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Candidati, intervento di Consales

BRINDISI - I commenti sulle "parlamentarie" del Pd brindisino cominciano ad arrivare. Di seguito, dunque pubblichiamo l'intervento del sindaco Mimmo Consales, uno del consigliere comunale Pd di Brindisi, Salvatore Valentino, ed uno dell'ex segretario del Pd di S.Pietro Vernotico, Fabrizio Carella, che affrontano vari aspetti della questione.

BRINDISI - I commenti sulle "parlamentarie" del Pd brindisino cominciano ad arrivare. Di seguito, dunque pubblichiamo l'intervento del sindaco Mimmo Consales, uno del consigliere comunale Pd di Brindisi, Salvatore Valentino, ed uno dell'ex segretario del Pd di S.Pietro Vernotico, Fabrizio Carella, che affrontano vari aspetti della questione.

Quello del sindaco di Brindisi è in risposta alle nostre valutazioni che Consales generosamente definisce "analisi", ma in realtà era solo una constatazione giornalistica, e nulla più. Il problema è proprio quello: la nostra definizione di rappresentatività sociale è molto diversa da quella che ne dà l'attuale gruppo dirigente del Pd brindisino.

Intanto il Pd sente il bisogno di una seconda conferenza stampa per spiegare i risultati delle parlamentarie, dopo quella dei giorni scorsi. Si terrà domani giovedì 3 gennaio alle 11 presso la Federazione Provinciale del Pd a Brindisi, con la partecipazione del segretario provinciale Corrado Tarantino, di Andrea Greco coordinatore del  Comitato Provinciale “Italia Bene Comune”, del responsabile organizzativo Enzo Baldassarre e degli otto candidati.

L'intervento del sindaco Mimmo Consales

"Ho letto con molta attenzione l’analisi che Marcello Orlandini ha fatto del voto delle “primarie” del Partito Democratico. Ho registrato elementi di valutazione che non mi trovano d’accordo e quindi ho ritenuto opportuno offrire anche il mio modesto contributo al dibattito.

Voglio dire, in via prioritaria, che trovo assolutamente riduttivo parlare di mancata rappresentanza di cittadini di Brindisi all’interno del gruppo di candidati che si sono sottoposti al giudizio elettorale. Lo dico con estrema chiarezza: io mi sento pienamente rappresentato da Salvatore Tomaselli, così come da Elisa Mariano e ritengo che il partito abbia saputo fare sintesi di diverse istanze. Lo si evince dall’ottimo risultato conseguito anche dagli altri candidati che si sono cimentati con queste primarie.

Probabilmente non tutti lo sanno, ma il Pd brindisino ha molto discusso prima di questa consultazione elettorale. Ha valutato ogni possibile candidatura, ha verificato la possibilità di giungere a scelte condivise ed alla fine ha assunto decisioni importanti, a partire da quella di rinunciare ad ulteriori candidature maschili, puntando con convinzione alla riconferma di un parlamentare uscente che ha fatto tanto per questo territorio, soprattutto se si esce da una vecchia logica del deputato e senatore a cui chiedere “qualcosa” per lasciare spazio a chi si mette al servizio dell’intero Paese oltre che della propria terra con competenza e saggezza politica.

Tra le donne c’è stata una diversità di vedute ed alla fine ha avuto la meglio chi ha saputo catturare maggiori consensi.

Orlandini parla di candidature deboli nei confronti delle “dinamiche sociali e dei problemi di questa provincia”. Una lettura dei risultati che non condivido perché considero Tomaselli e Mariano espressione di mondi assai rappresentativi della società brindisina come quelli delle attività produttive e del sindacato.

Ha ragione Orlandini, invece, quando considera spiacevoli i riferimenti a singole persone, ma qualche esempio del rinnovamento in atto all’interno del Pd brindisino è opportuno farlo. Partiamo dalla guida del partito, che a livello provinciale e cittadino è affidata a due giovani (Corrado Tarantino e Antonio Elefante) che lavorano con impegno e determinazione per l’affermazione della linea prescelta nelle sedi decisionali.

Ognuno può pensarla come vuole, ma i risultati ottenuti sono quelli che contano e non sono certamente negativi, a cominciare dalla città capoluogo. Il sottoscritto è stato eletto sindaco a primo turno e non penso proprio di poter essere annoverato tra i “vecchi della politica”, né tanto meno tra coloro che rappresentano la vecchia nomenclatura del partito.

