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Cancellate norme sulle emissioni odorifere: tiro al bersaglio su Epifani

Ha scatenato l’inferno l’approvazione da parte della V Commissione regionale dell’abolizione delle norme in materia di emissioni odorifere dal testo della legge 7 del 1999, e sul banco degli imputati sono finiti il consigliere regionale Filippo Caracciolo, che la presiede, e il consigliere Giovanni Epifani, che ne fa parte, entrambi del Pd

BRINDISI – Ha scatenato l’inferno l’approvazione da parte della V Commissione regionale dell’abolizione delle norme in materia di emissioni odorifere dal testo della legge 7 del 1999, e sul banco degli imputati sono finiti il consigliere regionale Filippo Caracciolo, che la presiede, e il consigliere Giovanni Epifani, che ne fa parte, entrambi del Pd ed entrambi impiombati dal direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, dal loro stesso capogruppo, Pino Romano, e dal governatore Nichi Vendola. Nucleo critico della vicenda, come già detto, l’abolizione con un disegno di legge presentato da entrambi, delle norme sulle emissioni odorifere dal testo della legge regionale 7 del 1999, che i due avevano annunciato come atto necessario per evitare il fermo produttivo dei sansifici.

Il prof.Giorgio Assennato“La V commissione consiliare della Regione Puglia ha inopinatamente approvato un progetto di legge che prevede la sospensione degli articoli 1 e 1 bis della legge regionale 7/99 (successivamente modificata nel 2007) che regolamenta le emissioni di tutte le aziende, dalle raffinerie a quelle che si occupano del trattamento dei rifiuti. E non solo dei sansifici a cui il progetto di legge dello scorso 4 marzo vorrebbe riferirsi”, ha scritto furioso Assennato in una lettera a Vendola e al presidiente del consiglio regionale Onofrio Introna. (Nella foto, Giorgio Assennato)

La sospensione delegittima ogni azione volta al controllo di tali emissioni, malgrado l’enorme domanda della popolazione esposta a tali fenomeni. Se il Consiglio regionale approvasse tale improvvido disegno di legge, ciò costituirebbe un atto in completa controtendenza rispetto alla produzione normativa regionale degli ultimi anni. Chi andrà a informare i cittadini di Taranto – ha scritto Assennato - che in base alla cancellazione della legge regionale 7/99 viene meno l’unico riferimento normativo in base al quale l’attività di monitoraggio delle sostanze odorigene svolte da Arpa poteva condurre a concreti interventi di mitigazione?».

Vendola ha risposto subito all’appello di Assennato: “Condivido pienamente le preoccupazioni del professor Assennato circa la possibile deregulation per l’esercizio di impianti industriali che generano emissioni odorigene impattanti per l’ambiente e la salute dei cittadini”, ha detto il presidiente della Regione a proposito della decisione della quinta commissione consiliare di modificare la legge regionale 7/99 riguardante la “Disciplina delle emissioni odorifere delle aziende. Da tempo le strutture regionali, insieme con l’Arpa Puglia e le intelligenze del mondo della ricerca che si occupano della materia, stanno lavorando per definire modalità omogenee misurabili e oggettive delle emissioni odorigene degli impianti industriali da applicare sull’intero territorio regionale”.

Nichi VendolaPerciò quella della V Commissione è stata, per il governatore della Puglia “una scelta frutto di una non accurata valutazione delle conseguenze e suscettibile anche di essere strumentalizzata politicamente ed elettoralmente. Di tutto ciò l’esecutivo regionale non ha alcuna responsabilità, anzi ho già dato disposizioni perché venga prontamente definito il lavoro sin qui svolto dal tavolo tecnico assessorato Ecologia-Arpa affinché si possa immediatamente procedere con un disegno di legge del governo per chiarire quale è la posizione dell’esecutivo su questo tema”, ha annunciato Vendola. (Nella foto, Nichi Vendola)

“Chiedo alla V Commissione consiliare di tenere in debita considerazione le riflessioni del direttore generale dell’Arpa Puglia prof. Giorgio Assennato e di rivedere dunque quanto approvato. Mi rivolgo anche al presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna e a tutti i consiglieri regionali affinché ci sia una consapevole riflessione sulla portata delle decisioni da assumere in una materia così delicata”, ha concluso Vendola.

