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Cambiare casacca fa bene ai voti

BRINDISI - Un tempo c’erano i “Signori delle tessere”, quelli che moltiplicavano gli iscritti ai partiti e grazie a ciò li tenevano in pugno. Oggi, o meglio da qualche anno, a Brindisi esistono i “Signori dei voti”: pacchetti di voti e centinaia di elettori che restano fedeli ad alcuni consiglieri comunali. E lo restano, come dire, a prescindere. Perché certi elettori brindisini restano fedeli al proprio candidato a prescindere che si candidi a destra o a sinistra, che abbia lavorato bene o male, che abbia cambiato casacca in corsa oppure a bocce ferme.

BRINDISI - Un tempo c’erano i “Signori delle tessere”, quelli che moltiplicavano gli iscritti ai partiti e grazie a ciò li tenevano in pugno. Oggi, o meglio da qualche anno, a Brindisi esistono i “Signori dei voti”: pacchetti di voti e centinaia di elettori che restano fedeli ad alcuni consiglieri comunali. E lo restano, come dire, a prescindere. Perché certi elettori brindisini restano fedeli al proprio candidato a prescindere che si candidi a destra o a sinistra, che abbia lavorato bene o male, che abbia cambiato casacca in corsa oppure a bocce ferme.

E capita che chi è avulso da questa logica resti fuori dal consiglio comunale, anche se magari meriterebbe di farne parte: è successo ad Enzo Albano (Pd), il miglior consigliere della passata legislatura, uno dei pochi che leggeva tutte le carte e interveniva su ogni problema della città. Per lui solo 304 preferenze e nemmeno un grazie.

Niente a confronto del più votato della stessa lista e delle elezioni, Lino Luperti, un altro consigliere che aveva ben lavorato dall’opposizione, che i suoi voti li ha più che raddoppiati. Un mese prima del 6 maggio era con Brigante, poi è passato con Consales: ma il cambio in corsa non ha avuto ripercussioni, anzi, forse lo ha premiato: 937 voti.

E che dire di Giampiero Pennetta? Defenestrato da presidente del consiglio comunale, ha faticato non poco per trovare qualcuno che lo candidasse. Alla fine si è presentato con la Regione Salento ed ha rastrellato 601 voti. La lista del movimento che lo ha adottato ne ha presi 1097! Segno che il passaggio dal centro al Pdl a movimenti di nicchia non importa un fico secco: Pennetta aumenta le sue preferenze. A prescindere, appunto.

Un altro esempio eclatante? Francesco Renna nel 2009 prese 340 voti ed era nel Pri che sosteneva Mennitti. Ha fatto l’assessore alle Attività produttive. A questo giro il Pri, fiutata l’aria che tirava, si è buttato dall’altra parte e mentre tutti gli assessori uscenti subivano il tracollo, Renna ha aumentato le sue preferenze (566) ed ora aspira ad entrare in giunta. Evidentemente i brindisini hanno premiato il suo lavoro. Senza fregarsene tanto del posizionamento politico.

Tra i detentori dei pacchetti di voti c’è anche Antonio Giunta, trasmigrato dall’Italia dei valori alla lista del sindaco Consales: 555 preferenze, il più votato di Progettiamo Brindisi. E pensare che agli albori della campagna elettorale era stato annunciato ufficialmente come candidato sindaco di Idv e Regione Salento.

Nella stessa lista di Giunta c’è un altro trasmigrato, quel Maurizio Colella che ieri sosteneva Mennitti e in campagna elettorale gliene ha cantate di tutti i colori, specie sulla cultura, l’unico argomento su cui Mennitti era inattaccabile. Il poliziotto ex Pdl è stato premiato con 422 voti, in salita rispetto al 2009. E manco a dirlo entra in consiglio pure lui.

Si potrebbe andare avanti ancora a lungo, ma chiudiamo con Giuseppe Miglietta, ex Pri, oggi nell’Api sostenuta da Giovanni Antonino. Miglietta è consigliere provinciale in rotta con Ferrarese, ma questo non gli ha impedito di raccogliere, da candidato del “laboratorio”, 415 voti. E ora spera di incassare al Comune l’assessorato che gli hanno negato alla Provincia. Quanto alle motivazioni del fenomeno dei “Signori dei Voti”, sono talmente tante e alcune forse ancora incomprese e incomprensibili, che ci vorrebbe un trattato di politologia per spiegarlo.

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