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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

A sinistra autocritiche e accuse

BRINDISI - Almeno su un punto, le due anime del centrosinistra sono d'accordo: «Abbiamo perso». Su chi siano gli artefici della sconfitta, e su come rimediare (sempre che sia possibile), le posizioni tra Pd e vendoliani restano distanti. E nel dopo voto c'è spazio per un simpatico siparietto tra Giovanni Brigante e Salvatore Tomaselli, che per una volta non se le mandano a dire. Il senatore aveva individuato in Vendola il primo problema della sconfitta in Puglia. Brigante ha risposto così: «Se Tomaselli dice questo, è evidente che è stato assente da Brindisi e dalla Puglia. Il calo invece è dipeso dal Pd e da Tomaselli, visto che i candidati del Pdl Iurlaro e Zizza hanno conseguito risultati eccezionali nei loro comuni, arrivando al 40%, lui invece si ferma al 20%». Immediata la replica del senatore rieletto: «Rozzezza politica».

BRINDISI - Almeno su un punto, le due anime del centrosinistra sono d'accordo: «Abbiamo perso». Su chi siano gli artefici della sconfitta, e su come rimediare (sempre che sia possibile), le posizioni tra Pd e vendoliani restano distanti. E nel dopo voto c'è spazio per un simpatico siparietto tra Giovanni Brigante e Salvatore Tomaselli, che per una volta non se le mandano a dire. Il senatore aveva individuato in Vendola il primo problema della sconfitta in Puglia. Brigante ha risposto così: «Se Tomaselli dice questo, è evidente che è stato assente da Brindisi e dalla Puglia. Il calo invece è dipeso dal Pd e da Tomaselli, visto che i candidati del Pdl Iurlaro e Zizza hanno conseguito risultati eccezionali nei loro comuni, arrivando al 40%, lui invece si ferma al 20%». Immediata la replica del senatore rieletto: «Rozzezza politica».

SVILUPPO E LAVORO. Ieri il direttivo dell'associazione fondata dal consigliere regionale si è riunita per l'analisi del voto. Questa mattina i suoi coordinatori hanno tenuto una conferenza stampa quasi in contemporanea con quella del Pd. La candidata (non eletta) al Senato Claudia Zezza, ha ringraziato per il risultato ottenuto a Brindisi, dove Sel ha superato l'8%, ed ha respinto le accuse al leader nazionale: «Dare la colpa della sconfitta in Puglia a Vendola è una follia. C'è stata una incapacità delle forze politiche di raccogliere il malessere del paese, e del governo di adottare le misure essenziali per cambiare la legge elettorale e tagliare i costi della politica. Per non parlare delle finte primarie, fatte per mantenere tutti gli apparati esistenti». Sulle accuse al governatore è tornato Brigante: «Se le cose stessero così come dice Tomaselli, il suo partito, che sostiene Vendola, lo avrebbe sfiduciato». Le accuse vengono ribaltate sul "laboratorio” Pd-Udc: «È praticamente scomparso. Servirà solo agli artigiani per fare delle casse di legno».

PD. Mezz'ora dopo, nella federazione provinciale del PD, è arrivata la risposta del segretario Corrado Tarantino, e dei parlamentari Salvatore Tomaselli ed Elisa Mariano. «È evidente che il centrosinistra non è stato percepito come il luogo in cui trovare le risposte alla crisi. Noi siamo comunque l'unico partito che possa provare a ricostruire un rapporto con i cittadini, ma per fare questo dobbiamo dimostrare di aver compreso ed imparato la lezione», ha detto Tarantino, che a chi invoca dimissioni in massa dei vertici risponde così: «L'errore più grave che si possa commettere è cercare capri espiatori, ma anche non mettersi in discussione sarebbe sbagliato». La strada giusta, invece, «è un congresso straordinario da tenere entro l'estate. E fare ciò che avremmo dovuto fare prima: incontri aperti con i cittadini che vogliono discutere e dire la loro per ricostruire la politica. Non è questo il tempo degli esoneri o di pensare a salvare se stessi. Qui non è in discussione il destino dei singoli: non si salva nessuno se non si salva l'intera baracca».

Il segretario conclude così: «Dimettermi oggi sarebbe comodo, invece andrò in giro a prendermi le pernacchie e le critiche. Poi è ovvio che si andrà al congresso per cambiare. E io non sarò candidato».

Anche per Tomaselli, naturalmente, «il risultato elettorale è insoddisfacente. Il PD non è stato in grado di interpretare la crisi in atto nel Paese». E torna sull'argomento Vendola: «In Puglia paghiamo un prezzo in termini di consenso soprattutto per la precarietà del governo regionale negli ultimi tre anni, perché sono tre anni che discutiamo del futuro di Vendola. Credo che i pugliesi abbiano dato un segnale chiaro, vogliono certezze e stabilità. I destini personali vengono dopo. Invece di pensare al futuro del governatore, affrontiamo i problemi irrisolti e gravissimi come la sanità, in cui il centrosinistra ha fallito». A chi gli riporta le parole di Brigante, il senatore risponde così: «Brigante ha un'idea della politica che definire condominiale è un complimento. Io so di non essere un campione delle preferenze, Brigante non ha scoperto nulla. Ma limitare la sconfitta a Tomaselli, in confronto a ciò che sta avvenendo in Italia, mi sembra davvero troppo». Perché «i risultati di Bari, Taranto o Foggia non sono migliori di quelli di Brindisi. Il problema non sono Tarantino o Tomaselli, sono le troppe sezioni chiuse, e i consiglieri e gli assessori comunali di Brindisi, della provincia e della regione che non si sono impegnati abbastanza».

Ecco qual è il problema per Tomaselli: «In questa provincia si deve aprire una battaglia dentro il Pd, perché troppi lo immaginano come un pullman che si apre solo in occasione delle consultazioni elettorali per essere candidati. Ho visto troppe assenze in campagna elettorale. Noi abbiamo un'idea diversa del partito. Ora basta: non possiamo più essere una somma di comitati elettorali».

La neo-deputata Elisa Mariano è sulla stessa linea: «Non c'è stato un problema di popolarità dei candidati, perché i 5 Stelle hanno eletto degli emeriti sconosciuti, quindi l'argomento non tiene. Siamo di fronte ad una crisi sociale dalle dimensioni enormi. Non abbiamo saputo leggere l'impoverimento complessivo della regione. Non abbiamo saputo prevedere la scomparsa del centro e non ci siamo accorti della richiesta di cambiamento, compresa quella rappresentata dalla candidatura di Renzi. Per troppo tempo abbiamo nascosto la polvere sotto il tappeto. Ora ci vogliono una rottura e una discontinuità nelle politiche. Serve un grande cambiamento».

Lo stesso cambiamento che si era intravisto al Comune con l'arrivo di Consales «e che ora, per motivazioni tutte politiche, si sta affievolendo», chiosa Tarantino, facendo riferimento all'ingresso delle donne in giunta, alla volontà di spostare i dirigenti, e al rapporto con le grandi aziende.

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