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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

A rischio il sostegno ai pazienti oncologici: “Così i tagli generano sprechi”

BRINDISI – Quando i tagli potrebbero costare più del mantenimento del servizio, che oltre a garantire una ventina di posti di lavoro consente risparmi ed assistenza essenziale per i malati oncologici. E’ il caso degli operatori del progetto di piano finalizzato “al sostegno dei pazienti oncologici” che perderanno il posto dall’1 aprile prossimo. Salvo l’individuazione in extremis di una soluzione che spetta alla politica regionale. In tempi di vacche magre, la scure dei tagli si abbatte sulle Asl, che devono giocoforza applicare il contenimento delle spese. E allora si tagliano le voci, a volta in maniera semplicemente ragionieristica perdendo di vista l’effetto che anche una spesa - rispetto al resto del tutto irrisoria – potrebbe causare contraccolpi, oltre che in termini di sofferenze sociali, anche economici per la stessa azienda. Alcuni dati su cui riflettere.

BRINDISI – Quando i tagli potrebbero costare più del mantenimento del servizio, che oltre a garantire una ventina di posti di lavoro consente risparmi ed assistenza essenziale per i malati oncologici. E’ il caso degli operatori del progetto di piano finalizzato “al sostegno dei pazienti oncologici” che perderanno il posto dall’1 aprile prossimo. Salvo l’individuazione in extremis di una soluzione che spetta alla politica regionale. In tempi di vacche magre, la scure dei tagli si abbatte sulle Asl, che devono giocoforza applicare il contenimento delle spese. E allora si tagliano le voci, a volta in maniera semplicemente ragionieristica perdendo di vista l’effetto che anche una spesa - rispetto al resto del tutto irrisoria – potrebbe causare contraccolpi, oltre che in termini di sofferenze sociali, anche economici per la stessa azienda. Alcuni dati su cui riflettere.

Nell’arco di quasi due anni e mezzo, una ventina di autisti hanno consentito il trasporto dalle abitazioni ai centri ospedalieri della Asl di Brindisi - che erogano i trattamenti sanitari neoplastici - e viceversa a circa 700 ammalati di tutta la provincia. Però, per esigenze di bilancio, a partire dall’1 aprile il servizio sarà sospeso. Il risultato? Una ventina di operatori senza più uno stipendio e circa 700 pazienti nei guai. Il servizio in via di soppressione costa circa 400mila euro all'anno, spiccioli confronto al resto delle spese. Se 700 persone dovessero di punto in bianco ricoverarsi, non potendo sostenere i viaggi della speranza, quanto costerebbe ai contribuenti? Un giorno di ricovero costa al servizio sanitario nazionale da 400 a 800 euro.

Un solo giorno di degenza, considerata la spesa massima per tutti e 700 assistiti, costerebbe 560 mila euro, più di quanto viene speso in un anno per mantenere 20 posti di lavoro in via di cancellazione. Da qui la battaglia della Funzione pubblica della Cgil, ma anche rappresentanti politici e, soprattutto, quelli per cui tra qualche giorno cominceranno grane serie. “D’accordo sullo stato di crisi generale – dice il segretario Fp Cgil Antonio Macchia – ma non si può consentire che i provvedimenti taglia-precari corrispondano alla mancata erogazione dei livelli essenziali di assistenza ai cittadini, la salute è un diritto universalmente riconosciuto”.

Ed è su questo punto che si trovano d’accordo anche il consigliere regionale Tony Matarrelli, il consigliere regionale Euprepio Curto, l’assessore provinciale Maurizio Bruno intervenuti per cercare una soluzione politica alla vicenda non solo sul fronte occupazionale ma della risposta ai servizi essenziali al cittadino. E’ questo infatti che garantiscono gli operatori del progetto di piano finalizzato “al sostegno dei pazienti oncologici”. A sostenere la richiesta di un passo indietro alla direzione generale della Asl c’erano anche tante persone, quelli che soffrono direttamente il dramma di un tumore, o di una leucemia.

Non sanno che pesci prendere dall’uno aprile prossimo. Ce chi ha sperimentato che a far da se un solo giorno costerebbe alle sue tasche almeno 80 euro.  La maggior parte però sono pensionati, donne anziane senza patente come le signore Maria Della Corte, Maria Luisa Iaia – che vengono da Francavilla Fontana -, unite da un solo grido di dolore: “Aiutateci a non cancellare questo servizio”.

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