Il Pd brindisino ha anche rinnovato due sesti del gruppo consiliare e nell’Esecutivo ha collocato altri due volti nuovi (Luperti e Rollo) che anche Brindisi Report ha valutato tra gli assessori “promossi” al termine dei primi sette mesi di lavoro. E non è tutto. Proprio il sindaco, nonostante i vincoli derivanti dalle intese con le altre forze politiche della coalizione, ha scelto la strada del rinnovamento anche nelle designazioni per la guida di enti e società.

Rispondono a questa logica l’elezione del giovane e validissimo avvocato penalista Rosario Almiento alla guida della Società Trasporti Pubblici e quella del presidente dell’Ordine dei consulenti del lavoro Dario Montanaro alla presidenza della società “Bocca di Puglia”, proprietaria del porticciolo turistico, così come la nomina del Presidente del Teatro Pubblico Pugliese Carmelo Grassi alla direzione artistica del Teatro Verdi.

Un processo di rinnovamento e di efficientamento che, sempre per scelta del primo cittadino, sta interessando anche la macchina amministrativa del Comune di Brindisi. Abbiamo guardato alle professionalità e non al “luogo di nascita”. Certo, si può e si deve fare sempre di più e meglio, ma la strada intrapresa ritengo che sia quella giusta.

Ora tutto il popolo della sinistra brindisina ha una “mission” importante da traguardare: dobbiamo liberarci dalla “sindrome di Tafazzi”, nel senso che dobbiamo smetterla di autoflagellarci, alla ricerca di soluzioni miracolistiche che non tengono conto delle reali potenzialità del territorio.

Solo così le migliori risorse dell’economia e dell’intelletto potranno avvicinarsi al Pd, senza correre il rischio (come già avvenuto in passato) che accettino incarichi e nomine per poi dileguarsi, guardando con distacco (se non addirittura con disprezzo) ad ogni possibilità reale di impegno all’interno del partito.

Il Pd brindisino, insomma, ha smesso di essere un pullman da dove si scende e si sale quando si vuole, sulla base di convenienze, spesso chiaramente poco nobili e poco rispettose della storia di una grande forza politica". (Mimmo Consales)

L'intervento di Salvatore Valentino

"Con il voto di domenica scorsa si è chiusa nel Pd la breve ma intensa stagione delle primarie. Meno di un mese fa Bersani vinceva il ballottaggio con Renzi (ma sembra passato quasi un secolo) ed oggi stiamo a commentare i risultati delle primarie di collegio. Diciamo subito che si poteva e si doveva fare meglio e la non entusiasmante affluenza registrata ne è un segnale tangibile.

L’impressione è che il vento di cambiamento che soffia forte nella nazione e nel nostro stesso partito sia stato solo parzialmente colto dalle dirigenze nazionali e regionali che hanno dato vita in questo caso ad un passaggio democratico che potrebbe apparire più di facciata che sostanziale.

Ci chiediamo in primo luogo, senza nulla togliere alla buona qualità dei concorrenti in campo, se la rosa dei candidati presentata domenica fosse davvero il meglio che il Pd potesse esprimere a livello provinciale. Altro elemento di perplessità era la scarsa conoscenza di molti dei candidati per il popolo degli elettori del centro-sinistra che ha dovuto affidare la sua scelta alle indicazioni provenienti dalle dirigenze, vere protagoniste occulte della competizione, più che ad un confronto ponderato dei curricula e degli obiettivi programmatici.

Avremmo altresì gradito, in sintonia con i risultati del ballottaggio che davano a Renzi il 40% dei consensi a livello nazionale ed il 29% a livello provinciale, una maggiore considerazione per quella fetta non marginale degli elettori del Pd che aveva sostenuto il sindaco di Firenze credendo in un’idea di rinnovamento del partito dal suo interno.

Lo scarso tempo a disposizione e la mancanza di una macchina organizzativa ben rodata non ha consentito di presentare per tempo una candidatura “di area”, cosa che riteniamo ancora fattibile ed auspicabile, a volerlo, da parte delle dirigenze regionali in sede di compilazione di “listino”.

Avremmo al tempo stesso sperato in una maggiore visibilità politica del comune capoluogo che pur costituendo 1/3 della forza elettorale non avrà ancora una volta suoi rappresentanti a Roma. Avremmo ancora di più apprezzato se nella scelta di una nutrita pattuglia femminile la selezione fosse avvenuta  cercando soprattutto nella società civile a noi vicina piuttosto che nelle sezioni di partito.

Pur essendo aprioristicamente sfavorevoli alla concessione di deroghe avremmo però desiderato che queste fossero state date anche alla nostra provincia, l’unica incomprensibilmente penalizzata insieme ai suoi rappresentanti istituzionali con tutti gli strascichi polemici che ne sono conseguiti.