Molto duro anche il commento di Pino Romano, il capogruppo del Pd in consiglio regionale: “Contro l’inquinamento, in questi anni, la Regione Puglia ha allevato forti e robusti cani da guardia. Strumenti, cioè, in grado di scovare nell’aria ogni potenziale attentato alla salute dei suoi cittadini, e abbatterlo prima che possa fare danni. L’olfatto, per i pugliesi, si è trasformato nell’arma più efficace contro ogni tentativo di fare profitto a discapito dell’ambiente”.

Pino Romano“Si è fatto nel tempo un costante lavoro di prevenzione attraverso normative che inibissero ogni furbizia da parte del mondo della cattiva impresa, ma che incentivassero quella sana a salvaguardare salute e ambiente. Si è dato spazio, insomma, a quella economia positiva che trae vantaggio dal lavoro fatto in maniera sana e rispettosa della persona. Non mi sembra dunque di esagerare dicendo la Commissione consiliare per l’Ambiente ha commesso un errore approvando la sospensione della Disciplina che tiene sotto controllo le emissioni odorifere delle imprese. Una decisione che ignora la storia e le battaglie della Puglia contro l’inquinamento e in favore delle energie rinnovabili; e ignora che questa normativa rappresenta lo strumento per reprimere i fenomeni emissivi di sostanze odorigene, i primi campanelli d’allarme che devono farci intervenire immediatamente”, ha proseguito Romano censurando la scelta della commissione e del suo collega di partito, Giovanni Epifani. (Nella foto, Pino Romano)

“Nessuno deve pensare di prendere la storia della Puglia ambientalista e cancellarla con una mano di bianchetto sugli atti con cui abbiamo contrastato l’inquinamento. E sono più che comprensibili le preoccupazioni dell’Agenzia regionale per l’ambiente. La Puglia deve profumare di futuro, per questo sono incomprensibili quelle modifiche normative che possono portare ad un allargamento delle maglie in cui teniamo imbrigliate le emissioni inquinanti”, ha aggiunto il capogruppo del Partito democratico, il quale annuncia che il suo impegno ora “sarà quello di fare in modo che l’aula non recepisca la sospensione degli articoli 1 e 1 bis della Legge regionale 7 del 99, così come approvata dalla Commissione Ambiente”. Piuttosto, ha concluso Pino Romano, si dovrà valutare attentamente l’articolato messo a punto dal tavolo tecnico dell’assessorato all’Ambiente e dell’Arpa, “che ha migliorato la normativa sulle emissioni odorifere, consentendone più efficaci interventi di mitigazione”.

Giovanni EpifaniEpifani ha cercato di difendersi in serata con un breve comunicato, parlando di un refuso che stravolge l’interpretazione dei fatti: “Può stare tranquillo il direttore dell'Arpa Assennato, perché la proposta mia e di Caracciolo di modifica della legge regionale n.7/99 sulle emissioni odorifere delle aziende riguarda solo i sansifici. Si tratta solo di un equivoco e di un banale refuso poiché abbiamo espressamente richiesto di eliminare il divieto di emissioni di sostanze odorifere esclusivamente per i sansifici, nell'attesa che i soggetti di competenza ne definiscano i valori limiti che ancora mancano da anni”. (Nella foto, Giovanni Epifani)

“Basta leggere la relazione alla proposta di legge (consultabile on line) per comprendere che si tratta solo di un equivoco e che la proposta avanzata non interessa affatto le emissioni delle aziende in generale ma solo quelle dei sansifici. Anzi per una questione di maggiore tutela dell'ambiente ho chiesto che venga modificato il titolo del capo II ‘Emissioni derivanti da sansifici in ‘Emissioni derivanti da aziende che lavorano la sansa’ proprio per estendere quei limiti di legge, una volta che saranno fissati, a tutte le aziende della filiera che lavorano la sansa”. Ma il concetto di sospendere le norme in attesa delle nuove, refuso o non refuso, non è piaciuto affatto. Probabilmente Caracciolo ed Epifani dovranno ritirarsi in buon ordine.

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