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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Cannalire: "Sindaco, blocchi l'Enel come a Civitavecchia"

BRINDISI – A seguito dell’ultimo incidente sul lavoro avvenuto l’altra sera nella centrale Federico II di Cerano - un operaio di una ditta appaltatrice dell’Enel, Adriano De Crescenzo, era caduto mentre ripuliva una vasca, riportando ferite per una prognosi di dieci giorni – il consigliere comunale Francesco Cannalire (“Alleanza per l’Italia”) rivolge un’interrogazione consiliare al sindaco di Brindisi Domenico Mennitti.

BRINDISI – A seguito dell’ultimo incidente sul lavoro avvenuto l’altra sera nella centrale Federico II di Cerano - un operaio di una ditta appaltatrice dell’Enel, Adriano De Crescenzo, era caduto mentre ripuliva una vasca, riportando ferite per una prognosi di dieci giorni – il consigliere comunale Francesco Cannalire (“Alleanza per l’Italia”) rivolge un’interrogazione consiliare al sindaco di Brindisi Domenico Mennitti.

“I numerosi incidenti – dice Cannalire - che continuano a vedere vittime operai impegnati nei lavori di manutenzione della Centrale Enel di Cerano; la circostanza che, nonostante un deliberato della Giunta Municipale, Enel non abbia provveduto ad indennizzare i proprietari delle aree limitrofe al nastro trasportatore; il fatto che, pur parlandosene da anni, non esista uno straccio di proposta di nuove convenzioni con Enel mirante alla riduzione dell’uso del carbone e delle emissioni nocive in atmosfera; ci spinge a chiederci: ma la vita umana, la salvaguardia dell’incolumità dei lavoratori, i diritti di coloro i quali hanno subìto dei danni per l’inquinamento provocato da anni e si trovano oggi privi di ogni sostentamento e costretti a rinunciare alla tutela giurisdizionale dei torti subiti in cambio di un improbabile indennizzo;il rispetto dell’ambiente e della salute umana;insomma, tutti questi beni costituzionalmente garantiti hanno un valore minore a Brindisi rispetto a Civitavecchia?”. Proseguendo nell’interrogazione, Cannalire spiega: “Perché anche Lei , sulla scorta della scelta fatta dal coraggioso sindaco del Comune di Civitavecchia, non emette un’ordinanza di chiusura di almeno un gruppo della Centrale di Cerano? Sono certo che un simile gesto, oltre a non arrecare alcun danno agli interessi generali del Paese, attesa la riduzione della domanda di energia conseguente alla perdurante crisi economica, consentirebbe di ottenere in un sol colpo più risultati:in primo luogo, l’Enel si siederebbe al tavolo delle trattative con un atteggiamento diverso e darebbe finalmente il via a quelle opere di ambientalizzazione di cui da tempo si parla (copertura del parco carbone, realizzazione del molo dedicato allo sbarco del carbone, etc)”.

In secondo luogo, secondo Cannalire, si otterrebbe una immediata riduzione dell’uso di combustibili fossili e conseguentemente di emissioni di anidride carbonica in atmosfera; infine, si alleggerirebbe il carico sulla rete elettrica consentendo l’immissione di energia prodotta con fonti alternative, le uniche capaci di garantire un reddito sostitutivo ai proprietari dei suoli limitrofi alla Centrale di Cerano, come espressamente sancito dalla deliberazione della Giunta Comunale numero 54 del 22 febbraio 2010 da Lei stesso proposta. Non voglio credere infatti, che la rinuncia da parte del Comune di Brindisi a costituirsi parte civile nel processo penale che vede imputata Enel, sia stata fatta unicamente per avere degli alberi in più nel parco “Magrone”, peraltro già ampiamente finanziati con la misura Por 5.1, a meno che le varianti in corso d’opera non abbiano di fatto prosciugato le risorse destinate allo stesso progetto”.

La conclusione di Cannalire tende a non confondere sport e politica: “Io sono tra quanti non hanno difficoltà a gridare “Forza Enel” nel palazzetto ma al di fuori di quelle mura pretendo che la società elettrica abbia maggiore rispetto dei diritti e dell’intelligenza dei brindisini. La interrogo, quindi, per sapere quali provvedimenti intende adottare nei confronti dell’Enel affinché abbia finalmente termine questo stillicidio di incidenti sul lavoro e per costringere la società a risarcire gli aventi titolo per la sua attività già oggetto di inchieste penali”.

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