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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica San Vito dei Normanni

Elezioni a San Vito, ovvero quando il destino ci mette lo zampino

Strana la vita, quel filo che unisce le vite di uomini e donne in una trama che si chiama destino: a San Vito il fato vuole che la prof Silvana Errico e il vice dirigente della Mobile, Mimmo Conte, i diretti sfidanti per la fascia tricolore, siano partiti ai tempi di Azione cattolica

SAN VITO DEI NORMANNI – Strana la vita, quel filo che unisce le vite di uomini e donne in una trama che si chiama destino: a San Vito il fato vuole che la prof Silvana Errico e il vice dirigente della Mobile, Mimmo Conte, i diretti sfidanti per la fascia tricolore, siano partiti ai tempi di Azione cattolica. Non si sono mai incontrati negli anni della gioventù, si sono poi incrociati nel periodo buio del racket quando lei era assessore ai Servizi sociali con Rosa Stanisci sindaco e lui era uno dei poliziotti di punta di Brindisi, dove lavorava il pubblico ministero Michele Emiliano, titolare del fascicolo sulle “bombe”. Si affrontano ora. Corsi e ricorsi storici. Vita vera.

Gli sfidanti. Questa elettorale, a San Vito, è una storia di persone e di sentimenti, prima ancora che di politica e di partiti. E’ la storia di una docente di Lettere della scuola media don Vincenzo Meo su cui hanno puntato Forza Italia (Vitali), La Puglia prima di tutto (Fitto),  il Movimento per Schittulli, senza dimenticare le civiche che la volta scorsa l’hanno sostenuta contro l’avvocato Alberto Magli, il quale dopo aver rinunciato al “bis” non per cavalleria ma per restituire unità al centrodestra, la sostiene pur correndo alle regionali.

Ed è la storia del poliziotto della sezione narcotici, componente della segreteria provinciale del Siulp e del direttivo nazionale del sindacato, in aspettativa da quando è ufficialmente candidato: lo ha scelto il Partito democratico  con la missione di invertire la rotta al Comune, ed è piaciuto a Sel. Con lui, due liste espressione della società civile, “Con te sindaco”, è un gioco di parole che vuol essere di buon auspicio, nella consapevolezza che facile non è se si considera il dato temporale: da vent’anni è il centrodestra che vince a San Vito dei Normanni.

Missione quanto mai difficile. Impossibile non è parola che rientra nel vocabolario di Mimmo Conte, lui che di casi che sembravano un rompicapo ne ha affrontati diversi in 34 anni di lavoro in questura, partendo da quelli del corso di formazione nella terra napoletana.

Domenico ConteMimmo Conte. La novità, quindi, è proprio lui, il poliziotto che va in giro con le New Balance comprate a saldi all’Ipercoop. Pensare che tutto ha inizio qualche giorno dopo quell’acquisto nel centro commerciale perché Conte è stato chiamato per un incontro che doveva restare riservato il 28 gennaio: da investigatore pensava a una “soffiata”. Si è trovato vis à vis con il segretario cittadino del Pd, Enzo Francavilla: “Sei il candidato sindaco che stiamo cercando”, gli hanno detto.

E lui? “E io ho detto che non se ne parlava proprio. No, no, no”. Dall’altra parte hanno iniziato a parlare di spirito di servizio per il suo paese. Un colpo al cuore, non poteva essere un gran rifiuto. Ci ha pensato otto giorni, in silenzio: “A un certo punto l’ho detto a mia moglie”, racconta. Un fulmine a ciel sereno, mentre sul fuoco c’è la macchinetta del caffè. “E noi?”. La coppia con i due figli ha fatto posto alla nuova esperienza: “Come vuole Dio”, mi ha detto mia moglie. Così è stato. La domenica successiva la grande famiglia si è trovata a tavola ed è arrivato l’ok.

Quindi la comunicazione al lavoro, l’altra famiglia, quella con cui ha diviso dolori e gioie in 34 anni. Dalla tragedia del Venerdì Santo della Kater I Raider, alla strage davanti all’istituto Morvillo Falcone di Brindisi: “Non dimenticherò mai gli occhi di un bimbo appena uscito dall’oblò della nave, quando era già cinque metri sott’acqua, così come non potrò mai scordare lo sguardo di Giovanni Vantaggiato (l’autore dell’attentato davanti all’istituto, ndr) una volta entrati nella sua abitazione”.

Nel mezzo le bombe delle estorsioni, le notti insonni passate ad ascoltare il grido d’aiuto dei negozianti. Sono ricordi che nessuno cancellerà. Così come l’appartenenza alla Polizia di Stato, una missione: “L’ho scelta a 19 anni, dopo il diploma come perito chimico”, racconta. Salta fuori anche un’occupazione dell’istituto, lui, il futuro poliziotto, nonché candidato sindaco per il centrosinistra, promotore della protesta: “Non ero una testa calda, era solo che non c’era dialogo con il preside di allora che a dispetto della scuola nuova era alquanto antico, nel senso di chiuso con i ragazzi. Chiedevamo di parlare”. Era il 1979.

Evidentemente il germe del “far politica” c’era, complice –probabilmente – la vicinanza di uno zio, fratello del papà di Mimmo Conte, suo padrino, attivo nei cattolici democratici che portarono al Comune Cenzino Carella e Cenzino Iaia. A San Vito, in effetti, lo ricordano ragazzetto che si affacciava nei locali di Azione Cattolica, in via Garibaldi, dove oggi c’è un negozio di telefonini.

