del successo della coalizione". I Cor a colloquio con Fitto

BRINDISI – Sedici firme per portare la mozione di sfiducia alla sindaca Angela Carluccio ai voti in Consiglio comunale, dopo la proposta di Pasquale Luperti e Marika Rollo dei Coerenti, 24 ore dopo aver lasciato la maggioranza: in mattinata sono arrivate le adesioni dei tre di Impegno sociale, con Carmelo Palazzo in testa, nel silenzio dei Cor che restano in attesa di Raffaele Fitto.

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Manca sempre la firma di Mauro D’Attis, di Forza Italia, convinto della necessità di un commissariamento lungo per Brindisi prima del ritorno alle votazioni a maggio-giugno che, invece, vengono chieste a gran voce e immediatamente dalle opposizioni dopo la rottura dei Coerenti. Nella giornata odierna dovrebbe esserci un incontro tra le parti, dopo le comunicazioni affidate ai post su Facebook, gli ultimi arrivati nella tarda serata di ieri a partire dallo stesso D’Attis.

Secondo l’azzurro la strada da seguire sarebbe questa: “Da subito depositiamo al notaio le 17 firme alla proposta di mozione e alla richiesta di convocazione del Consiglio, con una delega specifica ossia di presentarla in maniera tale che sia approvata il primo giorno utile per portare la città al voto nel 2018”. L’ultimo giorno utile sarebbe la fine di febbraio, dopo il 24, per far scattare l’altro turno  elettorale. “Facendo così – spiega – nessuno di noi potrà nel frattempo sfuggire e nessuno potrà accusare l’altro di essere  stampella o cose del genere”.

In sostanza la mozione dovrebbe essere congelata e poi scongelata, ma dubbi sono stati espressi sulla discussione della sfiducia con timer, o se si preferisce con postdatazione. Allo stato, con le firme raccolte, è certo che sarà discussa in Assise dal momento che il quorum necessario è di 13 e ce ne sono tre in più. Il vero ostacolo sarà in Aula se D’Attis resta sulle sue posizioni.

Non è chiaro se questo convincimento sia personale o espressione del suo partito, Fi, rimasto ad oggi silente sulla crisi al Comune di Brindisi, dove ha persino rischiato di essere assente dopo le ultime elezioni. Nel frattempo D'Attis ha precisato di condividere la mozione di sfiducia, ma di ritenere comunque necessario il voto nel 2018. Dello stesso avviso, Damiano Flores del Pd, vice presidente del Consiglio comunale, anche lui firmatario della mozione: "Dopo sei mesi di questa pessima Amministrazione, i cui risultati negativi si aggiungono a quelli della precedente, credo che sia opportuno e salutare per Brindisi e i brindisini un periodo di sano commissariamento. Tanti sono stati i cittadini che in queste ore mi hanno contattato sostenendo questa riflessione che anch'io, nelle ultime ore, ho maturato. Quindi si manda a casa la Carluccio subito (il 25 febbraio) ma si va a votare nel 2018".

“La politica che chiede il commissariamento per un anno e oltre è inutile”, sostiene Riccardo Rossi di Brindisi Bene Comune. “E’ la politica che ammette la propria incapacità a governare i processi e presentare una proposta e una classe dirigente serie e preparata”, prosegue. “La richiesta di commissariamento è una resa che la democrazia non deve ammettere. Sfiducia subito e tornino i cittadini in primavera a decidere della loro città”.

Da Nando Marino, antagonista diretto da Angela Carluccio, l’invito alla riflessione esteso ai rivali: “Non è improbabile che altri componenti dell'ex maggioranza possano aderire a questa presa di coscienza considerando il fallimento dell'esperienza Carluccio”, sostiene. E, in effetti, si rincorrono voci di incontri con alcuni centristi poco convinti. Voci che Noi Centro qualificherà come bufale, tanto per cambiare. Se davvero è così, lo si potrà capire tra qualche giorno.

Intanto resta la rabbia politica di Carmelo Palazzo, fautore della lista Impegno sociale, lista che alle elezioni ha conquistato il maggior peso in termini di consenso: 7,12 per cento. Primato importante, a cui ha fatto seguito l’abbandono immediato nel momento in cui Palazzo ha avuto sentore di una virata rispetto al progetto originario: “C’è stato qualcuno che si è appropriato del successo della nostra coalizione”, dice. Fa i nomi: “Massimo Ferrarese e Marcello Rollo, sono stati loro, non c'erano nella nostra coalizione: io non li ho mai visti in campagna elettorale, mai sentiti. Ho incontrato Toni Muccio, poi le cose sono evidentemente cambiate e Impegno sociale la sua decisione l’ha presa a stretto giro”. Più esattamente a qualche giorno dalla proclamazione degli eletti, dopo che la sindaca Carluccio aveva firmato per la rotazione dei dirigenti e per la costituzione dello staff. “Ora tutti coloro i quali navigano da una parte all’altra del potere, se ne stiano a casa: di certo non saranno con me nella nuova cordata che Impegno sociale è già pronta a costituire.  Sfiducia subito”. A breve dovrebbe esserci un incontro tra Carmelo Palazzo e Pasquale Luperti, dopo la rottura che ha portato quest'ulimo a lasciare Impegno sociale dando vita ai Coerenti. 

Restano in silenzio, al momento, i Cor con due assessori, Raffaele De Maria e Michele Di Donna confermati dalla sindaca dopo l'azzeramento, ma in rotta di collisione tanto che non hanno firmato per le nomine. Tra oggi e domani è atteso l'incontro con Raffaele Fitto: sul tavolo la questione di Brindisi sarà letta nel quadro nazionale dove - pare - siano iniziati i giochi per le politiche d'intesa con i movimenti (50) di Ferrarese.

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