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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Pd e Riccardo Rossi ai ferri corti. Il segretario cittadino Cannalire: "Il sindaco si dimetta"

Risposta al primo cittadino, che annuncia di voler restare fino al termine del mandato: "Argomentazioni strumentali tese a resistere in una carica". Cinque assessori hanno rinunciato, già da oggi, agli emolumenti previsti per le proprie funzioni

BRINDISI – Ormai è scontro aperto fra il sindaco di Brindisi, Riccardo Rossi, e il Pd. Il partito che ha tuttora tre rappresentanti nella giunta comunale e un nutrito plotone di consiglieri, chiede espressamente al primo cittadino di rassegnare le dimissioni. Lo fa attraverso una nota a firma del segretario cittadino di Brindisi dei democratici, Francesco Cannalire. Lo strappo, come noto, si è consumato sabato scorso, nel corso della riunione della costituenda coalizione di centrosinistra, in vista delle elezioni amministrative in programma il 14 e 15 maggio. Bocciata la ricandidatura di Rossi, Pd e Movimento 5 stelle si sono compattati intorno al nome dell’avvocato Roberto Fusco, già candidato al senato fra le file dei pentastellati, in occasione delle ultime elezioni politiche. Rossi invece correrà con il sostegno di Brindisi Bene Comune, Sinistra italiana e Verdi.

E adesso arriva il momento della resa dei conti fra Rossi e Democratici. “Le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa da Riccardo Rossi riguardo le motivazioni che sarebbero alla base della decisione di non dimettersi dall’incarico di Sindaco  - afferma Cannalire - lasciano sbigottiti ed interdetti”.

“Si tratta, a nostro avviso  - prosegue il segretario cittadino del Pd - di argomentazioni strumentali tese a resistere in una carica, pur nella piena consapevolezza di non possedere più il sostegno dei partiti e dei movimenti che lo hanno sostenuto fino alla scelta personalistica di subordinare l’adesione alla coalizione progressista alla circostanza che fosse lui stesso il candidato sindaco prescelto”.

“Il fatto che sarebbero in scadenza il Peba, il Pums ed il Piano di Rigenerazione della Costa  - afferma ancora Cannalire - non costituisce assolutamente ostacolo alle dimissioni. Pur volendo tralasciare che tali atti sono privi di una "data di scadenza", è noto che essi, non rivestendo carattere di urgenza ed inderogabilità, possono essere discussi in consiglio comunale soltanto fino al 30 marzo prossimo. Pertanto Rossi può tranquillamente rassegnare le dimissioni già in giornata per poi partecipare ugualmente al consiglio comunale da tenersi entro la suddetta data”.

“Siamo certi, invece – si legge nella nota di Cannalire - che sia frutto della particolare confusione del momento la motivazione di non dimettersi perché ‘siamo in procinto di bandire molte gare per il Pnrr’. Una delle qualità di questa amministrazione è stata rappresentata dalla netta recisione tra indirizzo politico ed attività gestionale. Pertanto non comprendiamo come si possa motivare la scelta di permanere nella funzione politica di Sindaco con il fatto che la struttura dirigenziale - come è sua esclusiva prerogativa - dovrà emanare i bandi di gara per l’aggiudicazione dei lavori finanziati dal Pnrr”.

“Ancora più strumentale, infine – a detta di Cannalire - è il tentativo di spiegare la volontà di permanere sulla poltrona di primo cittadino con la circostanza che sia in piedi la trattativa con il governo per la sottoscrizione dell'accordo previsto per i comuni in riequilibrio. Innanzitutto va rimarcato che la risposta del governo alla proposta del Comune non è ancora arrivata e, ad oggi, è ignoto quando arriverà. Solo quando il Comune riceverà tale risposta sarà possibile avere contezza dell’eventuale esistenza di una data entro cui andrà approvata in Consiglio Comunale. Ma ciò cambia poco in riferimento alle dimissioni: se la proposta andrà approvata entro la data delle elezioni, se ne potrà sempre occupare il commissario; se, invece, la risposta del Governo andrà approvata in un tempo maggiore, sarebbe più corretto che fosse la prossima amministrazione a decidere cosa fare, visto che la scelta inciderà sulle future casse e sulla cittadinanza”.

“In ogni caso nemmeno quest’ultima – tuona Cannalire -  rappresenta una buona scusa per non dimettersi”.

“Il Partito Democratico, pertanto, chiede a Riccardo Rossi  - conclude Cannalire - un atto di dignità politica e di tutela dell’Istituzione che va rispettata in ogni caso, con le immediate dimissioni dalla carica di Sindaco e l'impegno a definire nell'arco temporale dei venti giorni, previsti dalla legge per essere definite, tre importanti questioni: mettere in sicurezza la Brindisi Multiservizi, garantire lo svolgimento di manifestazioni sportive di assoluto prestigio per il nostro territorio (quali la Brindisi-Corfù, il mondiale di motonautica, la Coppa del Mediterraneo di scherma ed il campionato internazionale di tango) e il perfezionamento di un patto a tutela del territorio che porterà alla riqualificazione del parco Cesare Braico”.

Nelle more della definizione di queste proposte e della definitività delle dimissioni richieste, gli assessori del Partito Democratico hanno rinunciato, già da oggi, agli emolumenti previsti per le proprie funzioni. Si tratta degli assessori Tiziana Brigante (vicesindaco), Oreste Pinto e Isabella Lettori. Da quanto appreso analoga decisione è stata presa anche da altri due componenti dell’esecutivo, ossia Massimo Vitali (Attività produttive) ed Emma Taveri (Turismo).

La replica di Rossi è arrivata nel pomeriggio. Il sindaco ha convocato una conferenza stampa (leggi il resoconto) alla quale hanno preso parte anche i deputati Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, rispettivamente ai vertici nazionali di Verdi e Sinistra italiana.

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