In quegli anni lo spirito di servizio resta sopito per far spazio al desiderio di entrare nei laboratori della Scientifica. Il destino ha voluto che entrasse nella sezione investigativa. E sono arrivati gli encomi. La passione ogni tanto bussava alla porta del cuore, ha trovato casa quando Conte ha aderito al partito. Poi è arrivato  l’incarico sindacale, la tessera non è stata rinnovata per questioni di opportunità, ma politica intesa come fare e prima ancora come ascoltare, si stava affermando.

Il Pd lo teneva d’occhio e quando ha capito che il futuro di Mimmo Conte poteva essere lontano da San Vito, come dirigente nazionale del sindacato di polizia, è arrivata la chiamata. “Impossibile dire di no perché San Vito merita di cambiare verso”, dice. “E’ un paese a cui hanno tolto la speranza, l’hanno costretto al sonno se non proprio alla morte. E invece ha tanto da dire e da dare. I giovani lo sanno: basta con questa fuga di cervelli. Chi l’ha detto che non c’è spazio per loro, se non nei week-end? Ripartiamo. Niente è impossibile”.

Silvana Errico-2Silvana Errico. Dall’altra parte l’arte dell’impossibile appartiene a Silvana Errico, inossidabile: questa volta vuole farcela per portare San Vito in Europa nei prossimi cinque anni. “San Vito 2020” è il suo motto. In marcia inizialmente era sola con le sue civiche, le stesse che nel 2010 l’hanno vista opposta a Magli e l’hanno portata in Consiglio comunale come consigliere di opposizione. “Mai un no per principio, ma sempre dopo aver letto, studiato e chiesto il confronto”, dice il candidato sindaco. “I no servono se sono costruttivi. Adesso vogliamo costruire con un respiro europeo: questo è il nostro progetto”.

Strada facendo si sono uniti quelli del “Movimento politico per Schittulli” e gli esponenti fittiani de “La Puglia prima di tutto”. Non c’era Forza Italia, non fino a quando non è stata commissariata in tutta la regione da Luigi Vitali, con il senatore Vittorio Zizza a tenere la bandiera in paese.   Prima dell’avvento del duello Berlusconi-Fitto, gli azzurri avevano scelto Magli in continuità, quindi ci sarebbe un stato mandato bis. Quando l’ex sottosegretario alla Giustizia è arrivato, le cose sono cambiate: sarà che l’avvocato sindaco uscente, è stato di An e sarà che ha un certo feeling con l’eurodeputato di Maglie, due peccati originali. Fatto sta che è spuntata l’ipotesi di fare le primarie. Solo la Errico ha detto sì. “Non ho mai detto no al confronto, ma giustamente Magli riteneva di essere ricandidato. Ora è dalla mia parte. Nessun rancore”, sottolinea. Non sono (più) l’uno contro l’altro armato.

Alberto Magli. “La questione delle primarie era solo pretestuosa visto che non sono state fatte da nessuna parte: il tempo mi ha dato ragione, quel che è stato, è stato”, dice Magli che alle spalle ha 27 anni al Comune, 13 dei quali come amministratore. Ora pensa alla Regione Puglia, ufficialmente nella lista di Forza Italia, in quota ai fittiani, va precisato.

Il che vuol dire che nel caso in cui l’ex ministro pugliese darà il via alla rottura, il sindaco uscente ora in corsa per le regionali, sa bene dove andare. Con Francesco Schittulli governatore. Prima ancora sa bene chi chiamare, visto che dalla sua ci sono un bel po’ di consiglieri comunali uscenti. “Quel che è certo, è che bisogna lavorare sul tandem Bari-San Vito, ecco perché ho fatto un passo indietro: il senso di responsabilità che mi permetto di dire appartiene a pochi è tale da lavorare per l’unità del centrodestra”. Stretta di mano con Silvana Errico, quindi. A prescindere da Vitali.

Stando così le cose, Errico ha dalla sua Forza Italia e Fratelli d’Italia. Punto interrogativo per Ncd: “Nelle prossime ore incontrerò i centristi”, dice riferendosi all’assessore alla Politiche sociali Enzo Nigro e, tra gli altri, al consigliere comunale Giuseppe Urgese. Rumors dicono che l’alleanza non sia impossibile. Del resto, non c’è stato chi non abbia detto sì alla prof che in politica è dal 1988, come indipendente dalla Democrazia Cristiana. E’ piaciuta all’allora sindaco Stanisci quando venne imbastita la giunta di “salute pubblica” negli anni dell’emergenza racket estorsioni, poi ad Antonello Trizza con cui creò la civica Nuova Alleanza e divenne assessore alle Politiche sociali e Attività produttive, strappando anche la carica di vice primo cittadino.

Quindici anni di attività in prima fila con l’ex sindaco di An del quale si sono perse le tracce. Ma mai una tessera di partito. Per quale motivo? “Non mi piacciono perché si finisce con il dover fare i conti con imposizioni dall’alto, cosa che non succede con le liste civiche. San Vito ha una forte espressione in questo senso e la amo per questo impegno di cittadinanza attiva”.

Pensare che era solo una studentessa quando si affacciò per la prima volta in Azione cattolica. “Però Mimmo Conte non l’ho mai visto. Lui si è avvicinato alla fede in tarda età”. Comunque sia, le strade si incrociano da oggi in poi.

Gli altri. Nel mezzo ci sono altre civiche: “San Vito in Movimento” dell’avvocato Pino De Carlo, negli anni Ottanta consigliere comunale del Movimento sociale italiano, trasferitosi a Milano per lavoro e rientrato nel suo paese con il desiderio di fare qualcosa di nuovo. Pescando nell’area di centrodestra. Più al centro, invece, Angelo Raffaele Piccigallo, consigliere comunale uscente, anche lui con una civica. Ci sono anche i “Cinque stelle” con Marco Ruggiero.

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