Avremmo infine plaudito ad un maggior coinvolgimento della base in tutti i passaggi sopra citati anche se comprendiamo che il poco tempo avuto a disposizione non è stato foriero di scelte sempre ponderate e razionali.

Se vogliamo però che le primarie di collegio qualifichino in meglio il Pd del futuro creando uno spirito di squadra vincente sarà necessario un ripensamento ragionato apportandovi dei correttivi che tengano conto nelle scelte dell’intero elettorato di area e non solo dei tesserati.

C’è un aspetto imponderabile che è quello del coinvolgimento emotivo dell’elettore, il farlo sentire partecipe di uno sforzo collettivo per conseguire un risultato difficile ed insperato che svolge a nostro giudizio un ruolo chiave per conseguire una vittoria elettorale.

Le primarie racchiudono in se questo fascino e questa sfida ed è giunto il tempo di raccoglierla nel modo più adeguato ai tempi e con le persone più idonee a rappresentare il meglio che il partito può esprimere a livello locale in vista degli appuntamenti elettorali prossimi e futuri". (Salvatore Valentino)

La lettera aperta di Fabrizio Carella a Elisa Mariano

"Cara compagna ho deciso di scriverti perché ancora una volta voglio dare un contributo positivo al mio partito ed al suo gruppo dirigente locale.  L’occasione mi è data all’importante risultato che hai ottenuto alle primarie di domenica scorsa ed alle polemiche che stanno seguendo.

Si comprende il tentativo del sindaco Rizzo di presentare la divisione tra di noi e di cavalcarla; sarebbe lui più credibile se pensasse di più al paese ed alle sue di divisioni, visto che in appena due anni ha perduto un partito alleato (Sel) e pezzi importanti della sua lista.  Ma il problema c’è visto che hai avuto risultati importanti un po’ ovunque tranne che nel tuo paese, ti sei chiesta (e ti chiedo) perché?

Io sono il segretario di sezione del Pd di San Pietro Vernotico, che perse le elezioni amministrative del 2010 in favore di Rizzo; sono il segretario di allora del quale chiedesti le dimissioni subito dopo la sconfitta ed anche in seguito, tanto che per accontentare le vostre richieste celebrammo il congresso straordinario di sezione in pieno mese di Luglio.

Cedetti non alle vostre già minoritarie richieste ma al mio senso di responsabilità che mi imponeva di interrompere i veleni che inondavano il mio partito.  Il nostro candidato sindaco Rollo perse per una manciata di voti, dopo aver abbondantemente vinto il primo turno, perse perché Sel fece l’alleanza con l’UdC di Rizzo, contro il Pd.

Si è sempre sostenuto e tu non hai mai smentito, di riunioni fatte con dirigenti di Sel contro la candidatura a sindaco di Rollo. Ricordi le riunioni subito dopo la sconfitta sulla bontà della giunta locale e del tentativo di spostare verso l’UdC qualche nostro eletto? Si diceva di un tuo ruolo attivo in questa campagna acquisti.

Nei nostri paesi purtroppo non circola solo quello che non si fa, per il resto c’è sempre un fondo di verità. Non ti vuoi chiedere perché un gruppo dirigente ed io tra questi non ti perdona il contributo alla sconfitta del sindaco Rollo? Ma se questo riguarda ieri, io sono interessato all’oggi ed al domani.

I tuoi risultati nelle primarie di domenica scorsa a San Pietro, sono la fine di una storia politica sbagliata che ha avuto come posta la sconfitta elettorale amministrativa, oppure la prosecuzione di una visione diversa delle cose che non finirà mai? Perché un gruppo dirigente non ha faticato molto a far votare una candidata che gli elettori delle primarie non conoscevano?

Forse perché sono un insieme di persone che hanno rapporti veri e credibili con l’elettorato. Questa riflessione non ti dice niente? Ora tu hai più interesse di tutti noi ad avere una sezione unita e convinta che ti sostiene nella formazione della lista regionale. Anche questa mia iniziativa vuole solo dirti che gli appelli di Rizzo o Ragusa verso di te possono non giovarti se tu non recuperi il rapporto con i compagni e le compagne della tua sezione.

Pensa che il nostro consigliere regionale ci ha portato in pizzeria il venerdì precedente alle primarie per convincerci ad andare a votare e non disperdere il lavoro delle primarie per Bersani che si volevano boicottare. La decisione, adesso, è tua e di nessun altro, ti saluto". (Fabrizio Carella)

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