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Blasi-Consales, ormai è duello

BRINDISI – Sono lontani i tempi in cui Sergio Blasi e il sindaco Mimmo Consales parlavano al telefono della nomina del leccese Cosimo Casilli a segretario dell’Autorità portuale. Dopo quell’episodio (e la mancata nomina), divenuto pubblico perché “intercettato” da Mauro D’Attis, i due interlocutori del Pd non si ritrovano più in sintonia su nulla. Nemmeno sul PalaEnel.

BRINDISI – Sono lontani i tempi in cui Sergio Blasi e il sindaco Mimmo Consales parlavano al telefono della nomina del leccese Cosimo Casilli a segretario dell’Autorità portuale. Dopo quell’episodio (e la mancata nomina), divenuto pubblico perché “intercettato” da Mauro D’Attis, i due interlocutori del Pd non si ritrovano più in sintonia su nulla.

Il segretario regionale del Pd vuole spostare il gasdotto Tap dalla sua Lecce a Cerano, perché così (a suo avviso) si risolverebbe il problema della riconversione della centrale a carbone. Lo stesso Blasi faceva parte del fronte di quanti nel partito avrebbero preferito le dimissioni di Consales all’indomani del terzo avviso di garanzia. Oggi invece il salentino bacchetta il primo cittadino per aver chiesto all’Enel di realizzare il nuovo palazzetto.

«Vorrei che Mimmo Consales si occupasse meno di Palaeventi da inaugurare e più di ambiente e salute dei cittadini di Brindisi e del Salento. Impostare il rapporto con Enel sui cosiddetti “investimenti” che l’azienda fa in città è sbagliato e fuorviante. Se a Consales basta il Palaeventi e la copertura del carbonile a cui Enel sta provvedendo con decenni di ritardo, ai salentini serve chiaro un impegno per la decarbonizzazione della Centrale. È l’Europa, oltre che il progresso nel rapporto tra industria e ambiente, a chiedercelo».

Sullo sfondo c’è sempre il gasdotto e l’idea di rifilarlo a Brindisi, ma la divergenza di vedute si allarga: «A Consales voglio ricordare che il suo compito è fare i conti anche con le conseguenze dell’inquinamento industriale sul bilancio della salute dei brindisini. A dirci se conviene o meno in termini di guadagni riconvertire Cerano ce lo dovrebbe dire Enel. Come ha ricordato qualche giorno fa in una intervista ad “Avvenire” anche il presidente diocesano dell’Azione Cattolica brindisina Piero Conversano, la centrale di Cerano è, secondo l’Agenzia Europea per l’Ambiente, al primo posto in Italia come sito inquinante e al diciottesimo in Europa, e rappresenta una gravissima situazione oltre che una priorità per chiunque abbia a cuore la salute dei brindisini».

Blasi conclude così: «È proprio la tutela della salute, come documentato anche dal Bilancio sociale della Asl di competenza, il problema principale della città. Non il Palaeventi. Lo ripeto da mesi, non vorrei che Cerano fosse un altro “caso Ilva” nel quale il vuoto della politica viene riempito dalla magistratura».

Dopo la bacchettata di Blasi, arriva puntuale la replica di Consales. Eccola.

«L'argomento in discussione - afferma Consales - è il gasdotto Tap. Blasi, ormai questo è chiaro, non lo vuole a casa sua e quindi ha tirato in ballo le marine di Brindisi con una buona scusa: il passaggio del gasdotto in cambio della metanizzazione della centrale di Cerano. Ho già detto chiaramente che metanizzare la centrale tra le più grandi d'Europa sarebbe un sogno per i brindisini che devono fare i conti con una presenza spropositata di impianti industriali a forte impatto ambientale. La realtà è che per decenni nessuno si è mai occupato della nostra città, a cominciare da una Regione assente nei momenti decisionali, così come ambigua nelle determinazioni assunte, a partire dal piano energetico regionale. Adesso per giustificare la richiesta di spostamento del gasdotto Tap si ripolvera la riconversione della centrale, pur sapendo che non ci sono le condizioni perché ciò possa avvenire. Le centrali a ciclo combinato sono quasi tutte ferme (perché fuori mercato) mentre la riconversione sigificherebbe demolire i gruppi attualmente in funzione e ricostruire altri impianti».

Il sindaco sostiene che non bisogna mischiare le carte in tavola tra centrale e gasdotto: «La decarbonizzazione di Cerano deve avvenire (con la gradualità che si andrà a stabilire) senza 'merce di scambio' (metano al posto del carbone) perché Brindisi ha già dato, facendo devastare il suo territorio per fare spazio a megaimpianti di energia rinnovabile. Non c'è nulla da aggiungere! Quindi Blasi se ne faccia una ragione: Brindisi non deve e non vuole accettare ricatti, del tipo 'o ti prendi il gasdotto Tap oppure ti tieni il carbone...' perché adesso dobbiamo pensare a migliorare le condizioni ambientali di un territorio in cui tutto hanno fatto per decenni quello che hanno voluto, ignorando decreti ministeriali e accordi raggiunti in sede di governo. Blasi, se ne ha la voglia e la forza, ci aiuti ad evitare che Brindisi diventi come Taranto, mobilitando parlamentari, assessori e consiglieri regionali del Pd ffinché si porti rispetto alla gente di questa città. Infine - conclude il primo cittadino - un riferimento al palasport. L'Enel vive nella nostra comunità ed ha l'obbligo di farsi carico dei nostri problemi, contribuendo a mantenere in vita parchi, a promuovere eventi culturali, a sostenere la fondazione del teatro, a finanziare corsi universitari, a riaprire il suo centro ricerca e, perché no, costruendo un palaeventi per evitare che questa spesa gravi sulle tasche dei cittadini. Questo non significa voler fare sconti di alcun tipo all'Enel nel rispetto dell'ambiente e della salute dei cittadini. Sono due cose abissalmente diverse e quando si gioca alla luce del sole non c'è alcun pericolo di compromissione. Mi auguro, in ogni caso, che il Pd promuova, magari proprio a Brindisi, una grande conferenza regionale sui temi energetici durante la quale confrontarci su questo e su altro».

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