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Brindisi non cambia: il 20 per cento degli elettori ha deciso

Abbiamo definito Brindisi più volte la città dei paradossi, e il risultato elettorale conferma in pieno la difficoltà di questa comunità piena di problemi e di contraddizioni nel riuscire ad imboccare la strada di un rinnovamento reale della sua classe politica

Abbiamo definito Brindisi più volte la città dei paradossi, e il risultato elettorale conferma in pieno la difficoltà di questa comunità piena di problemi e di contraddizioni nel riuscire ad imboccare la strada di un rinnovamento reale della sua classe politica. Gli elettori brindisini hanno mancato l’ennesima occasione per imprimere una svolta ad una situazione che sta diventando sempre più critica, rimettendo in sella al municipio il gruppo che ha sostenuto sino all’ultimo giorno il sindaco Mimmo Consales.

Angela Carluccio è la prima donna eletta sindaco a Brindisi, questo dato non va dimenticato, ma  dietro di lei c’è esattamente la stessa alleanza di potere che aveva lasciato – sloggiata dalla Digos e dalla procura, e dalla sfiducia della stragrande maggioranza dei consiglieri comunali - piazza Matteotti e Palazzo Nervegna pochi mesi orsono: la parte del Pd che si rifiutava di andare a casa, il movimento di Massimo Ferrarese e Marcello Rollo, l’immarcescibile Impegno sociale.

Proprio quell’amministrazione che era stata lapidata, disprezzata, insultata, esorcizzata sui social network e non solo. Proprio quella della criticatissima gestione dei rifiuti, della super-Tari, dello sforamento del patto di stabilità, degli appalti bloccati, eccetera eccetera. La metà più uno del 40 per cento dei brindisini che è andato a votare (cioè poco più del 20 per cento degli elettori aventi diritto) ha deciso così, riaprendo le porte del Comune a coloro che se n’erano appena andati. In questo risultato, ripetiamo cose già dette prima della campagna elettorale, c’è per intero il peso dell’errore commesso dal Pd regionale di commissariare anche la scelta delle alleanze e del candidato.

Non poteva essere il solo Nando Marino, infatti, la leva del cambiamento. Raccontiamo qui l’ennesimo episodio che saremo costretti nei prossimi giorni, nel primo momento utile di calma relativa, ad esporre assieme ad altri al prefetto e al procuratore capo. Il nostro giornalista inviato nei comitati elettorali per raccogliere immagini e dichiarazioni  è stato affrontato con modi intimidatori da alcuni soggetti all’esterno della sede elettorale proprio di Marino, gli è stato strappato il telefono, mentre uno dei politici presenti, Paolo Chiantera, ha addirittura assunto le difese di questi personaggi. All’episodio hanno posto fine due poliziotti della Digos.

Solo un campione, questo episodio, dei virus inoculati in una situazione in cui gli anticorpi erano già molto deboli. E infatti il Pd ufficiale non è riuscito a costruire un ponte con l’elettorato e gli esponenti della sinistra e dell’ambientalismo e con una parte dell’elettorato del M5S, non per colpa di Marino, ma per la struttura della maggioranza messa insieme nelle settimane precedenti, quasi speculare a quella che sostiene Michele Emiliano alla Regione Puglia. Il rinnovamento, quello vero, non c’era neppure da quest’altra parte. E molta gente ha scelto di non votare al secondo turno, altrimenti per Angela Carluccio non ci sarebbe stata partita.

Chissà se ora qualcuno capirà che non sempre bisogna accettare le ammucchiate in nome delle emergenze elettorali. Si rischia di perdere lo stesso, e di farsi ancora più male. Da ciò non può nascere nulla di nuovo. Consola in parte la presenza in consiglio comunale di una pattuglia di consiglieri comunali, quelli di Brindisi Smart e del Movimento 5 Stelle, ai quali è affidato il vero compito di sostenere l’opposizione. Un fatto è certo: per Brindisi, la strada resta in salita. Speriamo di essere smentiti, vedremo nei prossimi mesi.

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