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"L'inutile incarico al Notaio e le vere emergenze del Comune"

Apprendo dalla stampa che, con deliberazione giuntale dell’ 11 c.m. fortemente voluta dalla Sindaca, è stato adottato un provvedimento cosiddetto di “codice etico per gli amministratori”  con nomina del noto notaio Errico, quale consigliere onorario del primo cittadino

Apprendo dalla stampa che, con deliberazione giuntale dell’ 11 c.m. fortemente voluta dalla Sindaca, è stato adottato un provvedimento cosiddetto di “codice etico per gli amministratori”  con nomina del noto notaio Errico, quale consigliere onorario del primo cittadino,  con compiti di assistenza tecnico-politica, di coordinamento sulle attività degli organi di gestione ed Uffici dell’Ente a garanzia della legalità e trasparenza.

Invero, avendo sentito parlare della surriferita  ipotesi,  ho fortemente creduto e sostenuto la impossibilità di una simile folle idea politica, unitamente a qualche consigliere di maggioranza, immaginando il grado di ravvedimento per dovuta ragionevolezza del personaggio indicato come ideatore: così non è stato da poiché è prevalso il senile protagonismo politico che ha portato all’adozione dell’atto suddetto.

Al Comune di Brindisi mancava questo primato ed, ora, lo ha ottenuto, ma è compito delle forze di opposizione in Consiglio comunale contrastare con forza  detto inammissibile ed illogico “codice etico”  oltre che, investendo gli organi di informazione, rappresentare ai cittadini le irresponsabilità politiche di chi, ritenuto unto dal Signore, pensa di poter sentenziare in relazione a  presunte norme, racchiuse in un regolamento,  rivenienti  da fertili ed  autonome  considerazioni per la gestione della cosa pubblica da parte degli amministratori.

Per  carità, abbiate il minimo senso del pudore politico e considerate quella delibera  “tamquam non essent” sicché possa essere ritenuta il prodotto di una notte di mezza estate:  quei 22 articoli, alcuni dei quali assolutamente non in linea con la vigente normativa sugli Enti Locali, costituiscono “in re ipsa” i principi di legge sull’esercizio della funzione pubblica di un amministratore comunale che non è il solo sindaco o gli Assessori, ma innanzi tutto i consiglieri comunali.

La tracotanza nell’indicare in quel “codice etico” comportamenti persino di natura personale, che esulano dalla carica di consigliere comunale, lascia facilmente intuire lo stato di delirio politico con il quale è stato immaginato di gestire un Ente Autarchico Territoriale delle dimensioni di una città come Brindisi.

Ed allora, se proprio si vuol dare un contributo alla gestione del Comune, ancor prima di arrivare fuori tempo, provate, se ne avete le capacità e le volontà,  a disegnare con urgenza l’intero armamentario  utile da contrapporre ad eventuali drammatiche conseguenze di anticipazioni di legislatura.

A tale riguardo è utile rammentare che pendono sull’Ente alcuni problemi non rinviabili:

1)Esame della corposa deliberazione27/2016/PRSP  della Corte dei Conti di ben 44 pagine in cui vengono evidenziate le numerose e gravissime irregolarità rilevate al Comune di Brindisi;

2)Riesame della delibera n. 2 del  16/3/2016, adottata dal commissario prefettizio con i poteri del consiglio, con la quale vengono fornite delucidazioni  semplicistiche, per usare un eufemismo, e promesse di adempimento ai rilievi evidenziati  nel provvedimento di cui al superiore punto, il tutto  fondato sulla sola relazione del dirigente del servizio finanziario;

3)Esame delle deliberazioni adottate dal commissario e ritenute  eventualmente fuori  dalla ordinaria   amministrazione e quindi  ipotizzabili quali debiti fuori bilancio;

4)Definizione delle serie problematiche connesse con la Brindisi Multiservizi con particolare riferimento alla recente normativa governativa sulle società partecipate;

5)Recupero, previa messa in mora, dei maggiori importi liquidati al personale dell’Ente  ( il direttore editoriale di una testata di informazione, oggi portavoce della Sindaca, ha pubblicato gli importi dovuti da ogni  dipendente  per maggiori salari percepiti nel 2015 ed ammontanti  complessivamente ad  euro 750.000,00). Al riguardo giova sapere che gli attuali amministratori sono responsabili degli atti illegittimi  di cui sono venuti a conoscenza adottati dai predecessori  e, pertanto ad esempio, alla delibera di revoca di un precedente provvedimento,  relativo al mantenimento di maggiori retribuzioni al personale di ogni ordine e grado, deve seguire la delibera del recupero delle somme erogate per non incorrere nel reato di danno erariale nei confronti della pubblica amministrazione.  Dagli atti risultanti presso il Collegio dei Revisori,  l’Ufficio del Consiglio comunale e l’Ufficio di Gabinetto del Sindaco è facile riscontrare posizioni , per esempio, di personale dirigenziale al quale, in ossequio  al principio di onnicomprensività, non vengono erogate più  somme  aggiuntive (premi  incentivanti, presidenze di organismi comunali), ma non risultano avviate pratiche di recupero dei notevoli importi percepiti nel tempo.

 Ecco, e volendo tralasciare per un solo momento la terribile questione riguardante la igiene pubblica della città, sono  già sufficienti  le criticità suddette per richiamare l’attenzione degli amministratori  su fatti seri ed urgenti, ben sapendo, al momento, che all’illegale svolgimento della funzione pubblica supplisce egregiamente  l’Autorità Giudiziaria e che i requisiti personali degli amministratori  nel  gestire i rapporti con i cittadini vengono sottoposti ad esame nei  momenti  elettorali.

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