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Amati: «Una sostituzione subita»

BARI - Amati, l'escluso dalla nuova giunta Vendola: «Una scelta subita, non c'è dubbio». E aggiunge, chiamando in causa il Pd: «Forse la ribellione e la disobbedienza sono le cause di questa sostituzione».

BARI - L'escluso dalla nuova giunta Vendola, il fasanese Fabiano Amati, affida ad un lungo post pubblicato sul suo profilo Facebook il commento all'esclusione dall'esecutivo in cui aveva la delega ai Lavori pubblici e alla Protezione civile.

«La scelta l’ho subita, non c’è dubbio, ma forse era giusto così, perché negli ultimi mesi mi sono ritrovato a vivere un’esperienza amministrativa che non sentivo più vicina al mio desiderio di ‘spaccare’ il mondo, magari non riuscendoci ma almeno sognandolo».

Il bilancio di questa esperienza personale, per Amati, è positivo: «Ho indirizzato il lavoro di tanti cantieri di opere pubbliche e di molte ho avuto la fortuna di tagliare il nastro, esperienza rara nell’amministrazione pubblica. Così facendo mi sono ritrovato a programmare finanziamenti per centinaia e centinaia di milioni, senza approfittarne e senza consentire che altri ne profittassero».

Quanto ai motivi dell'esclusione, il fasanese una spiegazione ce l'avrebbe, e chiama in causa il Pd: «La ribellione e la disobbedienza è forse la causa di ciò che è accaduto? Può darsi, come è probabile che tutto stia fatalmente accadendo (e con la solita fortuna) solo per consentirmi una migliore combinazione, anche fisica, col verso giusto di questi anni sciagurati, cioè con la sofferenza e la coscienza della gente. Staremo a vedere».

Amati ricorda il risultato più importante e gli episodi più strazianti: «Porto con me l’orgoglio di aver contribuito a risanare e rilanciare la più grande opera pubblica del mondo: l’Acquedotto pugliese.

Ho avuto modo di guardare la morte in faccia, il crollo di Barletta, l'esplosione alla Sanofi Aventis, l'attentato di Brindisi, l'alluvione di San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo, l'esplosione di Conversano, gli immigrati mai arrivati per sfortunate traversate ed altre piccole o grandi tragedie, alcune con morti che camminano e che bisogna riportare urgentemente in vita: tra tutte di questo tipo, il dissesto di Lesina Marina. Ho tentato di essere sempre sul posto e sul ‘pezzo’, come si dice, a portare la nostra organizzazione di Protezione civile regionale che nel tempo è divenuta sempre più potente, grazie soprattutto agli instancabili e monumentali volontari di Protezione civile».

Fabiano Amati non lascia la regione, continuerà a frequentarla da consigliere.

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