"Quando le dimissioni di un sindaco sono una liberazione per la gente"
E’ naturale che un sindaco dopo aver formalizzato le dimissioni, si ponga il problema delle conseguenze del suo gesto per la città e per se stesso. Generalmente un sindaco dimissionario comunica alla città il bilancio delle cose fatte e di quelle non fatte, le difficoltà, gli impedimenti
E’ naturale che un sindaco dopo aver formalizzato le dimissioni, si ponga il problema delle conseguenze del suo gesto per la città e per se stesso. Generalmente un sindaco dimissionario comunica alla città il bilancio delle cose fatte e di quelle non fatte, le difficoltà, gli impedimenti. Come è naturale che si faccia per rispetto dei cittadini. In questa circostanza, non si è voluto dare alcun valore a quell' impegno. Peraltro sarebbe stato imbarazzante, quasi umiliante, ripercorrere la via crucis delle tante inefficienze, dissociazioni, latitanze che hanno contrassegnato l'esperienza amministrativa della sua sedicente maggioranza.
Com'era prevedibile che avvenisse considerate le diverse esperienze e la diversa estrazione culturale e politica di diversi suoi componenti, per certi versi assolutamente inconciliabili. Ma anche perché diversi degli attuali protagonisti sono gli stessi che hanno vissuto, direttamente in prima fila, le fallimentari esperienze amministrative passate, evaporate nelle aule del tribunale di Brindisi. Comunque, non c’è tempo da perdere, ci sono solo 20 giorni di tempo per rimediare. C'è da organizzare la solita giostra delle mille riunioni, conferenze stampa, per lanciare da tutte le tribune televisive, giornalistiche e ... sportive, i soliti messaggi di efficienza e di compattezza della compagine di governo della città.
Per cercare di convincere i cittadini che tutto andava bene, nel tentativo far dimenticare una tornata amministrativa costellata da continui litigi, dissociazioni, assenze, su decisioni importanti per la città. Per tentare di difendere, l'indifendibile. Intanto sulla porta del palazzo di città c’è già affissa la prenotazione dell'ennesimo commissario. Una condanna ormai ricorrente, quasi a certificare l'inadeguatezza della sua classe politica brindisina, che spesso ha smarrito il senso proprio impegno. E’ evidente che le dimissioni sono state un colpo di testa, tante volte tenuto a bada nei mesi scorsi, segnati da momenti difficili.
Questa volta però , bisogna ammetterlo, si era proprio superato il limite della decenza. Diciassette consiglieri comunali che si riuniscono per formalizzare le dimissioni davanti ad un notaio, per far cadere il sindaco, la giunta e il consiglio comunale, è sembrata una vera e propria mascalzonata, un colpo basso durissimo, al quale si è stati portati a reagire in maniera istintiva. Anche perché si è avuto modo di appurare, che era tutta una sceneggiata, considerato che di quelle dimissioni collettive, non c'è alcuna traccia. Verosimilmente tutto era stato costruito da qualcuno allo scopo di far lievitare il peso contrattuale della propria parte. Comunque c’è da mordersi le mani.
Certo non c’è alcun impedimento per ritirale, c’è solo il rischio di perdere la faccia. La sindaca e la sua saltellante maggioranza sanno benissimo che non c'è tempo da perdere, bisogna fare in fretta, perché è pericoloso lasciare alla gente il tempo di riflettere, perché si monta la testa, riflette in modo strano, si mette a ragionare sulle emergenze mai risolte, sul livello di disoccupazione stratosferico, sulla tassazione comunale soffocante, sul degrado cittadino, sull’inquinamento, sulla carenza e inefficienza dei servizi, sulla mobilità, sulla precaria situazione igenico-sanitaria connessa con la gestione dei rifiuti, sull’esercizio costantemente provvisorio dell’interesse pubblico, tenuto costantemente in scacco dai tanti dissidi interni alla maggioranza, proclamati in nome della guerra santa per la conquista di ogni poltrona disponibile.
Ma bisogna far presto perché nella gente si sta ingenerando il convincimento, che la venuta del commissario potrebbe essere il male minore, l’occasione ed il momento giusto per farla definitivamente finita con questa situazione, con questa amministrazione, considerata l'inconsistenza della capacità politica di amministrare la città. Vivere il distacco dalla sindaca e dalla sua maggioranza non come privazione, ma come liberazione. Credo che questa sia l'occasione per la sindaca di dare corpo a quello spirito di servizio, di altruismo, di amore per la città, cui ha più volte fatto riferimento in campagna elettorale, proseguendo sulla strada intrapresa. Non desista dalle dimissioni. Non dia ascolto ai cattivi consiglieri. Non distrugga l'unica buona azione della sua gestione. I cittadini le saranno grati.