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Provincia, patto con Forza Italia: non tutto il Pd è con Bruno. Accordo a rischio

Non ci stanno i consiglieri comunali Pd di Mesagne e il sindaco Franco Scoditti che in una nota hanno "espresso con fermezza la propria posizione unitaria. Anche a Ostuni e Cisternino malumori.

BRINDISI - La bomba è scoppiata: ormai una parte importante del Pd, ufficialmente, non sostiene più il segretario provinciale Maurizio Bruno. E l’accordo rischia ora di saltare. Si parla del patto Pd-Fi per il governo della Provincia ormai declassata a ente di secondo grado. I sottoscrittori principali, Bruno (che dovrebbe essere secondo i piani il presidente) e Luigi Vitali, di Forza Italia (partito cui spetterebbe la vicepresidenza, tirano dritti verso il loro obiettivo. Michele Emiliano ha già detto la sua. La direzione regionale del Pd si esprimerà giovedì 4 settembre. Il malumore inizia però a diffondersi tra le forze politiche non coinvolte, liste civiche incluse, e nella parte del Pd (civatiani e cuperiliani) che non ritiene sia quella scelta da Bruno e Vitali la strada dell’innovazione.

Alcuni consiglieri di Latiano e San Pancrazio hanno già proposto di seguire una linea alternativa. Il sindaco di Cisternino, Donato Baccaro, è sulla medesima lunghezza d’onda. A Ostuni se il Pd e la destra coppoliana si strizzano l’occhio, ci sono i socialisti e gli altri che non sono affatto inclini a matrimoni misti. Sel, pure non ci sta. Ma soprattutto non ci stanno i consiglieri comunali Pd di Mesagne e il sindaco Franco Scoditti che in una nota hanno “espresso con fermezza la propria posizione unitaria in ordine ai riferiti accordi tra Pd e Forza Italia per l’individuazione del candidato presidente della Provincia di Brindisi nella persona del già sindaco di Francavilla Fontana e già segretario provinciale del Pd Maurizio Bruno e per l’indicazione concordata dei consiglieri provinciali, stigmatizzando e disapprovando il metodo adottato e il merito perseguito”.

Franco Scoditti, sindaco di Mesagne“Tutti i consiglieri cittadini del Pd e il sindaco giudicano e considerano, infatti, tale scelta per quello che è, ossia un errore di visione politica perché non considera a pieno che le Province sino alla loro definitiva abolizione, più volte annunciata ma ancora non sancita da leggi vigenti, sono titolate a esprimere scelte politiche e azioni amministrative in materie di grande importanza per l’intera collettività provinciale, quali ad esempio la viabilità, i trasporti, l’edilizia scolastica, la formazione, materie non neutre e non insensibili alle grandi diversità di azione e di visione che hanno caratterizzato e che continuano a caratterizzare il Pd che poco o nulla ha in comune con la cifra politica espressa da Forza Italia. In secondo luogo non si coglie né la ragione, né l’opportunità, né tantomeno la necessità politica di ‘larghe’, anzi larghissime intese, laddove il centrosinistra abbia la forza, la voglia, la determinazione e la capacità di candidarsi vittoriosamente e in modo indiscutibilmente alternativo rispetto alla destra”. E’ stata infine richiesta l’urgente convocazione di tutti i consiglieri comunali, dei già consiglieri provinciali e dei sindaci del Pd e del centrosinistra dell’intera provincia “per avviare una seria e partecipata discussione sul destino della Provincia di Brindisi che ancora può e deve essere scritto con coraggio da tutti i protagonisti nessuno escluso”.

Non tutto il Pd, insomma è con Bruno che rischia di restare piuttosto isolato. I socialisti, neppure, ci stanno. C’è poi il silenzio del sindaco di Brindisi, Mimmo Consales, anch’egli piddino, e di tutta la maggioranza di centrosinistra della città capoluogo che certo non appoggia l’asse Bruno – Vitali.

I vertici regionali non approvano “accordicchi”. Risultato? Per tenere coeso il centrosinistra brindisino, per non far traballare alleanze nei singoli comuni, si dovrà cambiare forse strategia. E rinunciare ad ogni forma di trasversalismo. 

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