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Sabato, 20 Aprile 2024
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Colizzi: addio a Sel con esposto al pm

BRINDISI - Si è conclusa anche la separazione da Sel di Franco Colizzi, lo psichiatra ostunese per anni anche presidente dell'Aifo. Colizzi ha fatto ciò che aveva annunciato: ha lasciato definitivamente Sinistra Ecologia e Libertà consegnando la tessera alla segreteria regionale e un esposto alla procura di Brindisi sui presunti brogli alle "parlamentarie", che aveva denunciato sperando che il partito ne congelasse l'esito in atesa dell'esito di opportune verifiche.

BRINDISI - Si è conclusa anche la separazione da Sel di Franco Colizzi, lo psichiatra ostunese per anni anche presidente dell'Aifo. Colizzi ha fatto ciò che aveva annunciato: ha lasciato definitivamente Sinistra Ecologia e Libertà consegnando la tessera alla segreteria regionale e un esposto alla procura di Brindisi sui presunti brogli alle "parlamentarie", che aveva denunciato sperando che il partito ne congelasse l'esito in attesa dell'esito di opportune verifiche.

Il ricorso e gli appelli di Colizzi sono stati respinti senza che i registri dei seggi fossero esaminati. A questo punto, a conclusione di una vana attesa, il medico - che è direttore del Centro di salute mentale di Brindisi - ha rotto gli indugi optando, dopo essersi autosospeso dagli organismi dirigenti regionali e nazionali, per l'uscita da Sel e per l'inoltro al magistrato di ciò che è riuscito a raccogliere a sostegno dei propri sospetti. Ecco la prima parte del lungo dodumento di addio a Sel da parte di Franco Colizzi (a fine pezzo l'intero documento scaricabile).

"La mia vicenda alle primarie regionali per la scelta dei candidati al Parlamento, che ancora una volta i cittadini non potranno votare direttamente, si è conclusa amaramente. Sono mancate le dovute risposte ai concreti sospetti di brogli, il cui accertamento, in difesa del principio di legalità, ho affidato con fiducia agli organi competenti della magistratura.

Sul piano politico, mi sono perciò autosospeso da ogni carica interna rivestita in Sinistra Ecologia e Libertà (componente assemblea nazionale, membro della segreteria regionale, del coordinamento provinciale e del circolo di Ostuni), declinando la mia disponibilità a candidarmi nelle liste di Sel.

Per quanto poco rilevanti possano  essere le mie scelte, per un bisogno di onestà intellettuale, con serenità e senza rancori di alcun genere, dichiaro ora pubblicamente conclusa la mia esperienza interna a Sel, di cui non rinnoverò l’iscrizione e che non voterò alle prossime elezioni di febbraio.

In questi giorni, ripercorrendo i due anni e mezzo di vicinanza a Sel, dalla mia candidatura di servizio alle elezioni regionali del 2010 ad oggi, ho valutato come inutile la mia presenza negli organismi dirigenti di Sel, ove avevo sperato di  poter portare il mio mondo, le mie esperienze, le culture che mi avevano meticciato negli anni, le visioni che tuttora mi sospingono e le tante persone che collaborano con me in Puglia e in Italia.

Mi sono accorto - tardivamente lo ammetto - che la distanza tra la narrazione di Nichi Vendola e il partito di cui è presidente nazionale non è dovuta al caso o a semplici ritardi organizzativi. In realtà, non di un “partito nuovo” si tratta, e nemmeno di un “nuovo partito”, bensì di un modo effettivo di funzionamento vecchio e fin troppo sperimentato nel Novecento.

Apparentemente democratica, e perfino movimentista, Sel in realtà è gestita in maniera giacobina, da un gruppo compatto “custode del progetto”. Un progetto che, alla prova dei fatti, si è ridotto essenzialmente alla finalità precipua del “ritorno” in Parlamento di chi non vi era riuscito nel 2008 e non del necessario ingresso sulla scena politica di movimenti civili, associazioni di volontariato, reti culturali e competenze professionali tenute in gran parte fuori del recinto dei partiti esistenti".

COLIZZI - Fuori da SEL

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